Che la nomina del successore di Giancarlo Silveri a direttore generale della Asl1, L'Aquila-Avezzano-Sulmona, fosse questione nient'affatto scontata, lo scriviamo da giorni. Che ci fossero differenti 'visioni' sul giusto profilo da indicare, è emerso chiaramente dalle interviste che, nei giorni scorsi, NewsTown ha realizzato con il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e con il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
Il primo, Cialente, orientato sulla scelta di un manager con specifiche competenze, poco male se non sarà aquilano, capace di garantire all'azienda efficacia ed efficienza, "di rispondere insomma degli obiettivi che vengono posti dalla politica e non delle richieste dei politici". Non certo un medico, dunque: "abbiamo altre competenze" ha sottolineato il primo cittadino, medico pneumologo. L'altro, Pietrucci, convinto invece che sia necessario nominare un professionista interno all'azienda sanitaria locale, un medico insomma, espressione del territorio, capace di garantire una sinergia tra l'ospedale e l'Università degli studi dell'Aquila, "binomio che significa vivacità e sviluppo, senza il quale la città capoluogo sarebbe morta".
Diffenti visioni, appunto, che in queste ore, però, stanno assumendo l'aspetto di una vera e propria spaccatura politica che potrebbe avere ripercussioni impensabili, fino a qualche giorno fa. E che poco c'entra con le valutazioni che andrebbero fatte al momento di una nomina così importante.
Circola insistentemente il nome di Antonello Maraldo, attuale direttore provinciale dell'Inail di Teramo, già a L'Aquila con lo stesso ruolo, direttore amministrativo della Asl di Chieti ai tempi della giunta Del Turco. Maraldo risponderebbe all'identikit disegnato dal sindaco Massimo Cialente. E il governatore Luciano D'Alfonso, che ha in mano il potere di nomina, pur ribadendo, a parole, di non voler interferire con la scelta che verrà assunta dal Comitato ristretto dei sindaci, vedrebbe con favore la nomina di un manager esterno, anche per smorzare le tensioni tra i diversi interessi che insistono sul vasto territorio dell'Azienda sanitaria locale. E' chiaro che il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, e con lui il fratello Giuseppe, presidente del Consiglio regionale, l'assessore peligno Andrea Gerosolimo e il sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli, vorrebbero far sentire il 'peso' dei loro territori, e dei loro voti. Un manager esterno risolverebbe parecchi problemi, evidentemente.
Per questo, la notizia della convocazione urgente di una Giunta regionale per oggi pomeriggio, alle 16:30, aveva fatto pensare ad una fumata bianca che, al contrario, non è arrivata. E non arriverà a breve.
Maraldo che entra Papa in Conclave potrebbe uscirne Cardinale, come già accaduto nel settembre scorso quando, vicinissimo alla nomina a manager della Asl di Teramo, dovette accettare la decisione della Giunta regionale che gli preferì Roberto Fagnano. E non soltanto per la candidatura forte di Silvia Cavalli, direttore amministrativo di Roma 2, già a L'Aquila e a Lanciano con lo stesso ruolo, pure indebolita dai recenti scandali sul 'caro defunto' denunciati da Report di Milena Gabanelli. Nelle ultime ore, infatti, si è fatto il nome di Enrico Del Baglivo, 65 anni, romano, già consulente della Asl di Avezzano.
Nomi che hanno messo in subbuglio la politica aquilana.
Consiglieri di destra e sinistra, sindacati, sindaci del territorio: "Il manager sia espressione del territorio"
La posizione assunta da Pierpaolo Pietrucci è condivisa da esponenti politici di sinistra e di destra. Il consigliere comunale del Partito Democratico, Antonello Bernardi, ha chiesto la nomina di un medico aquilano, come auspicato dal capogruppo in Consiglio comunale di Forza Italia, Guido Quintino Liris. In conferenza stampa, Giorgio De Matteis ha sottolineato come le altre Asl, e in particolare quella di Pescara, abbiano nominato medici espressione del territorio, e "non mi spiego - ha aggiunto - perché Cialente, qui a L'Aquila, vorrebbe invece un manager esterno". Anche Giuliano Di Nicola, capogruppo in Consiglio dell'Italia dei Valori, si è chiaramente espresso per la nomina di un medico interno all'Azienda sanitaria.
