"Una volta L'Aquila era, ed era considerata, Capoluogo di Regione ed a nessuno, dopo il 1970, veniva in mente di spogliarla di una Sede Istituzionale o di un Ufficio importante, in quanto le Forze politiche - pur responsabili in qualche circostanza di errori o di abusi non giustificabili - esprimevano un'etica ed una visione, ma anche una classe politica autorevole e capace di garantire gli equilibri territoriali ed il ruolo della Città nel panorama regionale".
A prendere posizione sugli ultimi accadimenti è il segretario regionale dell'Idv, Lelio De Santis che, da quando è stato sfiduciato e costretto a lasciare il posto di assessore in seno alla Giunta Cialente, non perde occasione per attaccare frontalmente il sindaco che pure, in questi anni, aveva sempre sostenuto. Dimenticando, tra l'altro, che i due consiglieri espressione del suo stesso partito, Giuliano Di Nicola e Adriano Durante, non sono usciti dalla maggioranza. Anzi, sostengono senza titubanze il centrosinistra al governo della città.
"Oggi, l'Amministrazione comunale vive alla giornata - ha inteso sottolineare l'ex assessore - non ha un progetto organico di sviluppo, anche a causa del sisma, si confronta in modo episodico con il governo, non avendo al suo interno un proprio rappresentante. Con la Regione - ha aggiunto - il rapporto è di natura personale, realizzandosi in un 'vogliamoci bene' tra il sindaco ed il presidente, non dando seguito alle idee progettuali concordate nell'unico incontro ufficiale svoltosi tanto tempo addietro fra la Giunta comunale ed il presidente D'Alfonso. Il Sindaco è costretto ad attaccarsi ad ogni idea che si presenta, che si chiami Ponte sul fiume o Pista ciclabile, pur di esistere e di dimostrarsi all'altezza della missione. Quando vengono fatte scelte incomprensibili e dannose per la Citta' da parte del governo o della Giunta regionale, come quella che ha previsto lo spostamento della Soprintendenza archeologica, Belle arti e Paesaggio da L'Aquila a Chieti, allora e solo allora si svegliano tutti i benpensanti, politici ed amministratori, a contestare... dopo che i buoi sono usciti dalla stalla!"
"Forse, il sindaco, qualche parlamentare abruzzese o lo stesso Pd, che tutti ricomprende - ha aggiunto Lelio De Santis - sapevano o avrebbero potuto sapere prima gli orientamenti del ministero dei Beni culturali, come pure i rapporti stretti intessuti con il ministro amico, Dario Franceshini, avrebbero potuto essere piu' produttivi e rispettosi della vocazione della città, che lo stesso ministro in passato ha dimostrato di conoscere. Purtroppo, il governo della Citta' risente di una forma esasperata di egocentrismo amministrativo, che allontana ogni possibilita' di ascolto e di collaborazione; allo stesso modo le opposizioni accentuano nella loro azione l'aspetto della contestazione personale o della critica pregiudiziale: il risultato e' che la Citta' e' ferma e la popolazione e' rassegnata".
"Come classe dirigente, tutti i segmenti e nessuno escluso - ha dunque concluso il segretario regionale Idv - dovremmo anticipare gli accadimenti ed avere in mente un'idea di citta', sempre la stessa, ed un'ipotesi di sviluppo economico, sempre la stessa, per evitare di essere subordinati alle decisioni prese altrove e di passare poi per esperti della lamentazione e della contestazione del giorno dopo, che non produce nulla".