La situazione ad Atene (Europa) è in continua evoluzione. Dopo il "No" scandito dal popolo nel referendum, il Premier ellenico Alexis Tsipras ha dovuto accettare a Bruxelles un accordo [qui, e qui] con condizioni molto dure, imposte essenzialmente dalla Germania. Il tutto per evitare la bancarotta e restare in Europa.
Così la Grecia ha acconsentito all'aumento dell'Iva (latte, pasta e pane passeranno dal 13 al 23%), alla riforma previdenziale con lo stop nel 2022 alle pensioni anticipate, e ha detto addio alle agevolazioni fiscali per le isole. Questo in cambio di un prestito dall'importo complessivo di circa 80miliardi, un fondo con base in Grecia (e non in Lussemburgo, come aveva chiesto la Troika) di 50miliardi nel quale saranno trasferiti dal Governo asset da privatizzare ed un accordo per ristrutturare il debito, con il trasferimento di obbligazioni dall'FMI e dalla BCE all'ESM.
Durante la notte appena passata il parlamento Greco ha votato sì al pacchetto di riforme imposte da Bruxelles, ma Syriza, il partito di sinistra radicale di Tsipras, si è spaccato con 32 voti contrari tra cui quello dell'ex Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, dimessosi all'indomani del referendum e che aveva già criticato il premier in un'intervista. Per le strade di Atene sono tornati anche gli scontri, fortunatamente in forma leggera almeno per ora.
Quello che a sinistra sembrava un sogno si sta trasformando, se non in un incubo, in una situazione complicata da interpretare e gestire. In tutto il mondo sono state svariate le reazioni dinanzi alla sofferta accettazione di Tsipras degli accordi, a volte riassumibili in una sciocca polarizzazione tra "traditore ed eroe". La situazione, dicevamo, è molto più complessa, e non è facile capire quale sarà il giudizio storico su quello che sta accadendo.
NewsTown ha posto alcune domande a Maurizio Acerbo, noto esponente di Rifondazione Comunista, ex Consigliere regionale candidato come presidente alle scorse elezioni abruzzesi, schierato affianco della politica di Syriza sin dal primo momento e membro del coordinamento nazionale dell'Altra Europa.
Acerbo qual è il tuo giudizio su Tsipras ed il suo Governo alla luce degli ultimi accordi? E cosa ne pensi dell'accordo in sé?
Alexis Tsipras è un compagno e quello di Syriza è l'unico governo di sinistra dopo decenni in Europa. La violenza con cui la Troika, la Germania e con diversa gradazione tutti gli altri governi europei, hanno voluto umiliare l'unico governo guidato dalla sinistra radicale in Europa, è evidente. Non tollerano la primavera di Atene come il Patto di Varsavia non tollerò quella di Praga. Atene è sola come Praga nel 68'. Temono che altri seguano l'esempio.
Qual è il tuo giudizio sull'Unione Europea alla luce degli ultimi accordi fatti con la Grecia?
Quello che ho sempre avuto. Rifondazione Comunista è l'unico partito in Italia ad aver votato contro tutti i trattati europei a partire da Maastricht. Abbiamo sempre denunciato che l'Unione europea è stata costruita come dispositivo per imporre le politiche neoliberiste su scala continentale e soprattutto nei paesi del sud o comunque più deboli sul piano economico. Contestavamo i parametri assurdi di Maastricht già venti anni fa ma sembravamo i soliti sinistroidi intellettualoidi. Il ruolo che viene affidato alla BCE e la maniera con cui consente di usare il debito pubblico per estrarre ricchezza dalla società verso la finanza per esempio, è vergognoso. La penso come Varoufakis: abbiamo classi dirigenti di criminali al servizio di quello che Luciano Gallino definisce finanzcapitalismo.
La Grexit secondo te era un qualcosa da prendere in considerazione per Tsipras dopo il no del referendum? Perché?
