Giovedì, 28 Luglio 2016 13:11

Bilancio, in Consiglio manca numero legale: banchi della maggioranza vuoti

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Sono passate da poco le 10.

Il presidente Carlo Benedetti - che ha convocato il Consiglio comunale con, all'ordine del giorno, l'aggiornamento della tariffa Tari, la tassa sui rifiuti, oltre che la variazione dell'assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri riferiti all'esercizio finanziario 2016 - chiama l'appello.

Nella foto a destra, i banchi del centrosinistra. In basso, i banchi della Giunta. La maggioranza non è in aula, eccetto i consiglieri Antonio Nardantonio e Giuseppe Ludovici (se può ancora considerarsi di maggioranza). Dodici i presenti, alla seconda chiamata saranno 11: manca il numero legale e, dunque, il Consiglio comunale viene sciolto.

Prevedibile, sia chiaro. Si è trattato, tuttavia, di uno 'schiaffo' alla dignità dell'assise civica che rappresenta, o dovrebbe rappresentare, i cittadini elettori. La maggioranza avrebbe potuto presentarsi in aula, consentire l'apertura dei lavori e, così, spiegare chiaramente alla città, in sede istituzionale, cosa stesse accadendo e perché. Per poi, far mancare il numero legale.

Non è accaduto.

Dicevamo che il rinvio della discussione sull'assestamento di bilancio era più che prevedibile. I motivi sono noti, e ne abbiamo scritto nelle settimane passate. Ricorderete il lungo tiro alla fune con il Governo Renzi per reperire i fondi necessari a chiudere il bilancio di previsione: per la prima volta, l'esecutivo non aveva apposto neppure un euro a compensazione delle maggiori spese e delle minori entrate sopportate dal Comune dell'Aquila nel post-terremoto. All'ultimo respiro, si arrivò all'approvazione del documento finanziario, un bilancio tecnico, lacrime e sangue, con la promessa dell'esecutivo che sarebbero arrivati 16 milioni (8 in meno dei 24 richiesti) col Decreto Enti locali. Con l'assestamento, venne spiegato allora, sarebbe stato varato il bilancio 'vero e proprio', con il decreto che, nel frattempo, avrebbe completato l'iter di approvazione.

Non è andata esattamente così. Il decreto, in effetti, è stato approvato, e i 16 milioni garantiti, ma il diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli. Alla pubblicazione dell'atto in Gazzetta ufficiale, ecco la sorpresa: nessuno si accorge che all'articolo 3, nero su bianco, viene scritto che il contributo è destinato "al ristoro per le entrate tributarie delle tasse per la raccolta di rifiuti solidi urbani afferenti agli esercizi precedenti al 2016".

E' il termine precedenti a scatenare un putiferio. Una semplice parolina, infatti, rende impossibile, per l'amministrazione, coprire con i soldi del Governo la spesa per il contratto di servizio con Asm da 14.5 milioni di euro, di cui 3, appunto, sarebbero dovuti provenire dalle risorse assicurate dall'esecutivo.

Lo sbaglio poteva significare un ulteriore aumento della Tari del 27%: un vero e proprio salasso per gli aquilani, per le famiglie e, in particolare, per gli esercizi commerciali, considerato che la tassa è stata già aumentata del 23%. Per evitarlo, è iniziata un'altra battaglia politica per emendare l'articolo 3: dunque, in fase di conversione del Decreto alla Camera è stato approvato l'emedamento istruito dal deputato Antonio Castricone (Pd) che ha chiesto e ottenuto venissero definitivamente soppresse le parole "afferenti agli esercizi precedenti al 2016".

Non c'era il tempo tecnico, però, per l'ulteriore, e necessario, passaggio in Senato che, con ogni probabilità, voterà la conversione del Decreto tra martedì e mercoledì della prossima settimana, oltre il tempo massimo imposto, per legge, all'aggiornamento della Tari e alla variazione di bilancio.
Così, per evitare un ulteriore inasprimento della tariffa sui rifiuti - si fosse aggiornata oggi, stante le cose, non si poteva che aumentarla di un ulteriore 27%, non essendoci copertura - la maggioranza ha deciso di far mancare il numero legale.

