Nicola Trifuoggi si è dimesso; il vice sindaco della città ha spiegato stamane, in conferenza stampa, che ritiene il suo mandato "esaurito" e, a 70 giorni dalle elezioni amministrative, ha ufficializzato la volontà di scendere in campo come candidato sindaco, a capo di una coalizione civica: "Penso di poter rappresentare la ventata d'aria nuova di cui la città ha bisogno", ha sottolineato. "Ritengo presuntuosamente di poter rappresentare l'unica speranza di risurrezione della città: L'Aquila o si salva, o entro qualche anno morirà".
Ad ascoltarlo, alcuni "pezzi di città" che sosterranno la sua candidatura: il consigliere comunale Antonello Bernardi, ancora formalmente nel Pd, Paolo Della Ventura e Piergiorgio Leocata del circolo Possibile dell'Aquila, l'ex assessora comunale con delega al bilancio Silvana Giangiuliani, in carica dal maggio 2008 e fino a scadenza del primo mandato Cialente, quattro anni dopo, e alcuni esponenti della fu 'Assemblea cittadina'.
"Nella seconda metà del gennaio 2014 - ha ricordato Trifuoggi - ho incontrato il sindaco della città, su sua richiesta: lo conoscevo di vista, per averlo incontrato in alcune occasioni ufficiali, all'epoca in cui era deputato ed io, invece, Procuratore della Repubblica dell'Aquila. Cialente mi fece un discorso drammatico: mi spiegò che il vicesindaco di allora si era appena dimesso per vicende giudiziarie, lui stesso aveva rassegnato dimissioni che - disse - avrebbe revocato soltanto a patto che avessi accettato di entrare in Giunta. Aggiunse che sciolto il Consiglio comunale, l'Ente sarebbe stato commissariato e la ricostruzione, così, si sarebbe bloccata. Sentii sulle spalle l'enorme responsabilità e accettai, per l'affetto che provo verso la città: accettai senza chiedere informazioni sui membri della Giunta, sulle forze politiche che sostenevano la maggioranza".
Trifuoggi ha voluto ribadire di essere entrato in Giunta "in appoggio alla città, e non ad un partito piuttosto che ad un altro"; in qualità di tecnico, insomma, "e credo di aver svolto con attenzione al mio compito, alla valutazione di regolarità tecnica dell'azione amministrativa". Come a rispondere a chi, nelle prossime settimane, sottolineerà inevitabilmente lo stridere di una candidatura a sindaco in contrapposizione a quel centrosinistra con cui, fino a stamattina, l'ex procuratore ha governato la città. "Non ho accettato l'incarico di vicesindaco per salvare la Giunta Cialente, piuttosto per dare una mano alla ricostruzione della città", ha aggiunto; "Piuttosto, sono state le forze di opposizione che, in alcuni momenti critici per la maggioranzaa, l'hanno sostenuta: per senso di responsabilità, potrebbero rispondere, che non vale, però, più del mio".
In tre anni, "credo di essere riuscito a far passare il principio base per una buona amministrazione", ha continuato Trifuoggi, "e cioé che la opportunità politica di un atto va esaminata solo dopo averne valutato la regolarità giuridica. Sono convinto di aver fatto molto, in questo senso: per esempio, dal mio insediamento le gare d'appalto si svolgono informaticamente, senza l'intervento di un Rup che, per quanto onesto, è tuttavia 'sospettabile'". E comunque, sono più le cose che ha impedito di quelle che ha realizzato, ha inteso sottolineare maliziosamente il vicesindaco: "In molte occasioni, ho messo sull'avviso i vari settori chiarendo che certe cose non si potevano fare; d'altra parte, il mio ruolo non prevedeva di essere daccordo, o meno, con le scelte politiche e, tuttavia, non ho mai votato una delibera in contrasto con le mie convizioni. Ad esempio, non ho votato la sciagurata transazione con Banca Sistema sui crediti ceduti all'Istituto bancario dall'Enel: l'Ente, infatti, avrebbe potuto fare opposizione e si ritrova, invece, a cercare i soldi per pagare le rate pattuite considerata la stima piuttosto ottimistica del recupero dei mancati pagamenti".