Persino i sindaci del comprensorio, trentacinque, dal primo cittadino di Pizzoli a quello di Navelli passando per la maggior parte degli amministratori della Valle Subequana, hanno sottoscritto un appello affinché il manager che verrà nominato sia espressione del territorio. E se la Cgil, per voce del segretario provinciale Umberto Trasatti, auspica che la politica "definisca il profilo qualitativo del futuro direttore generale prima di affrontare altri ragionamenti, pure importanti", l'Ugl - con una nota a firma della segretaria provinciale Giuliana Vespa - ha chiesto a "D’Alfonso, Cialente & Company" di fare un passo indietro "sulla scellerata idea di far prevalere logiche politiche nella scelta del nuovo direttore della ASL aquilana. Non può diventare una discriminante essere una professionalità del territorio aquilano", si legge nella nota del sindacato. "Ci spieghi D’Alfonso come mai nelle altre provincie abruzzesi si sta scegliendo tra nomi locali e solo su L’Aquila ci si sta orientando per un direttore generale non aquilano".
Posizioni chiare: la Giunta regionale non potrà che ascoltarle e prenderle nella dovuta considerazione. Il tempo stringe, però: la nomina dovrà arrivare entro la fine del mese, l'Università preme perché avvenga "nei modi e nei tempi più rapidi, affinché le attuali relazioni tra le due amministrazioni possano proseguire nel modo più proficuo per entrambe", ricordando che la mancata istituzione dell’azienda mista università/ospedale "impedisce che l'Ateneo, sebbene fornisca una gran parte dei medici per lo svolgimento delle attività assistenziali, possa concorrere ad esprimersi istituzionalmente sulla scelta del manager", e intanto in settimana, a Pescara, si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i direttori generali delle altre Asl, per decidere il taglio delle unità operative complesse. "Una partita importantissima che per la Asl 1 non sta gestendo nessuno", ha denunciato Giorgio De Matteis.
La riorganizzazione del sistema sanitario regionale e la debolezza della politica aquilana
Sullo sfondo resta la riorganizzazione del sistema sanitario regionale e ancora non è chiaro se si andrà verso la Asl unica o se si propenderà, in ultimo, per l'istruzione di due aziende. Per questo, la scelta del manager acquista - se possibile - maggiore importanza: infatti, se pure si tratta di un incarico a tempo, breve si spera, il direttore generale che verrà nominato dovrà seguire le delicatissime fasi della riorganizzazione, oltre ad affrontare i problemi che una azienda sanitaria locale che copre un territorio così vasto riserva quotidianamente.
E qui, proprio su questo punto, si innesta un ragionamento di più ampio respiro che smuove, in queste ore, il delicato equilibrio politico cittadino. A dirla in breve, sono in molti a temere un indebolimento ulteriore del nostro territorio, qualora dovesse arrivare un manager esterno, vicino, magari, al governatore Luciano D'Alfonso. In che modo, ci si domanda, un direttore generale 'esterno', un professionista di fiducia del Presidente della Giunta regionale, affronterebbe la riorganizzazione regionale?
Non solo. E' di qualche giorno fa la notizia dello spostamento della Soprintendenza unica regionale a Chieti, accolta senza problemi dal sindaco Cialente e dai maggiorenti del Pd che hanno sottolineato come si stia lavorando per prorogare oltre il 2019 l'attività della Soprintendenza del cratere, promettendo che a L'Aquila, oltre all'arrivo di una sede distaccata del Maxxi a Palazzo Ardinghelli, verrà spostato il Polo Museale, oggi a Chieti. Un intendimento accolto con ben poco favore dal sindaco teatino Umberto Di Primio che ha già promesso battaglia. E' di qualche settimana fa, invece, la scelta di spostare l'Arap a Pescara, con la nomina a commissario straordinario di Giampiero Leombroni, ex dirigente del Comune di Pescara. Come non bastasse, l'espressa volontà del governatore è di nominare a Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga l'avvocato teramano Tommaso Navarra.
In questo quadro, scegliere come manager della Asl 1 un professionista esterno suonerebbe come una bocciatura insopportabile per la classe politica aquilana, se non come un vero e proprio commissariamento del nostro territorio, viene ribadito.
Di qui, la domanda che si rincorre negli ambienti politici, e non solo: che tipo di accordo c'è tra Luciano D'Alfonso e Massimo Cialente? Come mai il sindaco sta accettando senza colpo ferire quelle che sembrano delle vere e proprie imposizioni esterne? E come mai il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli e la senatrice democrat Stefania Pezzopane sembrano volersi sfilare da una nomina tanto importante?
Per molti, la risposta è nell'ambizione politica di Cialente che di andare in pensione, nella primavera del 2017, non ha proprio voglia. E potrebbe dunque puntare ad uno scranno in Parlamento, l'anno dopo, oppure, e non sembri fantapolitica, alla poltrona di Giovanni Lolli, se il vice presidente della Giunta regionale dovesse accettare la candidatura a sindaco dell'Aquila, con Stefania Pezzopane referente a Roma. Se così fosse, e il condizionale evidentemente è d'obbligo, sarebbe importante mantenere rapporti solidi con il governatore D'Alfonso, con i maggiorenti della Valle Peligna e, soprattutto, con i fratelli Di Pangrazio.