Mercoledì, 15 Novembre 2017 21:12

TSA, chiuso il bando per la selezione del direttore artistico. Intervista a Milani: "Dispiace che nessuno abbia risposto al mio appello"

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I termini per candidarsi alla direzione artistica del TSA sono scaduti e nessuna modifica è stata apportata ad un bando che, "come molti hanno notato oltre me, non si può definire trasparente né serio"; torna a ribadirlo Daniele Milani, drammaturgo aquilano, docente presso la Civica Scuola di Teatro 'Paolo Grassi' di Milano. A giorni si attende la nomina, e si fanno sempre più insistenti le voci su Jacopo Gassman, fratello minore di Alessandro, già direttore dello Stabile.

"Che al mio appello [puoi leggerlo qui] non abbia risposto il sindaco Pierluigi Biondi dispiace parecchio", sottolinea Milani a news-town. "Può darsi che sia troppo impegnato, questo è vero. Ma nemmeno l'assessore alla cultura Sabrina di Cosimo ha avuto tempo per prendere una posizione? Questo oltre che dispiacere appare un po' strano, lo confesso".

Curioso è anche il fatto che non abbiano risposto all'appello professionisti che nel TSA hanno responsabilità dirette: "la Presidente Nathalie Dompè ad esempio, il dirigente organizzativo Giorgio Iraggi, o la responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione Roberta Gargano. Tra politica, dirigenti e funzionari parliamo di un sacco di gente, sembra gravissimo solo a me che nessuno senta il dovere di garantire la trasparenza dentro un ente pubblico? A me vengono in mente cose terribili, però io sono un polemico pessimista, tenetelo a mente", scherza il drammaturgo che ha ricevuto il sostegno pubblico per la sua 'battaglia' di trasparenza dal Passo Possibile [qui] e da Articolo 1 [qui].

Milani annuncia ai nostri microfoni che, considerate le premesse, ha deciso di non avanzare la sua candidatura, "e questo può darsi che sia perfino un bene per la città. Peccato però che, per la mancata trasparenza nella selezione, molte persone di grande competenza a candidarsi non ci penseranno nemmeno. Mi sembra un grave danno d'immagine per L'Aquila e l'Abruzzo che, chiunque sarà il nuovo direttore, non potrà dimostrare di essere stato nominato in modo trasparente e con procedure in grado di garantire a tutti pari opportunità", l'affondo. "Ovviamente, appena sarà nominato cercherò di chiedergli spiegazioni pubblicamente. Magari sarà una persona talmente valida che riuscirà a chiarire ogni cosa; l'importante, però, è che lo faccia argomentando, non sbandierando un fantomatico cognome o un impressionante curriculum, perché quelli, mi spiace, per garantire che i cattivi pensieri che immagino da pessimista non diventino realtà, non bastano proprio".

Visto che chi critica è giusto che si assuma anche la responsabilità di avanzare qualche proposta, tuttavia, abbiamo chiesto a Milani di affidarci qualche spunto di riflessione che potrebbe essere preso in considerarzione per il futuro. Partiamo dai bilanci del TSA? "Quelli sono roba noiosa per un artista si sa, però a volte presentano spie di impostazioni profondamente sbagliate. Non parlo di chi i bilanci li certifica eh, ci mancherebbe, parlo di chi gli imprime la direzione artistica e organizzativa. Nel 2015 (ultimo anno disponibile sul sito) il compenso dei 14 dipendenti a tempo indeterminato del TSA ha inciso per 653.484,91 euro. Si tratta di personale che gestisce la struttura, dirigenti, funzionari, impiegati, uscieri etc. Nello stesso periodo, i 115 ruoli artistici e tecnici hanno inciso per 494.261,86 euro. Da questi dati si evince che 14 ruoli amministrativi costano molto di più di 115 ruoli artistici e tecnici. Vi sembra condivisibile? A me no. Da questa voce - aggiunte Milani - appare evidente che gli artisti sono stati impiegati per un bassissimo numero di giornate medie e questo è significativo; perché potremmo tradurre quei numeri in tante brevi chiamate mordi e fuggi, senza reale investimento sulla professionalità degli artisti, senza un progetto organico di lungo termine".

