Pace fatta sul Gran Sasso, o almeno così si è detto. Oggi infatti il Centro sinistra - da Enrico Perilli a Stefano Palumbo, Giustino Masciocco, Giuliano Di Nicola, Tonino De Paolis e l'assessore Pietro Di Stefano - si è presentato numeroso e unito in conferenza stampa per dire che è stato trovato finalmente il "punto d'incontro" per spendere i "18milioni a disposizione sul Gran Sasso".
Lo "storico" accordo (sancito da un documento condiviso di due pagine 1, 2) poggerebbe sulla mediazione del vice Presidente della Regione Giovanni Lolli e sul ruolo centrale da attribuire al Parco, perno di tutte le future decisioni, in quanto toccherà a lui fare le valutazioni sugli interventi da intraprendere indicati dal Piano d'Area del 94'.
Si attende in tal senso per marzo (anche se la Regione Lazio sta facendo qualche obiezione), l'approvazione del Piano del Parco che renderebbe così finalmente attuabile il Piano d'Area.
E le aree Sic, Monte Cristo e il collegamento Scindarella-Fossa di Paganica? Altro punto fondante della reunion del centro sinistra è che - anche in contrapposizione al comitato referendario costiutito intorno al gruppo "Save Gran Sasso" - i confini del Parco e delle aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) non si toccano.
Sarebbe lo stesso Piano d'Area a far superare le "stringenti norme di salvaguardia attuali" ha precisato l'assessore Di Stefano. Quindi se da un lato si afferma con fermezza di voler mantenere tutto il SIC che insiste sull'area di Campo Imperatore, dall'altro l'idea di fondo è che si possa non rispettare pedissequamente. Il che vuole dire far rimanere il tutto nell'ambito delle decisioni politiche, chiunque sia il soggetto predisposto a prenderle (si ricordi in tal senso il progetto delle Fontari approvato a maggioranza dal Consiglio direttivo del Parco e bocciato dall'istruttoria tecnica dello stesso Ente).
Il Piano d'area prevede ad esempio anche la costruzione ex-novo dell'impianto che collegherebbe Fossa di Paganica con Scindarella trasformando dunque Campo Imperatore in una stazione sciistica a due arroccamenti. Ma se sostituire gli impianti a Monte Cristo sembra più pacifico, quello dell' "essenziale collegamento" sarà di certo un'operazione più controversa: "Sarà il Parco a stabilire quale progetto realizzare, come e dove", ha spiegato il consigliere Perilli che rappresenta le istanze più ambientaliste nella maggioranza.
Di fatto l'amministrazione Cialente prende atto che, per suoi errori, intanto il suo progetto della seggiovia delle nuove Fontari - osteggiato dal solo Perilli del Prc - non si farà più, mentre dovrà essere avviato a breve l'intervento che ricalcherà il vecchio tracciato. Fatto salvo poi intraprendere in un secondo momento, e coinvolgendo appunto il Parco, la cosiddetta tratta Fontari-Caselli che collegherebbe finalmente il tracciato all'altra seggiovia della Scindarella.
Intanto, fino ad oggi, le scelte della maggioranza che governa gli aquilani sono costate al Gran Sasso un' altra stagione fatta di disservizi (Hotel a pezzi, ostello non riqualificato), altre perdite economiche ed opportunità sprecate. Basti ricordare il business plan e gli annunci del Sindaco Cialente secondo cui se non si fossero realizzate le nuove Fontari per quest'anno il Gran Sasso sarebbe morto... Cosa dovrebbe far pensare che da adesso le cose siano cambiate non è del tutto chiaro.
Certo farsi trovare per lo meno tutti uniti è un primo passo verso un futuro che resta comunque molto complicato.
Di sicuro il CTGS (la SPA al 100% controllata dal Comune con milioni di debito ) non reggerà ancora a lungo e se si vuole davvero dare la gestione dell'impiantistica invernale a qualche privato - come ribadito - bisognerà farlo con qualche certezza di avere, tra l'altro, una stazione sciistica competitiva.
Ma chi garantisce che l'iter non si blocchi ancora per dispute similari a quelle avvenute per la seggiovia delle Fontari?
In conferenza stampa sono state certo ricordate anche le positività emerse recentemente come il Distretto turistico e la messa a disposizione delle risorse anche per la "realizzazione dei sentieri, un anello di sci da fondo, il rimboschimento e altre migliorie della qualità ambientale con ricadute occupazionali sulle cooperative di giovani" come ha affermato Perilli.
Perché il Gran Sasso oltre ad essere una "moderna stazione invernale", si legge nell'accordo, dovrà essere "una montagna che viva di un turismo pluristagionale e attragga visitatori e sportivi tutto l'anno".
Si attendono i fatti.