Sabato, 19 Ottobre 2013 18:13

I KuTso in concerto all'Irish Cafè: intervista a Matteo Gabbianelli

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“La musica parla in modo talvolta indiretto, è un potente mezzo per raccontare un disagio”. Prime file fuori controllo in un pogo sfrenato, coreografie che coinvolgono l'intero pubblico, ritmi movimentati ed uno “show” sul palco che regala sempre qualche risata. Sono i KuTso, che ieri sera hanno regalato una serata di musica e divertimento all'Irish Café, con il pienone di un pubblico oramai affezionato al gruppo romano che si è esibito già quattro volte in città.

Scambiando qualche parola con Matteo Gabbianelli (la voce del gruppo) prima del concerto, si parla di disagio giovanile e della musica come mezzo di comunicazione e di denuncia. “Esprimere un disagio mediante la musica è efficace e possibile. Sia che questo disagio è personale, sia che riguardi un'intera comunità. La musica, fatta di suoni e sensazioni, libera la parte irrazionale e aiuta in qualche modo a superare il dolore”.

Spiega Matteo, raccontando anche del loro particolare rapporto con L'Aquila: “In Abruzzo abbiamo trovato una grande risposta, in particolare qui abbiamo dei legami con alcuni gruppi che hanno registrato in studio da noi. Abbiamo vissuto in maniera diretta lo stesso terremoto, perché eravamo in contatto con loro”.

La musica come mezzo di comunicazione, o semplicemente come valvola di sfogo, come via di fuga da una realtà che non ci sta bene. La musica come lavoro, invece, è ancora possibile? E' possibile, in un panorama musicale così variopinto, riuscire a perseguire i propri sogni sostenendosi sulle proprie gambe? I KuTso ci sono riusciti, anche se Matteo rivela gli aspetti negativi della musica quando si trasforma in lavoro: “Bisogna avere la fortuna di riuscire a schiarirsi le idee, di riuscire a fissare un obiettivo. Essere determinati è la cosa più importante. Per avere successo bisogna avere realmente intenzione di avere successo. Bisogna essere pronti ad odiare un giorno la musica, ad iniziare a concepirla come un lavoro. Suonare ed avere successo sono due strade differenti, bisogna saper scegliere”.

In un momento tanto critico, in cui sembra non esserci mai spazio per l'arte, i KuTso rappresentano un modo di reinventare la musica. Uno dei mezzi più potenti ed efficaci, che lascia una doppia possibilità: da una parte quella di parlare alle persone, di far arrivare un messaggio; dall'altra quella di ritrovare se stessi.

di Letizia Ciuffini

Ultima modifica il Sabato, 19 Ottobre 2013 18:23

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