Tante cose avrebbe voluto fare, "e non ho potuto, non avendo avuto deleghe pesanti", e tante altre ce ne sarebbero da fare: "va raddrizzata la gestione del progetto Case, costellata di errori politici e amministrativi; va risolta la questione dei puntellamenti che, una volta smontati, vengono riparati alla ex Sercom dove, puntualmente, il ferro viene rubato; va conclusa la costruzione del campo sportivo a Sassa, e così via". Trifuoggi, però, ritiene esaurito il suo mandato, come detto, "più di quanto fatto, infatti, non potrei fare di qui a giugno: ci sono vicende in itinere che spero possano trovare conclusione entro la fine della legislatura, e altre che andranno realizzate poi".
Ecco il senso, dunque, della discesa in campo, come candidato sindaco.
"Ringrazio chi ha avuto fiducia in me, il personale del Comune, in particolare, che porta avanti con grande sacrificio quella che, per molti di loro, e così per me, è una sorta di missione; purtroppo, la macchina comunale funziona poco e male, e considerato lo spirito di servizio, l'impegno, la dedizione di decine e decine di persone che lavorano per l'Ente, significa che bisognerà mettere mano ad una riorganizzazione". Primo punto di un manifesto di governo che, ha spiegato Trifuggi, "presenteremo alla città nei prossimi giorni, chiarendo obiettivi e programmi, alcuni piuttosto ambiziosi; L'Aquila deve riconquistare il ruolo d'effettivo Capoluogo di Regione, in questo senso proporrei la costituzione di una 'Consulta permanente dei sindaci del circondario', e definire la classe dirigente del futuro cui, fino ad oggi, è stato impedito di crescere. Immagino un Consiglio comunale con tante donne e, appunto, tanti giovani: al contrario, la Giunta dovrà essere composta da personalità che abbiano competenze superiori ai dirigenti del settore. E' per questo che ho scelto di candidarmi con una coalizione civica: i partiti, infatti, tendono ad imporre nomi, per le Giunte comunali, non sempre competenti del settore a capo di cui si ritrovano nominati".
Trifuoggi non ha voluto dare elenco dei problemi che vive la città, "li conoscono tutti, i grandi problemi ed anche i piccoli pure importanti, se è vero che L'Aquila dovrà essere ricostruita, e in sicurezza, ma dovrà essere anche vivibile", eppure ha inteso sollevarle alcune questioni: le frazioni, per esempio, "sono state completamente abbandonate", e "quando ho sollevato il problema della mancata ricostruzione mi si è risposto che così imponeva il cronoprogramma, come fosse scolpito nel Corano o nella Bibbia". L'ex magistrato pensa ad Onna: "ricostruirla completamente costerebbe 70 milioni di euro, il 7% dei fondi che, ogni anno, sono stanziati per la ricostruzione del cratere. Si fossero presi 35 milioni l'anno, per due anni, avremmo avviato la ricostruzione completa della frazione, un centro identitario e autonomo, e avremmo lanciato un messaggio importante. Qualche palazzone di periferia, per raggiungere questo obiettivo, avrebbe potuto attendere". E ancora, ha evidenziato i limiti della partecipazione 'imposta' dal Comune: "la partecipazione dovrebbe essere seria, autentica, effettiva. Si pensi ai Consigli territoriali di partecipazione: non ho ancora capito a cosa servano, non hanno potere, nessuno li ascolta, non è previsto si facciano sentire. Al contrario, dovrebbero rappresentare davvero la popolazione delle comunità, altro che listoni unici da Partito Comunista bulgaro; la loro voce dovrebbe arrivare nelle stanze dell'amministrazione, contribuire alle scelte che si assumono su un territorio".
