L'uno, empatico e profondamente 'politico'; l'altro, solido e profondamente 'tecnico'. L'uno, più sicuro sebbene sia apparso piuttosto stanco; l'altro, più nervoso sebbene abbia mostrato una maggiore padronanza delle questioni amministrative.
L'uno, Pierpaolo Pietrucci, ha parlato della sua candidatura come risposta all'esigenza di rinnovamento che esprime la città, sottolineando, però, l'esperienza politica maturata negli anni, in Provincia, in Regione e da capo di gabinetto del primo cittadino; non ha inteso insistere troppo sul concetto di rinnovamento che, in questi anni, ha assunto spesso il significato di rottamazione in seno al Partito Democratico, forse per non porsi in contrapposizione con la classe dirigente uscente ma, in fondo, sente di rappresentarlo, il rinnovamento. In questo senso, ha ribadito che la Giunta sarà, in parte, di continuità con l'amministrazione uscente e, per l'altra, aperta alle migliori energie che sono emerse in questi anni.
Ha dato enfasi, poi, all'immagine di sindaco di un'area vasta, con al centro L'Aquila, dell'area appenninica che vive gli stessi problemi di sicurezza, mancanza di lavoro e rischio spopolamento delle aree interne che fanno da corona alla città. Ha utilizzato concetti come identità, comunità e partecipazione per dare forma agli anni che verranno.
L'altro, Americo Di Benedetto, si è presentato come il candidato della continuità, ha rappresentato la sua 'discesa in campo' come il naturale culmine di una lunga esperienza amministrativa che racconta di risultati concreti messi a disposizione della classe dirigente al governo. E' il candidato dei sottoservizi, d'altra parte, la più grande opera pubblica che si sta realizzando in città, gestita con la più piccola delle società pubbliche. E' l'uomo della mediazione, della politica intesa come cultura del rapporto, disponibilità, capacità d'ascolto.
Ha elogiato il processo di ricostruzione, L'Aquila è città sicura ha ribadito, ha riconosciuto il valore delle Istituzioni culturali stabili, ha fatto leva sulla credibilità dell'autorevolezza, annunciando, tra un passaggio e l'altro, che - da presidente del comitato promotore la Banca dell'Aquila, progetto che ha finito per abbracciare la nascente Banca del Vomano - sta contribuendo all'apertura, in centro storico, del primo sportello bancario della 'Banca Gran Sasso d'Italia'.
Si sono confrontati il fascino di una visione che guarda oltre le mura cittadine, raccontata con linguaggio diretto e capace di parlare all'emotività degli elettori, e la concretezza di una proposta amministrativa, più strutturata, sebbene resa con terminologia tecnica e, per questo, forse meno efficace, dal punto di vista comunicativo almeno.
Pietrucci ha affrontato il tema, spinoso, della vulnerabilità sismica delle scuole, con la proposta di costruire Musp che possano ospitare i ragazzi, già a settembre, così che si possano realizzare le opere di messa in sicurezza necessarie a rendere sicuri gli edifici, se non procedendo addirittura con le demolizioni e la ricostruzione. Immagina di destinare il progetto Case agli studenti universitari, ha ribadito la necessità di collegare L'Aquila all'Adriatico e al Tirreno su ferro, ha insistito sulla mobilità dolce, sostenibile, ha evidenziato il lavoro svolto, sin qui, per lo sviluppo economico, coi fondi del 4% dedicati, ha chiarito l'importanza di realizzare infrastrutture sul Gran Sasso.
Di Benedetto ha proposto l'idea di una zona tributaria speciale per dare respiro all'economia cittadina, un regime fiscale di favore per le famiglie immaginando l'abbassamento della tassazione, ha prefigurato la possibilità di lasciar gestire le piastre dei progetti Case che insistono nelle frazioni a fondazioni, sul modello degli usi civici. Ha ribadito la necessità di una programmazione, complessiva, delle varianti alla viabilità stradale, sottolineando come le aree protette non debbano rappresentare un ostacolo alla quotidianità dei cittadini che le abitano piuttosto un valore aggiunto: sì, dunque, alle infrastrutture sulla nostra montagna.
Il consigliere regionale e il presidente della Gran Sasso Acqua: tra di loro, il segretario regionale dell'Italia dei Valori, il terzo candidato, Lelio De Santis, chiamato a dare un volto alla coalizione civico progressista, alle forze civiche e partitiche e alle diverse sensibilità raccolte attorno al Partito Democratico. Una candidatura generosa, più che di testimonianza, che si nutre di una lunga esperienza amministrativa e che paga, però, il confronto del tempo con i candidati democrat.
De Santis conosce bene la 'macchina' comunale, e non ha mancato di stigmatizzare le lentezze della burocrazia, l'eccessiva libertà dei dirigenti che, troppo spesso - ha spiegato - non danno seguito agli indirizzi politici. Ha ribadito che il tempo dell'uomo 'solo al comando' è finito, serve una squadra plurale: persone oneste, serie, competenti che si mettano al servizio dei cittadini. E' più libero di lanciare qualche stoccata, d'altra parte, come quando, parlando di cultura, si è scagliato avverso la gestione clientelare delle risorse. E ha sottolineato una questione che gli sta particolarmente a cuore: è possibile abbassare le tasse, recuperando milioni d'evasione fiscale.
Si voterà il 9 e 10 aprile, e saranno primarie vere: gli elettori del centrosinistra dovranno scegliere tra personalità molto diverse, volti di storie politiche ispirate a universi valoriali tanto differenti da parere inconciliabili: De Santis, socialista d'altra scuola, Pietrucci, anima di sinistra della coalizione, Di Benedetto, d'indole centrista, a dare forma - al livello locale - al confronto che si sta consumando anche a livello nazionale, per la segreteria dei democrat, tra Andrea Orlando e Matteo Renzi.
L'uno, e l'altro; il risultato, non è affatto scontato.