“Abbiamo portato la palla fino alla linea di meta. Spetterà a chi verrà dopo di noi schiacciarla oltre la linea”.
Usa una metafora rugbystica Pietro Di Stefano, assessore alla Ricostruzione e neo vice sindaco del comune dell’Aquila, per presentare il nuovo Piano regolatore generale (Prg).
Il documento, atteso da tempo – quello vigente, ormai obsoleto, risale a 40 anni fa – è praticamente pronto ma ad approvarlo in via definitiva sarà il prossimo consiglio comunale, quello che nascerà dalle elezioni dell’11 giugno.
Questo perché, spiega Di Stefano, per redigerlo ci è voluto tanto lavoro, un iter “lungo e complesso”; approvarlo proprio nell’ultimo scampolo di consiliatura – o come dice l’assessore “all’ultimo tuffo” - sarebbe stato un errore: “Se avessimo voluto avremmo potuto votare il nuovo Prg anche 8 mesi fa ma sarebbe stato uno sbaglio perché un piano regolatore generale non si adotta a fine mandato, come provò a fare l’ultima giunta Tempesta. Il nuovo piano è virtualmente pronto, è stato già trasmesso al consiglio comunale ed è stato anche digitalizzato in maniera tale che tutti i documenti che lo compongono fossero pubblici e consultabili. Ora si aprirà una fase di confronto con il territorio, per apportare, se necessario, modifiche e arricchimenti. Lasciamo il lavoro fatto a chi verrà verrà dopo di noi. Spetterà a lui decidere se recepirlo o cestinarlo”.
Ricapitolando: secondo Di Stefano sul nuovo Prg, che era uno dei punti fondamentali del programma di mandato del Cialente bis, non ci sono ritardi. L'iter per approvare un nuovo piano regolatore richiede tempo: per quello vigente, ad esempio, ci vollero 4 anni, dal 1975 al 1979. Se si è preferito passare il testimone alla prossima maggioranza è stato soprattutto per senso di opportunità e responsabilità, ossia per non sovrapporsi all’ultima parte di consiliatura e alla campagna elettorale.
Eppure qualche dubbio sul timing scelto dalla giunta per illustrare il nuovo strumento urbanistico – a due mesi dalle elezioni e soprattutto nel giorno delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di coalizione – rimane. “Non c’è nulla di elettoralistico” taglia corto però Di Stefano.
Un Prg fatto in casa
Una delle novità del nuovo Prg, osserva l’assessore, è il metodo con cui è stato concepito. Anziché ricorrere a una pletora di costose consulenze esterne, il comune ha optato per fare tutto in casa propria, riattivando l’ufficio pianificazione, che era stato praticamente dismesso, e utilizzando i tecnici, tutti molto giovani, assunti dall’ente con il concorsone. L’unica consulenza esterna di peso è stata quella dell’architetto Daniele Iacovone, che ha coordinato i lavori e la squadra.
Stop consumo di suolo
Passando dal metodo ai contenuti, il nuovo Prg azzera il consumo di suolo non prevedendo nuove aree edificabili né nuove espansioni su suolo agricolo. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che il territorio è già praticamente saturo e che dopo la regolamentazione delle aree a vincolo decaduto il grosso era già stato fatto.
C’è, però, il discorso dei residui del vecchio piano, quei lotti, cioè, che pur essendo stati dichiarati, a suo tempo, edificabili, sono rimasti vuoti o inutilizzati. Non sono pochi, e, trattandosi di diritti acquisiti dai cittadini, non possono essere revocati. Tuttavia, assicura Di Stefano, non si procederà più alle varianti o all’urbanistica contrattata, anche perché per fare il nuovo piano si è partiti dalla lettura e dal recepimento della normativa vigente a livello sia locale (Regione, Provincia) sia nazionale. “Non è un Prg particellare ma un Prg che contiene un’idea di città” afferma Cialente.
Se il vecchio Prg era dimensionato per 129 mila abitanti, quello nuovo lo è per 137 mila, cifra che si ottiene sommando al dimensionamento e ai residui del vecchio Prg circa 5 mila nuovi abitanti “associati” si legge nei documenti ufficiali “a nuovi programmi complessi e a procedure di partenariato pubblico/privato per la realizzazione della città pubblica”.
Casette di legno: si salveranno solo quelle a norma
Le questioni calde che il nuovo Prg dovrà affrontare saranno soprattutto due: la regolamentazione delle casette di legno costruite in emergenza, dopo il terremoto, e la valorizzazione del Progetto Case.
Sulle casette di legno non ci sarà nessuna sanatoria, promette Di Stefano, “anche perché il comune non potrebbe nemmeno disporla non essendo deputato a farlo”. L’assessore ribadisce che per quelle costruite dietro presentazione della domanda e secondo i dettami e i parametri stabiliti dalla famosa delibera 58 - votata, va ricordato, nel 2009, per permettere a cittadini ancora spaventati di avere un ricovero sicuro e scongiurare così anche lo spopolamento della città – si provvederà a trasformare il provvisorio in definitivo, puntando anche sul fatto che molti manufatti sono stati realizzati dentro le aree bianche.
Tutte le altre – specie quelle costruite in zone a rischio idrogeologico – dovranno essere sgombrate. “Dobbiamo far scomparire il prima possibile tutte le cicatrici prodotte dal terremoto” afferma Di Stefano “Inoltre capisco che avere una casetta di legno possa mitigare l’ansia ma dobbiamo convincerci che le nostre case sono sicure”.
Per quanto riguarda, invece, il futuro del Progetto Case, si dovrà ripartire dalla delibera già esistente, quella che ha esteso il diritto di utilizzo degli alloggi a giovani coppie, studenti universitari, persone con fragilità sociali. Tuttavia, spiega Di Stefano, sarà necessario pensare anche ad altre soluzioni, come progetti speciali affidati a privati tramite bandi internazionali.