Che fine ha fatto il nuovo Piano regolatore?
Mentre la consiliatura si avvia verso la conclusione, il dibattito politico langue e i tempi di approvazione si fanno sempre più incerti.
Tutto è fermo a un anno fa, quando il consiglio comunale votò il documento preliminare, una sorta di rapporto propedeutico (ma molto corposo e dettagliato) contenente alcune indicazioni generali sullo stato del territorio del Comune dell'Aquila.
Da allora, però, non è accaduto quasi più nulla. Il documento avrebbe dovuto ottenere la firma (obbligatoria ma non vincolante) della Provincia ed essere integrato con le osservazioni dei Ctp, i centri territoriali di partecipazione (le vecchie circoscrizioni). Ma ad oggi non si sa a che punto si trovi questo processo.
L'argomento non è stato più affrontato, né in commissione né nelle riunioni di maggioranza.
Quello che era uno dei punti principali del programma elettorale di Cialente – lo stesso primo cittadino ha detto, in più occasioni, che avrebbe voluto chiudere il suo secondo mandato proprio con l'approvazione del nuovo piano, un provvedimento che la città attende da anni (l'ultimo e unico Prg è datato 1975) – sembra essere scomparso dall'agenda politica del centrosinistra.
“Non ne abbiamo saputo più nulla” raccontano alcuni consiglieri di maggioranza “né abbiamo ricevuto comunicazioni sullo stato di avanzamento dei lavori”.
L'assessore Pietro Di Stefano assicura che i tecnici – l'architetto Daniele Iacovone, il consulente esterno al quale il Comune dell’Aquila ha affidato il compito di coordinare la redazione del nuovo piano, e il suo staff, di cui fa parte anche la dirigente comunale Chiara Santoro – stanno lavorando e che siamo ormai alle battute finali.
Non si sa ancora, tuttavia, quando il documento definitivo approderà in aula per il voto finale. Considerando che prima dovrà esserci un ulteriore passaggio in commissione, i più ottimisti dicono non prima di dicembre.
Siamo sul filo di lana, insomma, e il rischio che finisca tutto su un binario morto è molto concreto.
“Sarebbe meglio chiudere entro la fine dell'anno” afferma un esponente della maggioranza “Se si scollinerà oltre vorrà dire che si andrà a finire a ridosso delle elezioni ma a quel punto sarebbe difficile, oltre che poco opportuno dal punto di vista politico, far approvare un atto tanto importante come il Prg in piena campagna elettorale. Ci provò Tempesta nel 2007 ma ci fu una vera e propria rivolta di tutto il centrosinistra, a cominciare da Cialente”.
“I tempi tecnici ci sarebbero anche” dichiara, sempre a microfoni spenti, un altro consigliere di centrosinistra “quella che sembra mancare è la volontà politica. Questo è un Prg che ha come principio guida lo stop al consumo di territorio, la riqualificazione e la ricucitura delle periferie e non potrebbe essere altrimenti visto che il territorio comunale, così come è diventato, è praticamente saturo. Un Prg del genere, forse, potrebbe dare fastidio a qualcuno, a chi avrebbe interesse a costruire ancora, ed è forse per questo che le cose stanno procedendo a rilento”.
Come a dire che dietro i ritardi a cui stiamo assistendo non ci sarebbero solo normali tempi tecnici di istruttoria ma anche le pressioni di qualcuno, di un trasversale partito del cemento.
“Purtroppo in Italia non interessa più la pianificazione urbanistica” commenta il consigliere di opposizione Pierluigi Properzi, professore ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso l’Università dell’Aquila e responsabile scientifico e curatore del Rapporto dal Territorio dell'Inu (l'Istituto Nazionale di Urbanistica) “e questo non accade per colpa della disciplina ma della politica. Direi che il Comune dell'Aquila si è accodato a questo andazzo, con l'aggravante che qui c'è una ricostruzione che procede nel caos”.
“Non è questione di tempi ma di scelte” ammette l'assessore Di Stefano “E' il momento di chiudere la fase di discussione e di arrivare a una decisione”.
Il nuovo Prg dovrebbe affrontare una serie di questioni nodali per il futuro della città, come l'immane surplus di case e abitazioni che ci sarà tra qualche anno (e che anzi inizia già ad esserci), man mano che la ricostruzione si avvierà verso le conclusione, in un quadro generale di calo demografico; o l'abbattimento selettivo di alcune piastre del Progetto Case ventilato da Cialente e da altri esponenti della maggioranza.
Inoltre, come detto, è uno dei punti qualificanti del programma con cui il sindaco venne rieletto nel 2012. La sua mancata approvazione sarebbe un fallimento difficile da giustificare.