E che succede, ora? Arriverà una diffida, l'ennesima, del Prefetto Francesco Alecci, a imporre al Consiglio comunale, pena lo scioglimento, l'assestamento di bilancio entro e non oltre i venti giorni dalla notifica. Che potrebbe arrivare tra martedì e, più probabilmente, mercoledì 3 agosto: così, ci sarà il tempo per attendere la conversione definitiva del Decreto emendato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con il Consiglio comunale che verrà riconvocato il 22 di agosto per la sospirata approvazione dell'assestamento, il bilancio vero e proprio, come detto.

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Cialente: "Coraggio e responsabilità dell'amministrazione per risolvere un problema creato a livello parlamentare"

"Ottenere i 16 milioni necessari all'istruzione del bilancio è stata una delle operazioni più complicate, soprattutto dal punto di vista umano e politico, per Massimo Cialente".

Il sindaco dell'Aquila si aggira tra i corridoi di Villa Gioia. Il Consiglio comunale è stato appena sciolto per mancanza di numero legale e il primo cittadino, che non si è presentato al momento dell'appello, improvvisa una conferenza stampa per spiegare alla città cosa sottende alla decisione di lasciare vuoi i banchi della Giunta e della maggioranza. "Il bilancio che ci apprestiamo a varare, rispetto all'anno passato, manca di 8 milioni e, come non bastasse, non ci è stato riconosciuto neppure il milione e mezzo a parziale copertura della Tasi che ci era stato assicurato dal Governo lo scorso anno. Ci stiamo facendo carico, insomma, anche dell'abolizione della Tasi per le seconde case dei centri storici. Variamo un bilancio con 9.5 milioni in meno", sottolinea.
"E' un bilancio complicato, chiaramente, e ancora non riusciamo a risolvere il problema legato alle prescrizioni del Patto di Stabilità: come noto, sul nostro documento finanziario transitano anche i fondi per la ricostruzione privata e non si riesce a far capire che non dovrebbero essere computati nel bilancio d'amministrazione"

A fronte dei problemi, però, incalza il sindaco dell'Aquila, "il bilancio eravamo pronti a votarlo, con una seria di tagli necessari. Cosa è accaduto, invece? E' accaduto che, a livello parlamentare, è stato commesso un errore tecnico, un errore blu fossimo ancora a scuola, imputabile a chi ha scritto il testo del Decreto. Non si sono accorti di aver fatto una corbelleria: non puoi darmi soldi per bilanci precedenti che sono già stati chiusi".

Si è lavorato, dunque, ad un emendamento che modificasse il discusso articolo 3.  "E siamo riusciti ad ottenere la modifica del testo, alla Camera, grazie al lavoro di Stefania Pezzopane, di Antonio Castricone e Ettore Rosato, capogruppo del Pd a Montecitorio; tuttavia, è necessario il passaggio in Senato che non approverà il decreto entro il 31 di luglio. Per un problema di incastro di leggi, insomma, oggi non possiamo votare nulla perché, se votassimo, saremmo costretti per legge ad aumentare la Tari di un ulteriore 27%, mancando 3 milioni di euro".

Dunque, la decisione di far mancare il numero legale. "Così, avremo il tempo per approvare l'assestamento senza ulteriori aumenti della tassa sui rifiuti entro i 20 giorni di proroga che verranno concessi dal Prefetto che ho avuto la premura di avvertire per tempo".

Cialente anticipa le polemiche che si scateneranno di lì a qualche minuto. "Vorrei segnalare che, ancora una volta, l'amministrazione è riuscita ad ottenere 16 milioni di euro che, il Governo, non voleva darci. Un grande successo. E poi, va ribadita la grande capacità, il coraggio e la decisione, se permettete anche la responsabilità, nel lavoro svolto per porre rimedio ad un gravissimo errore fatto in sede legislativa, e non è la prima volta, tra l'altro".

