Mercoledì, 08 Marzo 2017 19:42

Cialente su visita Orlando a L'Aquila: "Da qui nasca nuovo progetto politico di governo"

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"La tragedia aquilana e il dramma del terremoto che si è abbattuto su Amatrice, Norcia, Accumuli, Arquata del Tronto, Pescara Del Tronto, ed oggi sull’Alta Valle dell’Aterno, impongono di inserire dei nuovi capitoli fondamentali in un’agenda di Governo di breve, medio, lungo periodo per l’Italia".

A scriverlo, in una nota, alla vigilia della visita a L'Aquila del ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd Andra Orlando, in programma domani pomeriggio all'Ance, è Massimo Cialente.

La nota completa di Cialente

Nel ringraziare Andrea Orlando candidato a segretario del Pd nelle elezioni primarie per aver scelto L’Aquila come tappa di avvio per la sua campagna elettorale, ritengo vada rimarcato il segnale politico che ne deriva.

Partire dall’Aquila vuol dire avviare una riflessione su quelli che sono gli aspetti più importanti sui quali il partito che sa e vuole guidare l’Italia intende costruire un rinnovato progetto politico e un patto con gli italiani. Partire da dove è “più difficile”.

La tragedia aquilana, la più grave dal punto di vista quali-quantitativo, che abbia mai  colpito il Paese negli ultimi 100 anni , ed il dramma del terremoto che si è abbattuto su Amatrice, Norcia, Accumuli, Arquata del Tronto, Pescara Del Tronto, ed oggi sull’Alta Valle dell’Aterno, impongono di inserire dei nuovi capitoli fondamentali in un’agenda di Governo di breve, medio, lungo periodo per l’Italia.

Primo aspetto: la prevenzione delle calamità naturali.

Non è possibile che anche per sisma d’intensità definite moderate, quale è un 6° Richter, l’Italia debba piangere morti e subire danni per miliardi e miliardi di euro.

E’ arrivato il momento di avviare una vera opera di prevenzione , che parta anzitutto da una rigorosa ricognizione del rischio di vulnerabilità sismica e per altri rischi, riferita a tutti gli edifici del paese. Rigoroso e standardizzato approccio, perché solo per questa via si potrà avviare una vera programmazione degli interventi  da attuare con la piena consapevolezza e valutazione delle somme necessarie. Sino ad oggi ciò non è avvenuto.

E’ una scelta anzitutto morale, etica sulla quale chiamare a raccolta, su un progetto di lungo respiro per almeno una generazione intera , tutti i giovani del Paese perché l’Italia è già, e sarà, la loro e dei loro figli.

Secondo aspetto: rideterminare le scale della responsabilità di ciascuna articolazione dello Stato su ciascun aspetto relativo alla prevenzione, alla gestione delle emergenze, alla fase della ricostruzione.

Qui diventa ormai imprescindibile sciogliere il nodo delle procedure burocratiche dell’intervento pubblico.

Se in tutto il Paese, la problematica degli appalti e degli interventi pubblici è una delle cause della scarsa crescita economica e, quindi, della disoccupazione in tanti settori, in primis in quelli dell’edilizia e dei servizi, diventa insopportabile, ingiustificabile, incomprensibile ed ingiusto quando si blocca o rallenta l’intervento post-emergenziale ( il dramma che stanno conoscendo le popolazioni di Umbria, Marche e Abruzzo ) o esiziale come nel caso della ricostruzione pubblica del cratere aquilano, di fatto ancora al palo dopo 8 anni.
Forse non è più il caso di imporre altre norme anticorruzione, bensì quello di assicurare la pena, severa, per chi corrompe o si fa corrompere, rivedendo i giochini delle prescrizioni.

Terzo aspetto: il rilancio economico e produttivo.

L’assurdità di non mettere in sicurezza il paese e quindi di intervenire dopo le tragedie vuol dire dover far poi fronte ai crolli economici e sociali delle comunità colpite, che si protraggono per anni ed anni e richiedono sforzi  economici ed umani incredibili. Ma questi sforzi posso avere un risultato solo se legati a progetti strategici di sviluppo.
L’Aquila se lo dette e sta cercando di attuare tale progetto. Nella bufera che l’ha colpita, questa nave ha comunque visto un faro.

E’ arrivato il momento, a mio avviso, che l’Italia riscopra nei Comuni, nelle aree metropolitane, nelle Regioni e nell’intero Paese proiettato in Europa, la capacità di elaborare un’idea strategica, catapultata nel tempo. Ciascun Comune e Città metropolitana dovrà essere chiamata a questa sfida; ciascuna Regione dovrà compiere questo atto combinando sinergicamente le scelte di ciascuna comunità. Il Parlamento ed il Governo dovranno farne una sintesi alta con la quale ritagliare all’Italia un alto progetto e quindi di lanciare il suo ruolo in Europa e per l’Europa.

Solo quando tutti gli Italiani e le Italiane sapranno di essere comunque immersi in un percorso,di dover esserne parte, coinvolti  in un progetto o in un sogno, oltre che  a sentirsi motivati e parte di una comunità, sapranno al meglio apprezzare anche provvedimenti di grandissimo valore, come le tante leggi positive approvate dal Governo Renzi ed oggi affidate al Governo Gentiloni. Oggi non vissute come pezzi di un puzzle positivo, ma eventi quasi isolati.

Solo se hai la visione complessiva di un grande mosaico bizantino puoi apprezzare la bellezza di una tessera con un foglio d’oro che ti capita nella mano.

Quarto aspetto:la grande questione dell’Appennino.

Condannato da anni da una marginalizzazione  economica e demografica, accentuata soprattutto dalla sua sismicità. Il suo futuro è da ricavare nella riscoperta dei settori primario e turistico. Proprio la messa in sicurezza del patrimonio dei borghi, a partire dalla ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 24 Agosto in poi, sarà la prova di una rinnovata attenzione politica strategica.

La meravigliosa Italia se diventerà uno dei paesi più sicuri d’Europa, avrà un grande futuro economico soprattutto per le sfide che la tecnologia4.0 imporrà alle prospettive occupazionali.

Questo è il compito che spetta ad un grande Partito, un grande Partito che, pur prendendo atto dei nuovi strumenti d’informazione e partecipazione dei quali disponiamo attraverso il web, non potrà prescindere dal proporsi nel territorio capillarmente come luogo di ascolto, di partecipazione e di antenna capace di captare le grandi e piccole questioni che emergono da qualsiasi comunità.

Queste sono alcune grandi questioni che ci piacerebbe portare alla discussione sulla grande conferenza  programmatica che Andrea Orlando organizzerà a Napoli.

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