Venerdì, 07 Ottobre 2016 21:39

Accord Phoenix, De Matteis annuncia interrogazione parlamentare

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Che dirà ora il sindaco Cialente, "Pinocchio oramai conclamato, che si era presentato in conferenza stampa con un gufetto? Tanto eravamo gufi, da avergli anticipato per tempo che la vicenda Accord Phoenix presentava diversi aspetti poco chiari e che, dunque, era opportuno approfondirne meglio i contorni". E che diranno "quei sindacalisti che, in modo strumentale e squallido, vennero ad insultarmi mentre tenevo una conferenza stampa per sottolineare alcune criticità a tutela dei lavoratori?".

Si toglie più di un sassolino dalla scarpa Giorgio De Matteis, a qualche ora dal durissimo botta e risposta tra sindacati e Accord Phoenix che ha sollevato il velo su quanto sta accadendo all'ex polo elettronico dell'Aquila.

"E' ormai evidente, a nostro parere, che siamo in presenza di soggetti che poco hanno a che fare con l'imprenditoria", l'affondo di Fiom, Film e Uil. "Nei pochi incontri svolti con il sindacato, rispetto al piano industriale, sono state fornite informazioni contraddittorie sia sui fornitori sia sui clienti finali. All'inizio più che un'impresa sembrava un'opera pia, preoccupata più all'aspetto sociale che a quello industriale, successivamente più intenta ad assumere responsabili che lavoratori.

Ed in effetti, ad oggi, su 24 persone assunte solo 9 sono impegnate direttamente in attività produttive, "gli altri vagano per lo stabilimento impartendo ordini spesso contradditori", hanno aggiunto i sindacati. A 'denunciare' che le assunzioni non stanno tenendo conto delle priorità che la politica e la stessa azienda avevano garantito. "Sulle ipotetiche 128 assunzioni, ci avevano spiegato che per professionalità particolari avrebbero dovuto pescare fuori dal bacino individuato, i lavoratori già impiegati nell'ex polo elettronico, e che tali assunzioni avrebbero riguardato una decina di persone. Al contrario, sono stati assunti personaggi non facenti parte dell'ex polo che non spiccano per qualifiche particolari: le motivazioni di queste assunzioni dovrebbero essere spiegate attraverso un percorso trasparente".

Con decine di lavoratori ormai senza sostegno al reddito, in azienda - raccontano i sindacati - circolano una miriade di consulenti, vengono elargiti stipendi da 'favola' ai non operativi e vengono assunti lavoratori che già avevano un lavoro a tempo indeterminato con professionalità che potevano essere individuate all'interno del bacino dell'ex polo elettronico. E intanto, arrivano pochi camion "con monitor 'antidiluviani' misti a 'mondezza' che rendono sempre più difficoltoso il lavoro dei 9 unici lavoratori. Sarebbe opportuno che l'azienda in modo trasparente comunichi la provenienza di questi materiali. Abbiamo l'impressione che si stia prestando più attenzione a spendere i soldi che a fare impresa".

Un quadro a tinte fosche. E la reazione della società, affidata ad una nota, non ha certo diradato le nubi. "La nostra azienda ha sempre agito con coerenza, consapevolezza e capacità nel proseguimento degli obiettivi prefissati e nel rispetto degli impegni assunti, respingendo qualsiasi pressione da qualsiasi parte sia essa provenuta", la replica di Accord Phoenix. "Gli unici riferimenti cui abbiamo guardato e continuiamo a guardare sono la cultura della legalità, della trasparenza e dell'assunzione della piena responsabilità del nostro agire. Fare deduzioni soggettive sull'operato di un'iniziativa privata - si legge nella nota - è cosa del tutto presuntuosa che prescinde dagli interessi di coloro che dovrebbero essere, invece, rappresentati".

