"La discussione sul nuovo piano regolatore ha iniziato finalmente il suo iter con l'approvazione del suo documento preliminare nell'ultimo consiglio comunale. Si apre così una nuova fase, in cui la città è chiamata ad interrogarsi sul suo futuro attraverso il più importante degli strumenti urbanistici che nel contesto post sisma assume, inevitabilmente, una funzione e un significato completamente diversi da quelli a cui siamo abituati. Funzione e significato che travalicano la natura tecnica del dispositivo e riguardano la possibile costruzione della visione della città che verrà".
Lo scrive, in una nota, Stefano Palumbo, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale. Palumbo sottolinea come i 19 insediamenti del progetto CASE, i 20 relativi ai MAP e i 24 ai MUSP, le 1102 abitazioni provvisorie realizzate in base alla delibera 58, le 517 rilocalizzazioni di attività produttive avvenute tramite la delibera 57, le 106 strutture provvisorie a servizio delle maestranze nate dall'ordinanza 711 rappresentino, insieme alle migliaia di manufatti abusivi, "la fotografia di una città 'provvisoria' che fa da sfondo a quella che si sta ricostruendo. Due realtà che coesistono al prezzo di un abnorme consumo di suolo e di una sempre più evidente difficoltà nell'erogazione dei servizi pubblici a causa di costi insostenibili. Una provvisorietà che si è consolidata nel tempo ma soprattutto nelle abitudini degli aquilani divenuti vittime e in alcuni casi carnefici della stessa e di tutti i fenomeni culturali e sociali ad essa collegati, a cominciare dal degrado urbano e dalla nascita di nuove, isolate periferie che producono marginalità e disagio".
Il dibattito e l'apertura del percorso di approvazione del Prg - aggiunge Palumbo - "sono l'opportunità di maturazione di una piena presa di coscienza e di un'assunzione di responsabilità civile e collettiva, in cui l'intera classe dirigente cittadina, in tutte le sue articolazioni, è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista. Quale sarà il ruolo degli insediamenti realizzati dopo il sisma, a cominciare dal Progetto Case? Quali di essi si intende valorizzare, rispetto a quali centralità e a quali obiettivi e quali invece occorre rimuovere? Come e con quali progetti strategici si intende ricucire un tessuto urbano esploso negli ultimi 6 anni? Quali scelte si ritengono necessarie per favorire una migliore e più economica erogazione dei servizi? Affrontare questi temi con coraggio, consapevolezza, partecipazione e trasparenza, elementi indispensabili attorno ai quali ricostruire una solida ed orgogliosa identità, rappresenterebbe un riscatto etico e morale di un'intera comunità rispetto alle ombre calate sulla ricostruzione privata".