Dubito che Syriza avrebbe mai vinto le elezioni se si fosse schierata per l'uscita dall'euro. Comunque non è un partito 'no euro'. C'è una minoranza ma non è quella la posizione che ha mai avuto Tsipras. Lo stesso Varoufakis ha ampiamente spiegato quali conseguenze catastrofiche potrebbe avere per un paese come la Grecia. Non sono un economista e quindi non mi azzardo a dare giudizi come fanno i commissari tecnici che in tutti i bar ormai riducono tutto il problema alla questione euro e soprattutto vedono nell'uscita la panacea di tutti i problemi. Sicuramente l'euro non è un dogma né una divinità, ma uno strumento pensato e costruito per una gestione autoritaria dell'economia europea funzionale a determinati interessi che non sono certo quelli della maggioranza della popolazione. Mettere in discussione la moneta unica è legittimo e pure sensato ma non è la passeggiata che molti immaginano specialmente per un paese come la Grecia. I compagni di Syriza hanno ritenuto che la Grexit non fosse possibile e che sarebbe stata peggio di un accordo pur carico di elementi negativi come quello raggiunto. Su questo non c'è divergenza tra Varoufakis e Tsipras. Ovviamente avrebbero potuto minacciare la Grexit e usarla come arma nella trattativa ma si sarebbe trattato di una pallottola spuntata visto che era la stessa Germania a volerli buttare fuori dall'eurozona per usare il disastro conseguente come lezione per tutti gli altri potenziali disobbedienti.
Cosa accadrà a Syriza? E cosa ti auguri accada? Varoufakis ha criticato il premier in una intervista. Potrebbe porsi a capo di un'ala dissidente? [la domanda e la risposta sono precedenti al voto del parlamento greco nella notte, ndr]
La traduzione di Syriza in italiano è 'Coalizione della sinistra radicale'. È un'aggregazione pluralista fin dalla nascita che unisce comunisti, ecologisti, femministe, movimenti sociali. Non è il partito liquido nelle mani di un leader mediatico. La dialettica interna è normale. L'unica cosa che spero è che non ci siano spaccature e scissioni.
Una sinistra Europea che segua il modello (con varianti) Syriza è possibile? E quindi, un'altra Europa è ancora possibile?
La Sinistra Europea esiste già. È il partito che abbiamo fondato nel 2004 con Syriza, die Linke (Germania), Izquierda Unida (Spagna), comunisti francesi ecc. Non se ne sa niente in Italia perché nell'informazione Mainstream la sinistra radicale è sempre stata oscurata (non doveva esserci altro orizzonte che il centrosinistra) e nei movimenti sono prevalsi per anni ideologie e sentimenti antipolitici e antipartitici. Fondammo la Sinistra Europea proprio per unire tutta la sinistra e i movimenti antiliberisti e contro la guerra che non accettavano le politiche che centrodestra e centrosinistra portano avanti insieme in Europa facendo finta di litigare sul piano nazionale (quando serve poi le larghe intese le calano anche a questo livello, come si è visto col governo Monti). Alexis Tsipras sono anni che viene a Roma a discutere e fare iniziative con noi, ma fino alle ultime europee dove proprio Rifondazione gli propose di fare il candidato alla presidenza della Commissione in Italia nemmeno il Manifesto se ne curava. Pensate che persino Sel voleva entrare nel Partito Socialista Europeo! Oggi il nostro gruppo parlamentare europeo GUE che vede la partecipazione anche di Podemos e dello Sinn Fein che potrebbe vincere le elezioni in Irlanda, rappresenta l'unica alternativa di sinistra e democratica a questa deriva dell'Unione Europea. Il successo di Tsipras e dei nostri compagni di Syriza è stato visto come una minaccia da parte delle leadership europee che hanno temuto che facesse da catalizzatore per analoghi rivolgimenti in altri paesi come la Spagna. Per questo sono stati così duri ricorrendo a forme di autentico terrorismo come il blocco della liquidità delle banche greche. Hanno tentato di battere Syriza nel referendum ma le hanno prese e hanno punito Tsipras per la sfida democratica che ha lanciato alle loro politiche che stanno impoverendo tutti i popoli europei.
Quanto è forte il rischio che da questa situazione si avvantaggino le destre radicali e populiste che predicano l'uscita dall'Euro?
