Mercoledì, 11 Settembre 2013 17:29

Ricostruzione, il Comune non fornisce i dati. Apl: "Trarne le conseguenze"

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"Nella delibera sul cronoprogramma del centro storico fu approvato all’unanimità un nostro emendamento che disciplina la rendicontazione dettagliata, ogni quattro mesi, dello stato di avanzamento della ricostruzione con anche le previsioni per il quadrimestre successivo. Un modo costruttivo per contribuire alla ricostruzione: infatti, un cronoprogramma senza strumenti di verifica periodica difficilmente potrà essere attuato. Il primo rendiconto doveva essere pubblicato i primi dieci giorni di maggio, cosa puntualmente non avvenuta. Successivamente, in Quinta Commissione, ci fu garantito che in futuro si sarebbe provveduto al rispetto puntuale della delibera. Ma anche il secondo rendiconto, previsto entro il 10 settembre, non è stato pubblicato".

A denunciarlo, in una nota, il gruppo consiliare di Appello per L'Aquila che ha voluto così sottolineare come l'amministrazione continui a non rispettare quanto deliberato dal Consiglio comunale. "Se il Comune non è in grado di fornire i rendiconti previsti dalla delibera sta ammettendo di non poterlo fare per mancanza di informazioni, ovvero di non avere il processo di ricostruzione sotto totale controllo. Il Sindaco e gli Assessori responsabili dovrebbero trarne le dovute conseguenze".

La vicenda sta facendo molto discutere. Non solo perchè l'amministrazione non è ancora in grado di fornire dati certi sulla ricostruzione, ma perché nell'impossibilità di rispettare quanto previsto dalla delibera approvata in Consigio comunale si nascondono frizioni preoccupanti tra la Giunta e il titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione, Paolo Aielli. "Mancano i dati essenziali delle schede parametriche dall'Usra", dichiarò a fine luglio l'assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano, giustificando il mancato rispetto del primo rendiconto previsto per il mese di maggio. A qualche giorno dalla seconda scadenza, settimana passata, come raccontato da NewsTown, la V commissione presieduta dal consigliere Raffaele Daniele si è perciò riunita per discutere del rapporto con il titolare dell'Ufficio speciale.

Un commissario o un dipendente del Comune? Sul contratto da 200mila euro l'anno sottoscritto dall'ex manager Finmeccanica, c'è scritto che lo stesso "viene redatto tra l'On. Massimo Cialente, nella sua qualità di Sindaco del Comune dell'Aquila, e il Dr Paolo Aielli". All'articolo uno viene specificato che "l'incarico è conferito ai sensi della legge 134/2012 e dell'atto di intesa sottoscritto a Roma il 7 agosto 2012, tra il Ministro dell'Economia e delle Finanze, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la Coesione territoriale, il Presidente della Regione Abruzzo, il Presidente della Provincia dell'Aquila e il Sindaco dell'Aquila".

Insomma, l'Ufficio speciale dovrebbe essere a tutti gli effetti un ufficio del Comune dell'Aquila: "Questo va chiarito con il Governo", ha sottolineato a NewsTown l'assessore Di Stefano, "perché o abbiamo derogato agli Enti locali o si sta bleffando. Il commissariamento, l'abbiamo visto, non funziona". Eppure, Paolo Aielli si è rifiutato di fornire i dati "dettagliati, inattesi e ottenuti" delle schede parametriche, "comprensivi della specifica del fabbisogno finanziario e dell'attuale disponibilità, delle eventuali motivazioni ostative al raggiungimento degli obiettivi e delle conseguenti azioni da effettuarsi", come chiesto con una missiva firmata dallo stesso assessore lo scorso 20 Agosto. Anzi.

Il titolare dell'Usra ha risposto con una inattesa vena polemica: "Si apprende con sorpresa che l'Amministrazione Comunale ha disposto che l'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila rendiconti con cadenza quadrimestrale sullo stato di attuazione dei Piani di ricostruzione del Capoluogo e delle frazioni". Richiamandosi a quanto contenuto nella legge n.134 del 7 agosto 2013, la cosiddetta legge Barca, Aielli ha chiarito che al suo ufficio spetta solo "il monitoraggio degli interventi di ricostruzione e la trasmissione dei relativi dati al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Quanto richiesto con riferimento ai dati è disponibile nella Banca Dati Emergenza (Bde), accessibile on line direttamente dall'home page del Comune".

Quindi l'affondo: "Si coglie l'occasione per rappresentare la necessità di un aggiornamento progressivo e, per quanto possibile, tempestivo delle informazioni da inserire nella stessa Bde da parte del personale preposto - ovviamente del Comune - a istruire la pratiche".

