Con questa intervista a Pierluigi Biondi si apre uno speciale di NewsTown dedicato alle elezioni comunali dell'11 giugno.
Ogni giorno pubblicheremo un'intervista diversa, una a ognuno dei sette candidati sindaco.
Abbiamo scelto di iniziare dal candidato del centrodestra dopo aver optato, nell'individuazione di un criterio il più possibile neutro e asettico per la pubblicazione delle interviste, per l'ordine alfabetico.
Sicurezza delle scuole; avvio della ricostruzione pubblica; riorganizzazione della macchina comunale; rilancio del Gran Sasso.
Sono questi i punti cardinali del programma con cui si presenta Pierluigi Biondi. Ad essi saranno dedicati anche i primi atti decisionali della sua giunta qualora dovesse essere lui, dal 12 giugno (o dal 26 se si andrà al ballottaggio), a vestire la fascia di primo cittadino dell'Aquila.
Sulle scuole, dice l'ex sindaco di Villa Sant'Angelo, bisognerà attuare un duplice intervento: avviare la ricostruzione di quelle inagibili, ferma nonostante i 48 milioni di euro disponibili nelle casse del comune, e garantire la sicurezza di quelle agibili, in tempo per la riapertura dell'anno scolastico. "Basta scaricare la responsabilità su altri" afferma Biondi "dando la colpa, come ha fatto Cialente, alla burocrazia, al nuovo codice degli appalti o alla mancanza di personale. Il nuovo codice degli appalti è entrato in vigore nel 2016, in mezzo ci sono sette anni in cui si è fatto poco o niente". La dimostrazione del fallimento di questa amministrazione sulle scuole, secondo Biondi, emerge per contrasto dal confronto con il Cratere: "Come mai lì sono riusciti a far partire i lavori di ricostruzione delle scuole e all'Aquila no? La verità è che da parte del centrosinistra c'è stata molta disattenzione e superficialità verso questo tema, riemerso prepotentemente a gennaio quando si è scatenata la paura sul grado di sicurezza degli edifici scolastici. Rispetto a questo punto l'amministrazione Cialente non ha mai fatto chiarezza".
Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, all'interno della quale rientra quella degli istituti scolastici, Biondi ha in mente l'istituzione di una task force di tecnici (da assumere attingendo dalla graduatoria Ripam) e di una conferenza dei servizi permanente, formata dai vari attori istituzionali (comune, provincia, regione, provveditorato alle opere pubbliche, osservatorio regionale appalti), per superare l'impasse che tiene fermi o rallenta i cantieri. Magari chiedendo al governo una deroga, come è stato fatto per il cratere del Centro Italia, nell'applicazione del nuovo codice degli appalti, per velocizzare le procedure.
Altra priorità sarà la riorganizzazione degli uffici comunali, perché è vero che ci sono buchi di organico ma è altrettanto vero, afferma Biondi, che c'è anche del personale "sottoutilizzato o demansionato" che potrebbe essere impiegato e valorizzato meglio. Per rendere più efficiente la macchina amministraiva, specie rispetto alle esigenze dei cittadini, bisognerà informatizzare molte procedure - specialmente quelle di trasmissione dei dati tra i vari settori - attualmente espletate ancora a suon di carte bollate.
Sul Gran Sasso, osserva Biondi, prima ancora che alla riperimetrazione dei Sic, bisognerà pensare alla sostituzione dell'impianto delle Fontari, senza la quale non potrà partire la nuova stagione invernale. Il che vorrebbe dire condannare a morte la montagna aquilana, affossando qualunque futura strategia di sviluppo.
Il concetto più usato da Biondi è quello di pianificazione: senza una progettazione lungimirante degli interventi, in tutti i campi - dall'economia allo sport, dalla cultura all'impiego dei fondi del 4% - ogni iniziativa, a cominciare dalla rivitalizzazione del centro storico, sarà destinata a fallire o ad avere il respiro corto delle politiche spot.
A titolo di esempio, il candidato del centrodestra cita il bando Fare Centro: "Va benissimo il fine per cui è stato pensato ma se non si fa anche un piano dei parcheggi, se la mobilità dentro il centro è preclusa, se la ricostruzione è gestita in modo irrazionale e a macchia di leopardo, come possiamo pensare che quei soldi possano generare iniziative commerciali, artigianali o produttive durature?".