A me sembra chiaro che le ciniche e banditesche classi dirigenti del capitalismo europeo preferiscono il fascismo e il razzismo all'emergere di alternative di sinistra e democratiche come quelle della sinistra radicale che è erede di tutte le tradizioni che hanno concorso a costruire il modello sociale europeo del dopoguerra. Preferiscono la guerra tra poveri e i movimenti contro gli immigrati che costituiscono gigantesche armi di distrazione di massa. Basta pensare in Italia dove in tv si parla solo di rom o clandestini mentre nessuno spiega come funziona la BCE. Se erano preoccupati di Alba Dorata figuri come Scheuble non avrebbero umiliato Tsipras costringendolo ad accettare un accordo che molti greci vivono come un tradimento. E' evidente che preferiscono chi se la prende con gli stranieri a chi se la prende con i banchieri. Non è la prima volta nella storia - gli anni '30 non sono lontani - che le epitesi capitalistiche fanno da apprendista stregone. Inoltre per i partiti del centro neoliberista - conservatori, liberali, post-socialisti e post-democristiani - la minaccia della vittoria di forze razziste, xenofobe, fascistoidi costituisce un buon modo per costringere al voto utile il loro elettorato democratico deluso dalle loro politiche antipopolari. Dopotutto, non vi insospettisce la sponsorizzazione mediatica di Salvini o della Le Pen?
Il voto del referendum ha riportato la politica in Europa e probabilmente ha spostato l'asse politico a sinistra. Renzi è andato in difficoltà... eppure dopo l'accordo fatto da Tsipras in Europa, il premier greco rischia di diventare più simile a Renzi ("fai le riforme che ti diciamo con le maggioranze che trovi..."). Secondo te è possibile, e come, che ora in Italia si crei una colazione a sinistra del Pd?
Il referendum greco è stato un momento rivoluzionario. Un governo espressione dei movimenti di chi sta in basso ha sfidato apertamente le politiche condivise da tutti gli altri governi europei, dalla Troika e da tutti i poteri forti. Proprio per evitare che l'esempio fosse contagioso i tedeschi hanno deciso una linea tesa a schiacciarlo e strangolarlo. L'obiettivo è chiaro: o costringere Syriza e Tsipras a omologarsi, a diventare come gli altri oppure rovesciarli e riportare al governo al corrotta classe dirigente di centrodestra e centrosinistra che Syriza ha sbaragliato nelle piazze prima e nelle urne poi. La differenza con Renzi è evidente. Le "riforme" neoliberiste e antipopolari della scuola o del lavoro, le privatizzazioni, i tagli allo stato sociale per Renzi sono una "figata", per Tsipras sono imposizioni di potenze soverchianti. Noi da anni diciamo che c'è bisogno di una Syriza italiana che unisca tutte le forze che si pongono in alternativa alle destre e al PD. Partiti e movimenti che vadano a costituire un soggetto politico nuovo che non può essere una sommatoria di partiti o di aspiranti leaders. Abbiamo bisogno di un movimento politico di massa, democratico, partecipato che metta insieme tutte le forze disperse della sinistra, centinaia di migliaia di compagni e compagne che attualmente non hanno nessuna tessera di partito ma che certo non sono qualunquisti come Grillo, razzisti come Salvini, imbroglioni e liberisti come i politicanti di Forza Italia e del PD. Io non credo nella distinzione tra politica e sociale, la sinistra o è sociale o non è. Come mettere insieme tutta la pluralità di culture? Con la democrazia. Nessun partito, gruppo o singolo che aderisce pensi di conservare rendite di posizione o orticelli elettorali. Porti solo le proprie idee e esperienze. Il resto, dal nome alle regole interne alle candidature, lo decidono insieme con tutte le persone che aderiscono.
Cosa fare in un Comune, in una Regione, chi candidare al parlamento ecc ecc. Con L'Altra Europa con Tsipras eravamo a un passo ma poi il processo si è arenato per opposte tendenze. Va ripreso al più presto senza settarismo. Io ho molte ragioni per avercela con quelli di Sel che hanno sfasciato Rifondazione per andare a far la ruota di scorta del PD ma se ora han cambiato orientamento ben vengano. E lo stesso vale per Fassina e Civati. E lo stesso vale per Rodotà che è sempre stato con i movimenti ma poi alle elezioni firmava l'appello al voto per il "meno peggio". Se Tsipars all'Eurogruppo si è ritrovato solo e accerchiato e' anche per colpa nostra.