Una risposta che non entra, come detto, nel merito delle criticità sollevate dai sindacati. "Situazioni gravi che avevo già denunciato", ribadisce De Matteis in conferenza stampa. "Innanzitutto, la società non può parlare di iniziativa privata, avendo beneficiato di un contributo pubblico di 11 milioni di euro, risorse che, bene ricordarlo, sono destinate allo sviluppo economico del territorio; inoltre, andrebbe chiarito il ruolo dei così detti consulenti, avendo le risorse pubbliche finanziato la produzione e non attività di consulenza; e ancora, come mai i lavoratori assunti, sino ad ora, sono soltanto 9?".

Non solo. De Matteis pone altre domande, che dovrebbero trovare una risposta chiara nelle prossime ore: "I sindacati parlano di confusione, di camion che portano 'mondezza': ci chiediamo, che tipologia di lavoro viene svolta in azienda? Da dove proviene il materiale lavorato, come e dove viene eventualmente smaltito? Di che quantità parliamo?".

"Chiederemo al sindaco Cialente una dettagliata spiegazione, attraverso le fonti che riterrà opportune", promette De Matteis che, poi, annuncia anche una prossima interrogazione parlamentare "per conoscere costa sta accadendo nell'ex polo elettronico. Quante risorse finanziarie pubbliche sono già state trasferite? Quanto è stato speso fino ad ora del finanziamento concesso? E come?".

Tra l'altro, se è vero che Invitalia aveva dato il via libera al finanziamento da 11 milioni per l'insediamento di Accord Phoenix, è vero anche che - la notizia è del giugno 2015 - aveva posto condizioni imprescindibili per l'erogazione dei fondi. In particolare, Invitalia aveva chiesto idonea documentazione attestante la disponibilità dell'immobile, con dati catastali; la conversione a capitale dei crediti vantati dai soci Enertil Investimenti Ltd e Francesco Baldarelli per 2.166,817 euro; la rinuncia della Al One Investment Ltd di crediti per 200mila euro; la delibera e la sottoscrizione del previsto aumento di capitale sociale cash per complessivi 4.5 milioni di euro e il contestuale versamento dei decimi di legge, il 25% corrispondente a 1.125 milioni; la sottoscrizione e il relativo versamento del previsto prestito convertibile da parte di Ogam per 2 milioni di euro e, relativamente al prestito stesso, la stipula del contratto definitivo per un importo minimo di 30 milioni di euro e del versamento alla società beneficiaria dell'importo complessivo minimo di 28 milioni di euro.

"Con l'interrogazione Parlamentare, chiederemo se e come la società ha adempiuto alle condizioni poste da Invitalia", ha concluso De Matteis.

Cialente: "C'è chi lavora contro, chi gioca con interessi contrari e spesso vergognosi, chi pensa di ricavare piccoli tornaconti clientelari"

"Sin dall'inizio De Matteis, ma anche un noto esponente sindacale, fecero di tutto per bloccare l'insediamento di Accord Phoenix. Sfido chiunque a smentirmi: De Matteis, ed altri 'alti' esponenti politici del centrodestra abruzzese, intervennero sia a Roma, sia presso la Confiundustria Abruzzo affinché bloccassero l'iniziativa. Cosa c'è dietro tutto ciò?".

A chiederselo è il sindaco Massimo Cialente che replica, così, alla conferenza stampa tenuta ieri dal consigliere comunale d'opposizione. "A livello nazionale, come si è già verificato con un'altra gravissima interrogazione parlamentare, c'è uno scontro rispetto ai monopolisti della gestione di questi RAAE, settore sul quale l'Unione Europea ha già denunciato, in Italia, la presenza di gravi aspetti di illegalità ed infiltrazioni malavitose. Da parte di alcune forze sindacali, invece, c'è la volontà di continuare ad esercitare pressioni e controlli su assunzioni e scelte industriali. C'è stato, ed ogni tanto riemerge, in ambienti trasversali, il sogno (incubo per la città) di trasformare l'ex Italtel ed altri grandi ex stabilimenti, in centri commerciali".