E dunque, cosa sentirebbe di proporre? "Se la famosa 'stabilità' fosse almeno un po' anche per gli artisti? Non sarebbe bello se fossero, almeno in parte, gente del territorio? Non sarebbe meglio se le selezioni, almeno in quel caso, fossero trasparenti e potessimo credere che tutti hanno avuto pari opportunità di accesso ad un teatro pubblico?".

Cambiamo discorso, ma forse no. E' stata presentata la nuova stagione e come abbiamo sottolineato [qui], a differenza di quanto accade in qualsiasi teatro di buon livello e di quanto accaduto in passato, è stata annunciata per mezzo di un comunicato stampa. Che ne pensa? "Chi mi conosce sa che ho un caratteraccio e vedo cose brutte ounque, basta che una stagione venga 'annunciata' e immagino subito che chi ha fatto l'annuncio non abbia il coraggio d'incontrare i giornalisti e confrontarsi con le loro domande: non facciamoci caso. Concentriamoci piuttosto sul cartellone degli spettacoli. Ragionare sui 'nomi degli artisti' non ha senso, tutto diventerebbe opinabile e riconducibile ad una sorta di tifo calcistico. Ma proviamo ad analizzarla in un altro modo: che orientamento ha una stagione che mette insieme alla rinfusa spettacoli di prosa classica con il cabaret, personaggi televisivi e teatro di impegno civile? La direzione artistica non ha il compito di creare l'identità di un teatro? E questa non dovrebbe posizionarlo in maniera chiara nel panorama nazionale e impedirgli di confondersi col generico caos? E non si dica che questa stagione è così perché la direzione è vacante, sono decenni che si segue la stessa logica".

Cerchiamo di essere, anche in questo caso, propositivi. "Ebbene, a me interessa il teatro contemporaneo e penso che a L'Aquila, per molti motivi, avrebbe particolare senso. Soprattutto penso che avrebbe senso portare in giro per L'Italia il punto di vista aquilano sulla contemporaneità e allo stesso tempo portare a L'Aquila sguardi diversi sullo stesso tema. E dunque, non  sarebbe bello se tra produzioni e spettacoli ospitati ci fosse finalmente un rapporto sensato? Non sarebbe meglio se gli spettacoli proposti parlassero "al" o "del" territorio, anziché questa accozzaglia indistinta? Perché questi principi, poco evidenti a chi non ha competenze specifiche, poi sono quelli che permettono al pubblico di apprezzare una stagione oppure no, sono quelli che creano il reale prestigio di un teatro nel panorama nazionale".

Converrà, però, che dire contemporaneo è un poco vago, considerato che il teatro contemporaneo si suddivide in moltissime forme e costruire percorsi culturali per il pubblico dentro questo grande contenitore non è uno scherzo. "Ha ragione, richiederebbe studio e competenze specifiche che non si conquistano per nomina. Non sarebbe interessante allora ipotizzare anche un progetto che studi gli attuali orientamenti del pubblico per conoscere in maniera approfondita la 'domanda' culturale e fornire, da operatori seri, risposte soddisfacenti? Non sarebbe stimolante per un direttore artistico ma anche per un dirigente organizzativo, creare un vero e proprio dialogo con questo pubblico e magari qualche volta, oltre a soddisfarne le richieste, provare anche a sorprenderlo? Non sono doveri, oltre che piaceri di una direzione artistica questi? Iniziamo a prenderli in considerazione? Perché lo stupore del pubblico, il suo coinvolgimento emotivo, così come accade sul palcoscenico, bastano vecchi trucchi per catturarlo a sprazzi; per farlo in maniera continuativa e profonda, però, sono indispensabili cura e competenze. Continuando a progettare l'ospitalità alla rinfusa e soprattutto nominando i ruoli chiave in maniera approssimativa o peggio, a me pare che di attenzione per il pubblico e per il territorio non ce ne sia. In queste condizioni, purtroppo, mi pare si possa fare appello solo alla fortuna per la rinascita culturale della città".

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Novembre 2017 21:43

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