E' tornato, dunque, sul progetto Case, "una storia incompiacata male e che non può finire peggio: l'accettazione del patrimonio immobiliare era prevista da una norma, ma certo poteva essere sottoposta a condizioni; invece, si è proceduto senza che l'allora assessore al patrimonio ne fosse informato (si tratta proprio di Silvana Giangiuliani, ndr), senza le necessarie verifiche di collaudo, nelle condizioni in cui si trovavano e senza aver chiesto neppure un euro per la manutenzione". In ultimo, i parcheggi a pagamento cui - ha ribadito - "sono assolutamente contrario per una questione, stavolta, di opportunità politica", e il Ponte della Mausonia, tra le opere previste nel Masterplan per l'Abruzzo che, ha aggiunto, "non serve a nulla: abbiamo bisogno di ben altro, innanzitutto di mettere in sicurezza le scuole e gli edifici pubblici: mi si dice che le prove di vulnerabilità non sono state eseguite mancando un sistema di valutazione condiviso, mi chiedo, però, come è possibile che il Comune non si sia dotato di un metodo studiato con personale tecnico qualificato che avrebbe permesso, almeno, di avere criteri oggettivi di raffronto tra i vari edifici".
Ha speso qualche minuto anche sul tema delle transazioni finanziarie, quella con la CGRT dell'imprenditore Eliseo Iannini per i lavori di realizzazione della metropolitana di superficie e l'altra, con Impregilo, per la costruzione del mega parcheggio di Collemaggio: "Rivendico a me il merito di aver impedito la transazione per la metropolitana: infatti, si stringono accordi solo dopo averne chiarito i contorni: ho chiesto agli uffici di ricominciare daccapo, di mettere in ordine le fatture inviate al Comune dall'impresa e i Sal versati dall'Ente, che non vorrei avessimo addirittura pagato più del dovuto; gli uffici, mi hanno risposto che non trovano più le carte: ebbene, si vada in giudizio e vediamo se, innanzi al Giudice, i documenti salteranno fuori. Con Impregilo, invece, avevamo raggiunto un accordo conveniente, stante il pronunciamento del Tribunale avverso l'Ente: qualcuno, però, ha preferito mettere i soldi su altro, e non versare le rate stabilite. Ora, l'impresa ha deciso di procedere con il pignoramento delle somme totali richieste: e chi ha assunto certe responsabilità, dovrà darne conto alla città".
Possibile: “La nostra esperienza e le nostre energie per cambiare davvero”
"Saremo componente di una coalizione in grado di offire una reale alternativa a quella che è stata la guida amministrativa del capoluogo di regione degli ultimi 10 anni, cambiando prospettiva ed esprimendo una possibilità concreta già al momento del voto del prossimo 11 giugno: da oggi gli aquilani sanno che tra due mesi potranno decidere di cambiare davvero".
Si legge in una nota del comitato aquilano di Possibile. "Il nostro rapporto con Nicola Trifuoggi – sottolineano gli esponenti cittadini – non nasce oggi, ma come noto ha origine diversi anni fa. A L’Aquila, non essendo mai stato espressione di alcuna forza politica, egli ha fatto da garante di trasparenza dell’azione amministrativa in questa seconda metà della consiliatura comunale, come per altro riconosciutogli da tutti, nessuno escluso".
"Da parte nostra - prosegue la nota - porteremo nella coalizione le nostre idee, la nostra esperienza politica e le nostre energie civiche, maturate dal dopo terremoto ad oggi, periodo trascorso sempre in prima fila - a tutti i livelli, locale e nazionale - nelle battaglie per la rinascita della città e per il recupero del suo ruolo di guida, territoriale e regionale. La nostra scelta, del resto, rispecchia anche quella che Possibile ha fatto a livello nazionale, di autonomia e ricerca dello schieramento di forze più largo. Aggiungendo una grande generosità nel sostenere candidati sindaci non-di-Possibile con una particolare attenzione per le liste civiche, quando queste sono capaci di rappresentare le migliori energie nel campo della cittadinanza attiva. Per questo motivo sosteniamo e correremo con Nicola Trifuoggi, facendo appello a tutte le energie e le menti di questa città, che si rispecchiano nell’impegno cittadino: insieme è possibile farcela, cambiare davvero è possibile".