Questo attacco è molto pericoloso, sottolinea Cialente. "Tra inefficienze e ritardi delle macchine burocratiche delle nostra regione, a tutti i livelli, atmosfere complessive che si respirano, mi dovete spiegare per quale motivo un imprenditore dovrebbe scegliere L'Aquila piuttosto che una città della Puglia, della Basilicata o della stessa Campania, peraltro ormai più organizzate di noi ad accogliere aziende. Qui si continua a pensare che siamo noi a fare un favore alle imprese che decidono di insediarsi in Abruzzo o nell'Aquilano. Ancora non capiamo che non solo in Italia, ma in tutta Europa, c'è una corsa ad attirare imprenditori e quindi lavoro. La verità è che c'è chi lavora contro, chi gioca con interessi contrari e spesso vergognosi, chi ancora pensa di ricavare piccoli tornaconti clientelari".

Dunque, Cialente prova a fare chiarezza: "Accord Phoenix, su richiesta del Sindaco, la prima volta che ci incontrammo, accettò che venissero riassunti i lavoratori, di tutte, ripeto tutte, le aziende dell'ex polo elettronico. Attualmente, cosa che De Matteis e sodali ignorano, Accord Phoenix ancora non avvia l'attività, sia perché sta completando gli impianti e le necessarie procedure, sia perché si sta adeguando la fornitura di energia elettrica con una nuova centrale di distribuzione nell'area del tecnopolo. Attualmente, i dipendenti sono 22: 13 dell'ex polo elettronico; tre in amministrazione; un ingegnere tecnico ambientale; un 'ragnista' con esperienza pluriennale (guida una macchina complicata e pericolosa per tutti gli altri addetti); due tecnici saldatori industriali; due 'commerciali' addetti ad acquisire i materiali e poi a vendere i prodotti ricavati; il famoso consulente, uno solo, è un tecnico scozzese, che è il progettista delle macchine e del ciclo produttivo, ciclo nuovo ed originale. Quindi gli assunti non provenienti dall'ex polo, sono lavoratori con professionalità non presenti tra coloro che si stanno invece selezionando".

Tra l'altro, per alcune mansioni particolari, che nell'ex polo non esistevano, si stanno programmando, ove possibile, corsi di formazione (es. patentini speciali ecc.). "I lavoratori attualmente assunti stanno facendo il 'training on the work', stanno cominciando cioé a formarsi (per poi formare gli altri) ma anche a testare ed affinare il ciclo tecnologico e produttivo. Altro che monnezza. I sindacati mi hanno chiesto di convocare un tavolo: azienda, sindacati, Comune. Lo farò, come ho sempre fatto. Ma la posizione che io porterò sarà quella con la quale ormai da tempo, per mia convinzione, lavoro e conduco anche le aziende pubbliche del Comune: il lavoro è sacro, quindi sono sacre le aziende, qualunque sia la loro dimensione e natura, pubblica o privata. Senza azienda non vi è lavoro. Le aziende vanno tutelate e salvate, sempre, assicurandone efficacia ed efficienza, essendo ormai finito il tempo delle vacche grasse e dello sperpero pubblico ed assistenziale. Anche perché, come nel caso delle aziende di servizi, siano esse pubbliche o private, i cittadini pretendono qualità. L'imprenditore va rispettato, ed invitato a rispettare le regole, ma deve fare l'imprenditore. I sindacati devono fare i sindacati, cioé difendere i diritti dei lavoratori, discutendo, ma senza condizionare, le scelte imprenditoriali, senza mai porre a rischio l'azienda, altrimenti non c'è più il lavoro. Ma queste cose sono troppo serie per i De Matteis. Oggi è dura. Serve la testa, etica della responsabilità, coraggio politico, onestà, intellettuale, ma anche onestà e basta. Chiedo ai miei concittadini di interrogarsi sul perchè di questi attacchi così pesanti ad un imprenditore straniero. Perché?".

Ultima modifica il Domenica, 09 Ottobre 2016 00:05

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