E sulla Tari: "Un aumento - dice - era necessario. Anzi, l'abbiamo contenuto avendo trovato gli ulteriori 3 milioni che mancavano a copertura del contratto di servizio. Al contrario degli altri Comuni italiani, la nostra amministrazione, in questi anni, non ha mai ritoccato le tariffe al rialzo. Su alcuni interventi, tuttavia, dobbiamo iniziare ad adeguarci. Vedo, e mi arrabbio anch'io, la situazione di alcune strade, invase dalle erbacce. Conosco il problema. Con questo contratto di servizio, però, e pur impiegando tutti i lavoratori di Asm, abbiamo un problema oggettivo di personale e, probabilmente, dovremo rivedere lo stesso contratto. Non vorrei essere costretto a pensare alla privatizzazione di Asm, non voglio farlo. Ma bisogna intervenire, in qualche modo. La città è troppo grande: in questo momento, per esempio, non stiamo tagliando l'erba in centro città perché stiamo lavorando nelle frazioni, dove è tempo di feste, processioni e così via. Fare interventi su 64 centri abitati, su 17 cimiteri, è da città di 400mila abitanti, non di 70mila".

La protesta dei Consiglieri di centrodestra: "Una vergogna, spettacolo imbarazzante per città"

Una vergogna; spettacolo imbarazzante per la città; situazione agghiacciante.

Così, i consiglieri comunali di centrodestra hanno inteso commentare quanto accaduto stamane, in Consiglio comunale. "Uno spettacolo indecoroso, una vergogna politico-amministrativa: la maggioranza sta ridicolizzando la città", ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia, Guido Quintino Liris. "Non si riesce per l'ennesima volta ad approvare un bilancio in tempi utili: siamo abituati, oramai, alle diffide del Prefetto costretto a minacciare lo scioglimento del Consiglio. Di nuovo, avremo lo strumento finanziario approvato dopo l'estate e non sappiamo nemmeno se ci sono i soldi per gestire la Perdonanza, per affrontare l'imminente, eventuali emergenze".

Liris non usa mezzi termini: l'accaduto dimostra, "ancora una volta, l'inadeguatezza di questa maggioranza che non ha più rapporti con il Governo e che è incapace di gestire anche la normale amministrazione. Non so davvero come comunicare la tristezza che provoca vedere il sindaco della città restare fuori dall'aula consiliare, alla macchinetta del caffé. Se la città non ha più la forza di indignarsi rispetto a mancanze tanto macroscopiche, non sappiamo davvero più come denunciare l'inadegutezza e la sciatteria del centrosinistra aquilano".

"La senatrice Pezzopane, che ha celebrato con il solito comunicato stampa la risoluzione dei problemi legati al mancato finanziamento del Governo, non si è accorta dell'errore che era stato commesso alla stesura del Decreto? Non ha controllato cosa si stesse scrivendo sul documento?", si domanda il capogruppo di 'Noi con Salvini', Emanuele Imprudente.

"Abbiamo assistito ad uno spettacolo agghiacciante per la città. Sarebbe stato intellettualmente onesto far aprire comunque la seduta e spiegare chiaramente cosa stesse accadendo. Si parla tanto di trasparenza, di partecipazione: innanzi a queste situazioni, però, si preferisce stare a casa".

Dunque, la lettura politica dei sottili equilibri che sottendono alla maggioranza: "Il Partito che governa il Paese, la Regione, la Provincia e la città sta vivendo, e a livello locale in particolare, tensioni interne fortissime in vista delle prossime amministrative. Tensioni che calate in un contesto di superficialità e pressapochezza, stanno causando un danno dietro l'altro: penso al bilancio, e penso alla situazione della sanità locale, alla gestione del progetto Case".

