"Il quadro che emerge è quello di una frenetica ed impulsiva corrispondenza tra governo regionale e alcuni uffici del Dipartimento Politiche agricole ma a noi sembra piuttosto una telenovela a tinte oscure, dai contorni ancora poco chiari e a tratti grottesca. La vicenda risale ai giorni antecedenti e precedenti la proroga del bando GAL, Misura 19 del Programma di Sviluppo Rurale, dove si sono scritti atti e verificati atteggiamenti che mai si erano registrati durante la vita amministrativa della nostra Regione".
Questa la premessa con cui i consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo e Paolo Gatti hanno aperto la conferenza stampa dove hanno denunciato "la grave situazione consumatasi all'interno del Dipartimento Agricoltura dove il Presidente D'Alfonso ha svolto una attività non chiara attraverso un suo intervento negli aspetti di gestione, messa per iscritto in due note, affinché il Direttore si adoperasse per una proroga del bando a ridosso della scadenza del 9 settembre".
"Ci sono due vicende distinte che si intrecciano tra loro – hanno spiegato i consiglieri regionali forzisti – come dimostrano i documenti a nostra disposizione. La prima è quella relativa al giorno antecedente la scadenza (l'8 settembre) quando D'Alfonso scrive al Direttore Di Paolo per 'procedere ad una dilazione del termine di scadenza del bando in argomento, per lo meno di altre sette giorni, a motivo delle ferie estive'(?!!). A questa prima nota, il Direttore Antonio Di Paolo risponde alle 19.30 con una mail dove spiega 'che non sussistono margini ragionevoli per consentire alcuna proroga della scadenza' visto sia i tempi troppo stretti imposti dai regolamenti Comunitari sia perché i Gal interessati a partecipare al Bando erano 'a conoscenza da tempo, essendosi data risposta negativa (nello specifico alle richiesta della Camera di Commercio di Chieti per il Gal Costa dei Trabocchi, il 6 settembre), a cura dei competenti Dirigenti, a tutte le domande di dilazione pervenute'.
"Non soddisfatto della risposta il presidente D'Alfonso all'indomani, giorno della scadenza e precisamente alle ore 13, ordina al suo collaboratore Claudio Ruffini una seconda nota più convincente indicando addirittura sia l'ora sia la data della dilazione ossia alle ore 14 del 12 settembre p.v. motivando che tale breve proroga 'consentirebbe ai soggetti interessati, visto l'approssimarsi delle giornate di Sabato e Domenica, di poter concludere le relative istanze di candidatura al fine di depositare secondo le modalità prescritte dal bando'. Ed ecco che nel tardo pomeriggio, sul filo di lana della scadenza, arriva magicamente la proroga richiesta e viene pubblicata sul sito della Regione Abruzzo.
"Un atteggiamento senza precedenti. Ci chiediamo a questo punto se – continuano Febbo e Gatti – l'ingerenza manifestata sia servita ad allargare la partecipazione o solo ad agevolare un concorrente ritardatario. Certo, il fatto che della proroga di tre giorni abbia beneficiato un solo raggruppamento, desta sorpresa e lascia molti dubbi. In tutto questo è da rimarcare il ruolo dell'assessore regionale alle Politiche agricole che formalmente in tutta la vicenda non ha assunto alcuna posizione. Forse era occupato ad occuparsi del calendario venatorio?".
