Al termine di una riunione che si è protratta per quasi cinque ore, l'assemblea del Partito Democratico ha dato mandato al segretario cittadino Stefano Albano di formalizzare alla coalizione la proposta di celebrare le primarie; proposta che verrà accolta, non ci sono dubbi: a quel punto, verrà fissata la data, tra la fine di marzo e il primo fine settimana di aprile, non oltre.
Candidature ancora 'coperte'; come noto, l'unica certezza è la discesa in campo del presidente della Gran Sasso Acqua Americo Di Benedetto che ha ufficializzato la volontà di partecipare alle consultazioni. A quanto si apprende, tuttavia, Pierpaolo Pietrucci avrebbe sciolto le riserve e dato la propria disponibilità a 'sfidare' l'ex sindaco di Acciano, forte del sostegno della segreteria, sebbene alcuni esponenti democrat abbiano chiesto al consigliere regionale di 'mantenere' il presidio a Palazzo Silone. Con Pietrucci candidato, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli resterebbe di certo all'Emiciclo e - come avevamo prefigurato ieri - verrebbero meno anche le 'timide' ipotesi di candidatura di Fabio Ranieri e Stefano Palumbo.
Non è stata assunta alcuna decisione però, giusto ribadirlo. Di certo, le primarie non si risolveranno in uno scontro 'dentro' al Pd; saranno consultazioni di coalizione e, dunque, potrebbero presentarsi altri esponenti del centrosinistra 'allargato'.
Resta sul tavolo anche l'ipotesi di una candidatura che sia espressione degli amministratori uscenti, della classe dirigente che, in questi anni, ha governato la città. D'altra parte, il sindaco Massimo Cialente l'ha lasciato intendere chiaramente: "Abbiamo molte carte da poter giocare, tutte valide; nel 2007, corremmo le primarie in 7, ed io e Vito Albano eravamo in predicato - di li ad otto mesi - di ritrovarci insieme nel Pd. Fu una campagna delle primarie forte, vera, sincera, appassionata, piena di proposte e progetti", ha ricordato. "Ci credevamo tutti; prevalsi io, poi vincemmo al primo turno, in una competizione che vedeva - se ricordo bene - ben 5 candidati a sindaco. Auspico primarie come allora: la città deve tornare a discutere, interrogarsi, schierarsi".
Parole che non vanno sottaciute: il primo cittadino uscente, infatti, "peserà molto, sia alle primarie che per l'elezione del sindaco", l'ha sottolineato Carlo Benedetti; e potrebbe essere proprio il Presidente del Consiglio comunale a dar volto alla classe dirigente che teme di essere 'rottamata': "Non mi piacciono le autocandidature", si era schernito Benedetti in mattinata. "Se un gruppo di persone riterrà la mia candidatura utile, però, non mi tirerò indietro". Intendimento confermato in serata. D'altra parte, Pietrucci "è l'alfiere delle nuove generazioni", aveva ribadito ai microfoni de 'Il Messaggero', come a segnare la 'distanza' generazionale, e con Di Benedetto - dovesse vincere, ovviamente - "finirebbe l'esperienza ulivista all'Aquila".
Dunque, l'affondo: "A sinistra, come a destra, vi sono molti autocandidati ma la città non chiama nessuno: anzi, se potesse sceglierebbe un candidato al di fuori della politica, sebbene sarebbe come chiamare un calciatore a fare il chirurgo. Per fare il sindaco, invece, occorre una esperienza d'amministrazione pluriennale". Un primo assaggio di campagna elettorale.
Si è fatta assai più flebile, invece, la possibilità che le forze civiche e partitiche che sosterranno la coalizione da sinistra possano tentare di organizzarsi, puntando ad una candidatura di rottura.