"Quanto successo oggi, è imbarazzante per la città", incalza Giorgio De Matteis. "A dimostrazione che siamo dinanzi al nulla politico. Come in Regione, anche lì c'è il nulla, e nel nulla dovrebbe esserci anche il prossimo candidato sindaco: è incredibile che a presiedere la Giunta che ha adottato il Piano sanitario sia stato proprio Giovanni Lolli", ironizza. "Di Pietrucci, poi, non posso dire nulla, è stato azzerato. La cosa grave è che anche a livello governativo, non abbiamo alcuna rappresentatività, e quanto accaduto oggi lo dimostra: la senatrice Pezzopane, oramai, è quasi una barzelletta. A questo, si aggiunta che la maggioranza in Comune è completamente sgangherata".

"A livello di decoro urbano - continua De Matteis - la città fa schifo, e intanto si aumentano le tasse che, era stato promesso, non si dovevano toccare. Per non dire delle risorse finanziarie impegnate a copertura di debiti contratti dalla stessa amministrazione, e che si sottraggono a interventi che sarebbero necessari per migliorare la vita dei cittadini aquilani. Penso alla transazione con Banca Sistema, a copertura del mancato pagamento delle utenze al progetto Case e Map: siamo arrivati al punto che la rata mensile è stata rimodulata al ribasso, allungando, però, i tempi di rientro dal debito. Geniale: significa far maturare ulteriori interessi a carico delle casse pubbliche, e allungare ancora i tempi, innanzi alla possibilità che sia sempre più difficile esigere i mancati pagamenti dai morosi".

"Siamo innanzi ad una serie infinita di insuccessi e fallimenti", ha aggiunto Luigi D'Eramo (Noi con Salvini). "Insuccessi che non sono più il frutto della incapacità di un singolo, del sindaco, ma sono principalmente il frutto della incapacità acclarata del Pd aquilano, nella sua interezza, compresi gli aspiranti candidati sindaco per le prossime elezioni. Continuare a parlare di Cialente è come parlare di preistoria politica", ha rincarato D'Eramo. "Cialente non conta più nulla. Le responsabilità politico amministrative sono da attribuire a Giovanni Lolli, Stefania Pezzopane e anche ad Americo Di Benedetto: sono allucinanti le dichiarazioni del primo cittadino che, innanzi alla notizia di indagini a suo carico, ha lasciato intendere potessero essere ritorsioni di poteri forti per la proroga del presidente e del Cda della Gran Sasso Acqua. Parole che non si può far finta di non sentire: siamo innanzi ad un fatto politico".

Quello che è accaduto oggi, "accadrà sistematicamente se, dopo la primavera 2017, il Pd sarà ancora alla guida della città. E siccome gli esponenti di maggioranza che hanno maggiore esperienza hanno compreso l'andazzo, iniziano a sfruttare gli incarichi di natura istituzionale che ricoprono non più per la produzione amministrativa ma per ottenere consensi su se stessi: è il caso di un presidente di commissione che, terminata una delle ultime riunioni, ha subito attivato un giro di telefonate per chiamare alcune realtà sportive e sottolineare come ci fossero stati interventi che potevano essere letti come negativi nei loro confronti. Significa che non c'è più una regia, un comando: siamo innanzi ad una guerra tra poveri che cercano di conquistare almeno un seggio per se stessi e che puntano a vincere le elezioni appoggiandosi alla triade. La città lo ha compreso, e noi dobbiamo dire basta".

A conclusione, l'affondo di Daniele Ferella che si è rivolto direttamente al Prefetto Alecci: "Spero che la diffica non arrivi il 2 o il 3 di agosto, ma sia protocollata in Comune già lunedì 1 agosto: c'è tutto il tempo per scriverla e protocollarsa senza ulteriori perdite di tempo, anche perché stiamo tenendo una conferenza stampa che denuncia quanto accaduto in Consiglio". A dire che il Prefetto dovrebbe accorciare i tempi: significherebbe mettere in ulteriore difficoltà la maggioranza, evidentemente.

Ultima modifica il Lunedì, 22 Agosto 2016 00:34

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