"In questo preciso momento la telenovela sembrerebbe terminata ma si aggiunge ancora un altro aspetto poco chiaro e nello specifico si tratta di una'altra corrispondenza tutta interna al Dipartimento dell'agricoltura. Infatti – spiegano il Presidente della Commissione vigilanza e il vicepresidente del consiglio regionale - – la Determina di proroga (n.DPD167/2016 del 09/09/2016) non viene firmata dal dirigente e responsabile del Servizio per l'Inclusione e lo sviluppo e l'attrattività delle aree rurali ma proprio dal Direttore Di Paolo. Qui si apre un altro giallo. Dopo una nostra richiesta di accesso agli atti leggendo le carte scopriamo che subito dopo la proroga vi è una missiva del Direttore (nota n.0036613 del 13.09) indirizzata al dirigente avente per oggetto 'inadempimento ordine di servizio' dove si evince che lo stesso Di Paolo ha inoltrato 'numerose mail in data 09/0916 con l'ordine di procedere a differire al 12/09 la scadenza fissata col bando per la selezione dei GAL ...e la SV ha opposto un rifiuto secco all'adempimento'. Quindi il Dirigente consapevole dei tempi, del ruolo, dei compiti e, soprattutto, della coerenza del lavoro svolto si rifiuta di preparare e firmare la proroga richiesta nel tardo pomeriggio del 09/09. Tanto è che secondo Mauro Febbo nella missiva di risposta del dirigente Di Fabrizio (nota n.RA42304/16 del 16.09) si legge che 'non erano ravvisabili ragioni di intesse pubblico per concedere la proroga, in quanto, anzi, si sarebbe alterata la par condicio tra i concorrenti Esponendo, tra l'altro, l'Ente al rischio di polemiche, rimostranze, esposti ed iniziative giudiziali. Oltretutto, una proroga così breve e concessa all'ultimo momento..neppure avrebbe consentito un effettivo e generale ampliamento della partecipazione, ma avrebbe rischiato di avvantaggiare esclusivamente alcuni determinati soggetti a scapito di altri'.
E Paolo Gatti rimarca:" condivido il passaggio in cui il dirigente competente afferma "la netta insussistenza di ragioni giuridicamente idonee a sostenere l'ammissibilità e la legittimità della proroga"
E ancora Febbo: "Di fatto, sempre dalla documentazione in nostro possesso, si evince che alla scadenza hanno risposto sette (7) Gal tra quelli già costituiti e quelli costituendi e solo uno, guarda caso del territorio teramano, è arrivato presso il Dipartimento Agricoltura utilizzando la proroga dei tre giorni concessi. Secondo la somma messa a disposizione, 24 milioni di euro, saranno solo sette i Gal finanziati e quindi uno sarà escluso".
"Pertanto – concludono Febbo e Gatti – è palese il pasticcio creato. Sembra una barzelletta, una scena di Zelig ma purtroppo è la cruda realtà. Uno slittamento solo per il week-end è una vera e propria beffa per tutti coloro che si sono impegnati, nei 69 giorni messi a disposizione, nel presentare la documentazione nei tempi stabiliti. Oggi si crea un precedente amministrativo mai verificatosi nell'attività amministrativa poiché mai vi è stata una proroga di tre giorni di un bando, decisa e resa pubblica nel giorno della scadenza, dopo averla negata solo il giorno prima, su richiesta dell'organo politico come si legge nella determina. Un atteggiamento inqualificabile e al contempo inquietante. Anche perché la stessa struttura aveva fornito, come spiega il Dirigente al suo Direttore, un diniego scritto a un'eventuale proroga alla Misura 19 a coloro che ne avevano fatto richiesta. Adesso si aprirà un'autostrada a ricorsi e iniziative giudiziali. Oggi è evidente che la trasparenza amministrativa propagandata dal presidente Luciano D'Alfonso è andata a farsi friggere andando a scalfire uno dei principi cardini della Carta Costituzionale e cioè quello del buon andamento della pubblica amministrazione. Una ennesima pessima e brutta figura nei confronti del mondo rurale con il serio rischio di bloccare e congelare 24 milioni di euro del Programma di Sviluppo Rurale. Dal canto nostro avvieremo un azione di informazione presso gli uffici competenti della Comunità europea con lo scopo di provare a salvare i fondi destinati al funzionamento e alla partenza dei GAL evitando un altro danno, l'ennesimo, alla comunità abruzzese".