Sindaco, la ringraziamo per aver accettato l'invito a rilasciarci una sua intervista, sulla visita di Papa Francesco del 28 agosto prossimo. Quello che succederà all’Aquila nelle prossime settimane sarà qualcosa di unico, la 728 Perdonanza vedrà la porta Santa aperta da un Papa, cosa che, dopo Celestino V, non è mai avvenuta. Come vive il sindaco Pierluigi Biondi questo avvenimento di portata storica?
Sicuramente con grande attenzione affinché la giornata si svolga nel miglior modo possibile, la volontà del Papa è di assicurare la più ampia partecipazione popolare. Stiamo lavorando con molta intensità sul tema della conciliazione delle misure di sicurezza, con la possibilità per il maggior numero possibile di cittadini e di fedeli, non solo aquilani, di assistere all'evento. Dal punto di vista emotivo, naturalmente, è un'esperienza irripetibile. Ho già avuto modo di conoscere un papa, era Benedetto XVI, in occasione della sua visita all’Aquila durante il terremoto del 2009. Ero sindaco di Villa Sant’Angelo, però fu un incontro molto breve e organizzato da altri, quindi, ebbi modo di scambiare soltanto pochissime parole. Questa volta è diverso, la città dell'Aquila è protagonista in positivo, è stata una precisa scelta del Papa, non è una cosa fatta sull'onda emotiva come nel 2009. La vivo con una grande emozione perché, comunque, Papa Francesco, è una figura di riferimento per la comunità dei fedeli e non solo, grazie al suo grande impegno nel sociale.
Sappiamo che l’Angelus domenicale sarà recitato, da Papa Francesco, sul sagrato della basilica di Collemaggio. Conoscendo la capacità del Papa di dire le cose senza alcun giro di parole, partendo dagli insegnamenti che Celestino V ha donato nella sua vita, ci si aspettano parole forti di condanna per gli avvenimenti che stanno mettendo in difficoltà le persone più deboli (guerre, carestie, crisi economica). Ora le chiediamo: come riuscirà a coniugare la parte laica della visita (un atto istituzionale per la Città come la bolla custodita dalla Municipalità) con la parte spirituale, essendo lei un cattolico convinto e praticante?
Cattolico meno praticante di quanto dovrebbe fare un cattolico. A mia discolpa però, posso dire che mia nonna, per anni, quando ero più ragazzino, tutti i giorni d'estate, mentre i miei coetanei giocavano a pallone in piazza a Villa Sant'Angelo, mi prelevava e mi portava alla preghiera del Rosario e quindi alla conseguente messa. Essendo un po' la sacrestana e vivendo in piazza, aveva anche le chiavi della chiesa. Di conseguenza, ho accumulato molte ore di celebrazioni che mi porto a credito e che sconto strada facendo. La Perdonanza, credo, sia sempre riuscita a mantenere il suo punto di equilibrio, soprattutto negli ultimi anni, quando abbiamo cercato di dare un’impostazione un po' più sobria, d’altra parte tutte le manifestazioni tradizionali, le feste patronali ad esempio, avevano, nel manifesto, il programma civile e quello religioso. Non c'è mai stata una separazione netta tra le due cose, forse negli anni La Perdonanza aveva perso un po' l'aspetto religioso perché ci si concentrava molto di più sugli eventi, oggi la Perdonanza è, secondo me, anche nella sua parte laica, molto più rispettosa del messaggio religioso. È evidente che la parte laica va rivendicata, la bolla è di proprietà della municipalità dell’Aquila, la bolla è letta dal sindaco pro-tempore della Città, lo stesso riconoscimento di patrimonio materiale dell’umanità, da parte dell’Unesco, organizzazione laica per eccellenza, ne è testimonianza.
Secondo lei, la visita di Papa Francesco, potrà dare la svolta definitiva all'importanza di questa manifestazione? Nella nostra Città, Celestino V, ha voluto costruire la Porta Santa, unica fuori Roma, perché non si riesce a trasmettere l’importanza e l’unicità del suo messaggio? In tutto il mondo esistono santuari che sono oggetto di “turismo religioso”. Non sono solo luoghi di preghiera, hanno bisogno anche di strutture che possano accogliere i pellegrini, quindi una ricaduta positiva per l’economia della città che li ospita. Riuscirete come amministrazione, a far lavorare il Comitato Perdonanza tutto l'anno, e non, come avvenuto negli ultimi 30-40 anni, solo un mese prima della manifestazione? Pensa che possa essere utile la costituzione di una Fondazione che possa gestire “La Perdonanza” ?
Allora, sulla fondazione ci abbiamo pensato diverse volte, anche perché credo che la Perdonanza vada trasformata in un evento di carattere nazionale, un po' come accade con le grandi manifestazioni culturali. In questo modo si potrebbe beneficiare del contributo del FUS (Fondo unico per lo spettacolo) in maniera stabile, non solo sull’impegno economico del Comune dell'Aquila e dei trasferimenti da parte di altri enti, che sono sempre di meno. E’ vero, anch’io penso che la Perdonanza sia troppo concentrata nei dieci giorni di manifestazione. Parlando di Celestino, più volte mi sono chiesto, come mai questa figura di papa, è raccontata soltanto come un povero eremita anziano, che è prelevato dalla sua grotta per sanare i contrasti della Chiesa di Roma. Celestino, oltre alla sua spiritualità, aveva una grande capacità diplomatica, parlava da pari a pari con sovrani e regnanti. Il suo movimento era diffuso in tutta Europa, era una figura centrale, non era lo sprovveduto che accettava di farsi mettere in mezzo alla guerra, che si stava consumando durante il Concilio. La presenza di Papa Francesco all’apertura della Porta Santa, fa giustizia anche sulla data d’inizio del Giubileo che, secondo la chiesa, inizia da papa Bonifacio VIII, ben sei anni dopo la promulgazione della Bolla di Celestino V. Comunque, sarà stata anche una circostanza fortuita e fortunata, il fatto che quest’anno il 28 agosto cade di domenica, però ci darà la possibilità di avere l'Angelus, in mondovisione dall'Aquila, con la bellissima facciata della chiesa di Santa Maria di Collemaggio a fare da sfondo.
Per concludere, quando lei vedrà il Pontefice, quale sarà la prima cosa che vorrà chiedergli?
Di sicuro un’accelerazione nella ricostruzione degli edifici di culto. Penso che lo dirà il Papà stesso, perché durante la visita al Duomo, sarà inevitabile il richiamo alla mancata ricostruzione. Questo pezzo che manca, non è soltanto quello di non poter utilizzare semplici edifici religiosi. Noi non abbiamo ricostruito nemmeno una chiesa capo-quarto e, nell’intero cratere, solo quella di Ofena è stata sistemata. La ricostruzione del patrimonio religioso è parte integrante della vita delle comunità, spesso le chiese si trovano sulle piazze, luogo di ritrovo delle persone. Inoltre, chiederò a Papa Francesco, di pregare per la nostra amata Città, perché L'Aquila ha bisogno, ancora, di essere aiutata.
Grazie