“E’ agghiacciante che nella città colpita dal più grave terremoto dell'ultimo secolo, si debba scegliere tra il diritto allo studio e quello all'incolumità personale e alla vita stessa”.
Ad affermarlo è il gruppo consiliare Appello per L’Aquila che vogliamo, dopo che il Tar dell’Aquila ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di genitori degli alunni del liceo Cotugno nel quale si chiedeva di sospendere il provvedimento con cui la Provincia aveva disposto la riapertura parziale della scuola in via Leonardo Da Vinci.
“Con il Decreto del 22 marzo 2017” si legge nella nota di Aplcv “il Presidente del Tar dell'Aquila ha riconosciuto le esigenze cautelari rappresentate nel ricorso contro il provvedimento della Provincia che ha disposto dal 13 marzo il rientro degli studenti del Cotugno nella sede di via da Vinci a Pettino”.
“Un edificio che allo stato attuale è diviso in due” prosegue la nota “con una parte chiusa e l'altra parte, immediatamente contigua, per la quale vengono previsti limiti di carico dimezzati rispetto ai minimi stabiliti dalla legge nelle vie di fuga, e dove sono state ricollocate 38 classi su 31 aule disponibili, sovraccaricando ulteriormente la struttura”.
“Da quando nello scorso dicembre sono diventati pubblici i dati della perizia del 2013 che rilevava criticità strutturali nell'edificio di via Da Vinci” afferma Aplcv “studenti, genitori e personale del Liceo Cotugno hanno chiesto con lettere, diffide, mobilitazioni di ogni tipo che venissero date garanzie sulla sicurezza”.
“Dopo due mesi di chiusura dell'edificio, di cui uno passato a fare turni pomeridiani all'Itis” continua la nota “la risposta che è arrivata dalla Provincia sembra una garanzia dell'esatto contrario: che quella sede non è sicura. E il decreto del Tar conferma come siano più che fondate le preoccupazioni espresse da tutta la comunità scolastica”.
“In attesa che il collegio del Tar si pronunci il 5 aprile” osserva ancora Aplcv “il Giudice monocratico stabilisce che la sospensiva è subordinata all’individuazione da parte delle amministrazioni competenti di una nuova ed idonea sistemazione" che consenta "la regolare prosecuzione dell'attività in condizioni di sicurezza".
“La Provincia” dichiara il gruppo civico “ha dunque obblighi precisi e stringenti, così come l'amministrazione comunale ha il dovere di farsi carico del problema, come peraltro si è impegnata a fare con la mozione presentata da Apclv e approvata due giorni fa in consiglio”.
“Il Sindaco” conclude la nota “è la massima autorità di Protezione civile della città e non è accettabile che per le inadempienze di queste amministrazioni si metta a rischio la vita di centinaia di persone tra studenti e lavoratori, perché non si possono - o non si vogliono - trovare 38 aul dove fare lezione in orario mattutino e in sicurezza. Così come è agghiacciante che nella città colpita dal più grave terremoto dell'ultimo secolo, si debba scegliere tra il diritto allo studio e quello all'incolumità personale e alla vita stessa”.