In altre parole, Paolo Aielli non ha alcuna intenzione di fornire i dati richiesti dall'amministrazione che, in questo modo, si trova nella impossibilità di rispettare la delibera approvata in Consiglio comunale. Un dissidio preoccupante, senza dubbio. "Ci troviamo di fronte all'ennesimo scontro istituzionale nei processi della ricostruzione post sisma tra la maggioranza di centro sinistra al Comune dell'Aquila e, in questo caso, il dottor Aielli super dirigente dell'ufficio Usra. Il tutto avviene all'insaputa della città e di gran parte del Consiglio comunale, secondo uno schema di omertà ben noto che caratterizza l'operato dell'amministrazione Cialente", hanno sottolineato i consiglieri comunali D'Eramo e Colonna.

"Da una parte abbiamo il dottor Aielli che sostiene di dover rispondere solo al Dipartimento dello sviluppo delle economie territoriali (presidenza del Consiglio dei ministri), dall'altra l'assessore alla Ricostruzione Piero Di Stefano che rivendica l'autorità e l'agibilità nello svolgimento del suo incarico istituzionale", si legge in una nota. "Non crediamo che il motivo del contendere possa essere relativo al solo fatto che Aielli non vuole rimettere al Comune i dati del lavoro dell'ufficio che dirige, il che sarebbe comunque grave ed omissivo, ma crediamo invece che sotto la cenere possa celarsi una guerra di visibilità su ipotetici risultati da cogliere o cosa ancora peggiore per la città uno scontro relativo ai metodi e alle scelte da applicare nei processi della ricostruzione. La storia che si ripete".

I due consiglieri comunali di opposizione hanno poi denunciato il silenzio del sindaco Cialente, silenzio "che ha un nome: sfiducia nei confronti del proprio assessore". Pronta la replica del primo cittadino: "Sono allibito di come stia montando una vicenda ed una polemica che proprio non capisco e non capiamo", ha scritto sulla sua bacheca Facebook. "Non basta che la macchina sia partita al punto che, in 8 mesi scarsi, abbiamo dato contributi per 870 milioni e che entro settembre spenderemo tutti i 985 milioni. Non basta che la ricostruzione pubblica sia partita. No, devono uscire polemiche per sfasciare la macchina. Allora vi dico come vedo io le cose, io che sono poi il responsabile finale".

Il sindaco ha spiegato che l'Usra è una struttura nuova, che non ha precedenti, che si è messa su per sbloccare il problema commissariamento: "E' una struttura complessa: da un lato dipende dal Comune, dall'altro è il terminale del MEF e quindi del governo. Equilibrio delicato, che vede il Comune comunque protagonista primo. Questo è quello che provammo, e credo visti i risultati, con successo, a mettere su con Barca. La ricostruzione dell'Aquila passa per il lavoro del Comune e dell'Ufficio speciale. La ricostruzione dell'Aquila ha quindi due gambe, che devono camminare insieme. Ma come un bambino che impara a camminare, dobbiamo man mano correggere non errori, ma registrare e sistemare una macchina complessa che sta di fatto cominciando a girare sulla pista per la prima volta. Non vi sono polemiche, non vi sono rivalità o sfiducie".

Comprensibile, certamente. Resta, però, la realtà dei fatti: per ora, è impossibile per l'amministrazione pubblicare il rendiconto quadrimestrale contenente i dati sulla ricostruzione stabiliti dalla delibera. Non è dato conoscere quali sono i risultati attesi da un quadrimestre all'altro, il numero e l'ammontare dei contributi erogati, il loro dettaglio e la destinazione, il numero dei nuovi cantieri avviati e di quelli conclusi, le pratiche di ammissione al contributo presentate e quelle ammesse. Ignoti il fabbisogno finanziario programmato e le fonti di finanziamento previste, la disponibilità finanziaria residua immediatamente utilizzabile e le eventuali azioni correttive per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Al di là delle polemiche politiche, la realtà è questa. "Il danno maggiore lo continuano a subire i cittadini, privati del loro diritto sacrosanto di conoscere, con atti ufficiali e non a chiacchiere, il reale stato della ricostruzione e delle risorse disponibili", incalza il gruppo consiliare di Appello per L'Aquila che lascia sospesa una domanda a cui sarebbe importante rispondere al più presto: "come si può pianificare e programmare senza avere i dati a disposizione? Come si potrà in autunno battere cassa al Governo senza dati credibili?".

Ultima modifica il Giovedì, 12 Settembre 2013 02:48

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