Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha giurato nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella pronunciando la formula di rito nel salone delle feste. A seguire il giuramento di tutti i ministri al termine del quale il Governo sarà nella pienezza delle funzioni. Gentiloni terrà le dichiarazioni programmatiche del governo alla Camera domani alle 11.
Cinque giorni dopo le dimissioni di Matteo Renzi, nasce così il governo Gentiloni. Il deputato del Partito Democratico ha sciolto la riserva in un colloquio di un'ora con il Capo dello Stato e ha presentato la lista dei ministri. Sono 18, di cui 5 senza portafoglio.
Tutti confermati, tranne Stefania Giannini. Dario Franceschini, Andrea Orlando, Marianna Madia, Beatrice Lorenzin e Giuliano Poletti, che mantengono, rispettivamente, i dicasteri di Cultura, Giustizia, Semplificazione, Salute e Lavoro. Angelino Alfano dagli Interni passa al ministero degli Esteri; al suo posto al Viminale va Marco Minniti. Fuori la Giannini all'Istruzione, sostituita dalla vice presidente della Camera Valeria Fedeli. Maria Elena Boschi è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Nella mattinata di domani, come detto, ci sarà la presentazione in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, per la fiducia che sarà votata entro mercoledì per consentire al neopremier di rappresentare l'Italia al Consiglio europeo di giovedì a Bruxelles.
"Ho fatto del mio meglio per formare il nuovo governo nel più breve tempo possibile, per aderire all'invito del presidente della Repubblica e nell'interesse della stabilità delle istituzioni alla quale guardano gli italiani - ha detto Gentiloni al Quirinale - Come si vede dalla sua struttura, il governo proseguirà nell'azione di innovazione svolta dal governo Renzi e nel contempo si adopererà per facilitare il lavoro delle diverse forze parlamentari volto a individuare nuove regole per la legge elettorale".
La cerimonia della Campanella, che sancisce il passaggio di consegne tra il presidente uscente e il nuovo presidente del Consiglio, si è svolta in un'atmosfera molto rilassata, tra strette di mano e sorrisi. Renzi ha dato a Gentiloni anche una felpa con la scritta "Amatrice", che gli era stata donata da Sergio Pirozzi, sindaco del comune laziale fortemente colpito dal sisma del 24 agosto.
Tutti i nomi
Ministri con portafoglio; Angelino Alfano Esteri; Marco Minniti Interni; Andrea Orlando Giustizia; Roberta Pinotti Difesa; Pier Carlo Padoan Economia; Antonio Calenda Svilupo Economico; Maurizio Martina Politiche agricole; Gianluca Galletti Ambiente; Graziano Delrio Trasporti; Giuliano Poletti Lavoro; Valeria Fedeli Istruzione; Dario Franceschini Beni Culturali; Beatrice Lorenzin Salute; Maria Elena Boschi sottosergetario di Stato alla presidenza del Consiglio.
Ministri senza portafoglio: Anna Finocchiaro Rapporti Parlamento; Marianna Madia Semplificazione e Pubblica amministrazione; Enrico Costa Affari Regionali; Claudio De Vincenti Coesione Territoriale e Mezzogiorno; Luca Lotti Sport.
Le reazioni
Il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, ha ribadito - innanzi alla direzione nazionale - che l'esecutivo Gentiloni sarà a tempo: "Inconcepibile che arrivi a fine legislatura", ha chiarito, aprendo ad elezioni in primavera.
Il premier ha anche un'altra gatta da pelare, quella del gruppo di Ala-Sc, i cui voti potrebbero essere determinanti al Senato. Denis Verdini, infatti, ha annunciato che non voterà la fiducia "ad un governo intenzionato a mantenere uno status quo". "Il governo - ha aggiunto in una nota firmata con Enrico Zanetti - deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio".
"Preferiamo l'originale alla fotocopia. Sc-Ala ha avanzato contenuti e programmi: su questi chiediamo ascolto. Cosi da noi nessuna fiducia", ha aggiunto Saverio Romano, capogruppo Ala-Sc.
Forza Italia ha invece promesso "un'opposizione senza sconti", per voce del capogruppo dei deputati azzurri Renato Brunetta, così da arrivare alla stesura di una legge elettorale "che va scritta in Parlamento" e per la quale le diverse anime del centrodestra sono invitate a sedersi attorno a un tavolo per trovare una posizione comune. In piazza M5S e Lega che hanno disertato le consultazioni col premier: "È un gioco di palazzo a cui non partecipiamo", hanno detto i grillini annunciando una manifestazione per il 24 gennaio, giorno del pronunciamento della Consulta sull'Italicum. Salvini conferma, invece, che ci saranno gazebo in tutta Italia, il prossimo weekend, dove raccogliere firme per le elezioni immediate. Con quale legge? "La nostra proposta, che presenteremo in Camera e Senato, è sperimentata e riadattabile: il Mattarellum".