Potrebbe essere davvero l'epilogo della vicenda Ombrina.
Ieri mattina il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha telefonato presidente della Regione Luciano D'Alfonso preannunciandogli che domani il dicastero firmerà il diniego all’istanza di concessione di coltivazione petrolifera marina “Ombrina Mare due” presentata dalla Rockhopper.
Secondo D'Alfonso quest'atto porrà una volta per tutte la parola fine a una contesa (i cui attori sono stati la Regione, il Governo e il fronte dei comitati ambientalisti) durata anni.
"Poniamo la pietra tombale su una vicenda per la quale mi ero battuto in prima persona coinvolgendo il Governo a tutti i livelli. Ombrina di ferro non si farà né ora né mai" ha commentato D'Alfonso "e per questo ringrazio Palazzo Chigi che ha mantenuto puntualmente la parola data".
Contro il progetto Ombrina Mare, che prevedeva realizzazione di una piattaforma al largo delle coste di Abruzzo e Molise, associazioni, enti e cittadini avevano detto no con due maxi manifestazioni, in 40mila a Pescara ad aprile 2013 e in 60mila a Lanciano a maggio 2015.
Poi, a metà dicembre, l'emendamento del Governo alla legge di Stabilità che ha ripristinato le dodici miglia per le perforazioni petrolifere in Adriatico, fermando di fatto Ombrina Mare.
Aspetta ancora ad esultare, tuttavia, il Coordinamento No Ombrina, che, prima di cantare vittoria, vuole vedere la firma e la pubblicazione del documento sul bollettino dell'Ufficio nazionale minerario (Unmig).
Inoltre non è da escludere, anzi è molto probabile, che la Rockhopper possa decidere di rivolgersi al Tar e intraprendere la strada dei ricorsi amministrativi, contestando l’iter seguito dallo stop a Ombrina.
Eventualità che la multinazionale aveva già prospettato ai propri investitori all'indomani dell'approvazione della legge di Stabilità e che adesso sembra farsi ancor più concreta.