"Il lavoro è aumentato di 500 mila occupati nei due anni e mezzo da quando siamo al governo e di 299 mila occupati nell'ultimo anno. Questo non risolve il problema della disoccupazione italiana che per il nostro Paese è un problema storico".
Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, intervenuto stamane a L'Aquila nell'ambito di un incontro inserito nella prima edizione del Festival della Partecipazione, iniziato ieri e in programma fino a domenica.
Più di ottanta gli eventi in programma tra dibattiti, lezioni magistrali, laboratori ed eventi di ogni genere. Il Festival, che ha ricevuto la medaglia del presidente della Repubblica, è promosso da ActionAid Italia, Cittadinanzattiva e Slow Food Italia, insieme al Comune dell'Aquila.
"L'Italia - ha osservato il ministro - ha sempre avuto un tasso di occupazione più basso della media europea. Questo problema non è neanche nato con la crisi, lo ha solo pesantemente peggiorato. E' quindi un dato storico del nostro Paese".
Poletti ha quindi osservato come vi siano scelte "le strade per fare le riforme: quelle del lavoro e quelle dell'economia. Ciò perché l'unica maniera per affrontare stabilmente il tema del lavoro è che cresca l'economia, che nascano delle imprese, che quelle che ci sono crescano e che gli investitori internazionali possano venire in Italia convinti che in questo paese ci sono delle buone opportunità. Questo - ha sottolineato il titolare del Dicastero del Lavoro - è quello che bisogna fare e noi lo stiamo facendo anche cercando di alzare il tasso di capacità, di competenza dei nostri giovani perché, ad esempio, introducendo l'alternanza scuola-lavoro abbiamo cercato di mettere in relazione l'esperienza didattico formativa della scuola con l'esperienza del fare dell'impresa".
Poletti ha sostenuto che, per scongiurare la disoccupazione, occorre portare a termine le riforme.
"Ne abbiamo già avviate tante" ha detto il ministro "alcune portate a conclusione come quelle sul lavoro. Credo che bisogna portarle a compimento tutte perché abbiamo bisogno di produrre un contesto utile e interessante per la crescita e lo sviluppo".
Per Poletti, "questo significa avere una giustizia che funziona, servizi che funzionino, stessa cosa per le infrastrutture. Vuol dire anche avere un terzo settore, un associazionismo, un volontariato che, con la nuova legge che abbiamo messo in campo, si troverà regole più semplici, più chiare, più definite e potrà svolgere meglio il proprio ruolo partendo dall'idea che noi coltiviamo che prima dello Stato nel mercato viene la società".
Il ministro ha, pertanto, sottolineato che "bisogna evitare quello che si è fatto storicamente, ovvero, che, quando il mercato è un problema perché non c'è niente da guadagnare e quando lo Stato non se ne occupa perché non ha più soldi, alla fine si chiama la Croce Rossa o il Pronto Soccorso che è l'associazionismo che è il volontariato che sono le associazioni, che sono le fondazioni. Questo - ha proseguito Poletti - è un impianto sbagliato perché non mette in valore la capacità di progettazione, di partecipare da parte di questo mondo alla definizione delle soluzioni. Quindi - ha concluso il titolare del dicastero del lavoro - bisogna mettersi in testa che prima dello Stato, prima del mercato c'è la società".