"Con l'ingresso di Invitalia - afferma sicuro Cialente a NewsTown - l'idea è quello di affidare, tramite bando, la sola gestione di impianti e strutture a privati mentre la proprietà rimarrebbe del Comune", anche se non si esclude che alcune quote minoritarie potrebbero essere cedute ai creditori che vogliono entrare nell'azienda.
Eppure dopo la cacciata lo scorso dicembre, con tanto di coda polemica, dalla presidenza del Ctgs di Alessandro Comola - considerato da molti come un trait d'union tra la municipalizzata aquilana e la ex "sviluppo Italia"- l'operazione era considerata praticamente fallita.
Sembra non essere così. L'entrata del nuovo socio, d'altronde, è indispensabile per la definizione del piano industriale, il cui primo obiettivo è il risanamento del debito del Centro turistico che, dopo una lunga serie di gestioni scellerate, ammonta a 6milioni di euro.
L'anno scorso la gara di bando per la vendita del Ctgs andò deserta. Nessun imprenditore rileva un'azienda con quel debito e con una società come Invitalia già nell'aria. Adesso "il bando dovrebbe arrivare a Giugno - afferma Cialente - con l'obiettivo di avere per il prossimo anno una gestione privata. Parteciperà chiunque voglia, da Lallini e Bortolotti, alla società Dolomite ski, agli americani o ai russi se lo vogliono. Io spero rispondano gli abruzzesi. Noi - continua Cialente - investiremo 20milioni di euro per fare impianti nuovi e ristrutturare altre strutture come l'ostello, i cui lavori costeranno 400mila euro".
Soldi che, dichiara a NewsTown il presidente del Centro Turistico Umberto Beomonte Zobel, "dovrebbero arrivare dal conferimento dei Fondi Cipe, dal pacchetto di 100milioni riservato alle attività produttive. Per arrivare alla cifra a cui si riferisce il Sindaco però, dovremo reperire altri fondi. Stiamo valutando se tramite il credito sportivo o tramite capitalizzazione del socio".
Insomma ancora ci sarebbero da definire parecchie cose ma Zobel ha le idee chiare sui passi da fare: "Il primo è un piano industriale che preveda la ricapitalizzazione dell'azienda, un risanamento delle perdite e un soddisfacimento dei debiti attualmente in essere. Il secondo è l'affidamento della gestione di impianti e strutture del centro turistico, l'ultimo, l'investimento del Ctgs in seguito allo stanziamento dei fondi Cipe".
Un investimento che, secondo Zobel, sulla base del piano d'area in essere "prevede nel piano industriale un altro arroccamento per campo imperatore con due impianti che da Monte Cristo arriveranno fino alla Scindarella perché, così com'è, la nostra montagna non ha futuro".
Incertezze ci sono ancora per quanto riguarda l'affidamento o meno della funivia mentre sia il Sindaco che il Presidente della municipalizzata tengono a sottolineare che non ci saranno licenziamenti e che i lavoratori verranno riutilizzati o trasferiti in altre aziende. Loro, però, sono comprensibilmente spaventati dal lungo periodo di fortissima incertezza e in molti hanno già fatto domanda di trasferimento: "Siamo in 33, - afferma Vito Ciccarella che lavora in quota da 26 anni a tempo indeterminato - tutto quello che chiediamo è di essere trattati equamente, senza ingiustizie e tenendo conto del lavoro svolto da ciascuno fino ad ora".
Qualche giorno fa una serie di firme tra cui operatori, soggetti politici e sociali avevano rivolto, con un comunicato, un forte invito al Sindaco a fare chiarezza sulla situazione:
"Abbiamo fatto una richiesta tutti insieme per chiedere umilmente di aprire un confronto pubblico sul futuro del Gran Sasso e non prendere decisioni nelle stanza chiuse - afferma Ettore Di Cesare, consigliere comunale d'opposizione per Appello per L'Aquila, una delle firme del comunicato - forse fuori c'è qualcuno, tra operatori e amanti della montagna, che vorrebbe dire la sua perché vive direttamente il Gran Sasso ed ha preziosi consigli da dare. E' importante - continua Di Cesare - che ci siano criteri di trasparenza per il bando che verrà fatto, e che dentro vengano inseriti dei paletti per la calmierazione dei prezzi e il mantenimento dei livelli occupazionali".
Anche l'operatrice Ada Fiordigigli, che gestisce il medesimo Hotel a Fonte Cerreto, chiede più trasparenza e resta molto preoccupata per il futuro della montagna e del suo indotto dove "finora - dice a NewsTown - ha regnato solo l'immobilismo. Qualsiasi cosa - continua Fiordigigli - è migliore della morte del GranSasso, ma non sono informata in che termini il Sindaco sta trattando. Da parte mia non c'è più fiducia verso il Comune, vogliamo vedere i fatti. Se arriveranno, allora si faranno le lodi a chi salverà questa situazione. La trasparenza - continua l'albergatrice - deve esserci non solo per noi ma per tutta la cittadinanza, perché il Gran Sasso è un bene pubblico, uno dei pochi rimasti in zona. Ben venga l'applicazione del piano d'area, solo così avremo un maggior indotto. Pensavo - conclude Fiordigigli - che Invitalia fosse un discorso chiuso. Apprendo con piacere che non è così, ma mi fido solo delle carte".