Martedì, 01 Ottobre 2013 14:23

Altro che spending review, la Regione ha tentato di assumere nuovi dirigenti

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Alla Regione Abruzzo si tenta di assumure. In tempi notoriamente difficili dal punto di vista occupazionale, l'ente vorrebbe dotarsi di nuova forza lavoro. Che sia chiaro, non è stato indetto nessun bando o concorso. Parliamo di un aumento del numero di dirigenti regionali.

Stamane, in Consiglio, è stato presentato un emendamento bipartisan Pdl-Pd a firma Luca Ricciuti - Giovanni D’Amico alla Legge Regionale n. 77/1999 (legge regionale sulla Dirigenza Pubblica), che prevede la possibilità di aumentare il numero dei dirigenti della Regione Abruzzo.

L’atto ha suscitato più di una polemica. Nell’emendamento si precisava che “fino all’espletamento dei concorsi pubblici per l’accesso alla qualifica dirigenziale e comunque per non oltre due anni, l’Amministrazione regionale, gli enti, le aziende e le agenzie regionali, in assenza di figure dirigenziali, possono attribuire le funzioni (…) a dipendenti della categoria D in possesso del diploma di laurea anche di primo livello. Al dipendente incaricato spetta, per la durata dell’incarico, il trattamento accessorio del personale con qualifica dirigenziale”.

Scriviamo al passato perché i firmatari hanno deciso di ritirare l'emendamento. Per ora. Ad opporsi è stato il consigliere regionale del Partito di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo: “La norma proposta prevede che si possano dare nuovi incarichi dirigenziali in attesa di fare concorsi, oltrepassando il numero limite dei dirigenti previsti dalla normativa vigente - ha spiegato Acerbo - che in Abruzzo ci sia un eccesso di dirigenti mi pare incontrovertibile. Ne abbiamo circa 85, una media di uno ogni 10/15 dipendenti, ma in alcuni settori ce n’è uno ogni tre”.

Ha provato a difendere il provvedimento, senza troppa convinzione, il consigliere regionale del Pdl e firmatario del testo Luca Ricciuti, per il quale c’è una carenza di personale dirigenziale in Regione che rende la decisione non più procrastinabile: “Il nostro emendamento è finalizzato a coprire esigenze oggi contingenti - ha affermato - Ci sono posti dirigenziali vacanti che vengono in alcuni casi coperti da altri dirigenti che fanno due funzioni e con un esborso notevole. Ci sarebbero invece funzionari che possono svolgere quelle funzioni". Il vuoto dirigenziale di cui parla Ricciuti è “nei settori sulle politiche del lavoro, della salute ed in quelle competenti nella gestione dei fondi strutturali comunitari”.

Ricciuti sostiene che “sicuramente c’è una pianta organica che deve essere riorganizzata”, ma sembra anche che ritenga poco conviene per lui e per il suo partito toccare il nervo teso dei costi della politica e della pubblica amministrazione, e quindi apre alla strada del dialogo: “Presentiamo l’emendamento in maniera molto 'laica', per cui siamo pronti a ragionare o a ritirarlo. Non c’è problema”.

Per Acerbo il problema dell’organizzazione del personale dirigente si può risolvere senza l’emendamento: “Se ci sono carenze bisogna prendere un dirigente e mandarlo a fare un'altra cosa, riorganizzando l’ente e non aumentando il numero dei dirigenti - ha sottolineato il consigliere del PRC - dove hai un dirigente ogni dieci dipendenti, ci sarà un dirigente ogni trenta e quelli che avanzano le mandiamo nelle altre direzioni. Questo non si vuole fare perché ci sono interessi di difesa corporativa delle posizioni dirigenziali”.

A qualcuno la scelta di assumere nuovi dirigenti nell’organico regionale proprio a fine legislatura ha fatto sorgere qualche dubbio. “Non si prendono nuovi dirigenti in vista delle elezioni”, ha insinuato Acerbo. Ma il consigliere Ricciuti assicura che “nello scorcio di legislatura sarà difficile fare questa riorganizzazione complessiva. Adesso vogliamo risolverla provvisoriamente nella maniera meno impattante possibile, occorrerà poi fare la riorganizzazione complessiva nella prossima legislatura”.

Alcuni rumors interni dell’Emiciclo raccontano che una delle ragioni che si nascondono dietro l’emendamento è che i dirigenti che vivono all’Aquila non vogliono andare a lavorare a Pescara. Anche Acerbo sembra pensarla così: “Io voglio ricordare che ogni mattina ci sono migliaia di lavoratori, di solito pagati molto meno di un dirigente, che devono fare decine e decine di chilometri per andare a lavorare. Lo può fare anche un dirigente”.

Staremo a vedere se si tenterà di ripresentare l'emendamento nelle prossime settimane.

 

Ultima modifica il Martedì, 01 Ottobre 2013 22:51

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