Martedì, 22 Novembre 2016 05:42

Referendum: Lolli e Pietrucci nicchiano, tra Pd e storie politiche personali

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In Abruzzo se lo stanno chiedendo in tanti, tra gli addetti ai lavori della politica e dentro il Partito Democratico.

Cosa voteranno al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre il vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, tra i maggiori influencer della politica aquilana?

I curiosi rimarranno a bocca asciutta, perché nessuno dei due vuole annunciare ufficialmente il voto e perché nessuno dei due boccia o promuove completamente la riforma.

Un atteggiamento, quello di Lolli e Pietrucci, diametralmente opposto alle chiare prese di posizione di altri personaggi importanti del Pd all'Aquila e in Abruzzo: il presidente della Regione Luciano D'Alfonso e la senatrice Stefania Pezzopane si sono apertamente schierati per il , come anche - un po' a sorpresa, soprattutto per la sua storia politica - il sindaco del capoluogo Massimo Cialente, che a old.news-town.it ha annunciato un mese fa di voler sostenere la riforma costituzionale voluta dal premier Matteo Renzi e dal suo governo.

"Non partecipo a questo dibattito - afferma Lolli ai nostri microfoni - perché ritengo poco convincenti entrambe le campagne elettorali, sia quella per il , che quella per il no. E' diventata una cosa tutta politica, si è perduto il merito e non riesco ancora ad orientarmi". Insomma, per Lolli si sbaglia a puntare tutto su pro e contro Renzi. Una visione nettamente diversa da quella di Massimo D'Alema (con cui Lolli è da sempre sodale), che ha fatto delle ragioni politiche del no - per lo più interne al suo partito - le argomentazioni più sostenute in questi mesi.

Le affermazioni di Lolli sono perfettamente coerenti con il suo modus operandi politico: il dirigente aquilano, infatti, è sempre stato davvero poco avvezzo alle prese di posizione nette, bravo com'è a destreggiarsi nelle strategie politiche interne ed esterne al proprio partito. Se voterà  il 4 dicembre - come faranno la maggioranza dei dirigenti politici di vecchio corso del Pd - non lo dirà mai, anche perché si tratterebbe di una scelta non proprio aderente all'universo cui fa riferimento, e per il quale è ancora un forte riferimento. In ogni caso rimarrà un segreto destinato a nascere e morire nell'urna.

E la diplomazia dialettica è la stessa arma utilizzata da Pierpaolo Pietrucci, 26 anni più giovane di Lolli, e come quest'ultimo cresciuto nella tradizione del riformismo comunista italiano, confluito poco meno di dieci anni fa nel Partito Democratico: "Ci sono alcune cose che apprezzo della riforma, come la diminuzione dei costi della politica e la nuova disciplina per i disegni di legge - sottolinea a old.news-town.it - ma mi lascia perplesso il metodo con il quale si è arrivati alla riforma stessa".

"Voglio mantenere un atteggiamento defilato, perché parliamo di un argomento complesso e sono contrario agli endorsement per rispetto del mio elettorato". L'endorsement di cui parla Pietrucci è un'adesione pubblica alla scelta referendaria, come quella che nelle ultime settimane ha spesso postato sui social network anche Massimo Cialente.

Per il consigliere dem la scelta "dev'essere fatta serenamente e liberamente da ogni cittadino, non pensando alla figura di Renzi, che infatti inizialmente ha sbagliato a personalizzare così tanto il referendum".

Insomma anche Pietrucci non dice cosa voterà tra poco più di una settimana, destreggiandosi con scaltrezza in un atteggiamento intimista. Come quello di Lolli, che d'altronde è da anni suo "maestro" di politica.

Ultima modifica il Martedì, 22 Novembre 2016 14:04

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