La maglia dell'addio al calcio di Maradona, autografata dal Pibe de oro, con tanto di certificato notarile ad attestarne l'autenticità; la tuta da allenamento di Pietro Mennea; il corpetto elettrico indossato a Pechino nel 2008 dalla campionessa olimpica Valentina Vezzali; la canotta di Atene 2004 del plurimedagliato canoista Antonio Rossi; la maglia portata da Francesco Toldo il giorno in cui, a Euro 2000, parò tre rigori all'Olanda, regalando agli azzurri la finale (poi persa) contro la Francia.
Sono alcuni dei cimeli e delle memorabilia sportive presenti nella collezione privata che Piercesare Stagni custodisce nella sua casa, all'Aquila.
Centinaia di "pezzi" di tutte le discipline sportive: dal calcio alla scherma, dal ciclismo al basket, passando per l'atletica leggera, la boxe, la ginnastica artistica, lo sci, fino ad arrivare al motociclismo e alla Formula 1.
Oggetti che parlano e raccontano imprese di uomini e donne entrati per sempre nell'immaginario collettivo.
C'è veramente di tutto, in questo straordinario patrimonio di ricordi, reperti e memorie: magliette e divise da gioco indossate da campioni di ieri e di oggi - Maradona, Pelè, Ronaldo, Del Piero, Beckam, Kakà - rarità impensabili, oggetti preziosi e a volte anche stravaganti, come il coprianello che Roberto Baggio era solito portare quando scendeva in campo (per non doversi separare dall'anello del Budda che indossava sempre) o la zolla di prato - custodita in una piccola teca di plexiglass - proveniente direttamente dall'area di rigore dello stadio di Berlino dove l'Italia alzò al cielo la sua quarta coppa del mondo, nel 2006: "Con una lente di ingrandimento" spiega Piercesare "si possono vedere perfino i filamenti dei calzettoni degli azzurri rimasti attaccati ai fili d'erba".
Una collezione messa su con passione e dedizione, una delle più ricche e varie esistenti nel nostro Paese: "Per numero e rarità di oggetti" afferma Piercesare "è una delle prime tre/quattro certificate in Italia".
"E' iniziato tutto tanti anni fa, quando partecipai a un'asta di beneficenza per l'ospedale Gaslini di Genova. Avevano messo in vendita alcune divise e io feci una donazione. Da lì , piano piano, si è messo in moto tutto. Negli anni ho sviluppato rapporti con le fondazioni di alcune squadre, come il Milan, sono entrato in contatto con magazzinieri, massaggiatori e direttori sportivi e ho fatto amicizia con atleti e campioni come ad esempio Pietro Mennea, che, come corrispettivo per una donazione, mi regalò del materiale da lui utilizzato ai tempi in cui vinceva gare e medaglie".
Ora Piercesare vorrebbe mettere tutto questo materiale a disposizione della città, mediante l'allestimento di una mostra: "Sì, sarebbe il mio sogno, una mostra i cui proventi andrebbero tutti in beneficenza. Organizzare una cosa simile però è difficile, bisognerebbe trovare un luogo adatto e qualcuno disposto ad aiutarmi a livello economico. Ho avuto dei contatti con le istituzioni locali e anche con dei privati ma il momento non è dei migliori. Comunque non dispero. Credo che tutto questo materiale possa essere interessante non solo per gli appasionati ma soprattutto per i bambini. Esporre tutti questi oggetti appartenuti ad atleti che hanno fatto dell sport un esempio e una ragione di vita darebbe loro un modello di riferimento positivo".