“Dobbiamo difendere il buon lavoro fatto finora e portarlo avanti con un’idea di miglioramento. Cialente? A lui va il nostro ringraziamento, per essere stato il sindaco del terremoto e per aver sempre difeso la città in uno dei momenti più tragici della sua storia. Pelini? La sua presenza nel Pd è perfettamente coerente. La vera incoerenza è di chi riceve chi ha deciso di sfilarsi da un’amministrazione attiva”.
Inizia con le coccole a Cialente e le prime stoccate tirate verso gli avversari - soprattutto verso il centrodestra ma anche verso la coalizione L’Aquila Chiama, “rea” di essersi alleata con Rifondazione comunista, partito che ha fatto organicamente parte della maggioranza che per dieci anni ha governato la città – la campagna elettorale di Americo Di Benedetto e del Partito democratico.
L’occasione è la presentazione ufficiale della lista del Pd.
Nell’ampia coalizione che sostiene Di Benedetto, composta da nove liste, quella dei democratici è sicuramente la nave ammiraglia: una lista dal potenziale elettorale che molti stimano superiore alle 6500 preferenze.
“E’ una lista forte e molto rappresentativa” afferma il segretario comunale Stefano Albano, che correrà in prima persona . “Abbiamo deciso di affiancare all’esperienza di chi ha governato in questi anni il rinnovamento rappresentato da molti under 35 che si affacciano per la prima volta a una competizione elettorale, pur avendo alle spalle anni di attivismo, sia politico che sociale. E’ anche una lista con una significativa presenza femminile: su 32 candidati, 15 sono donne”. [Clicca QUI per leggere tutti i nomi].
L’esperienza di cui parla Albano è data dalla presenta di molti assessori e consiglieri uscenti: Emanuela Di Giovambattista, Carlo Benedetti, Alì Salem, Emanuela Iorio, Gamal Bouchaib, Maurizio Capri, Pietro Di Stefano, Stefano Palumbo, Antonio Nardantonio, Antonella Santilli, Fabio Pelini.
Proprio la candidatura di Pelini è diventata un caso politico: l’assessore con delega all’assistenza alla popolazione non è iscritto al Pd e fino a qualche mese fa faceva parte di Rifondazione comunista. Dopo la vittoria di Di Benedetto alle primarie, Rifondazione ha scelto di rompere con la coalizione di centrosinistra e di appoggiare la candidata di L’Aquila chiama Carla Cimoroni. A quel punto Pelini, che già aveva rotto con il direttivo di Rifondazione, ha presentato le proprie dimissioni, che Cialente però ha respinto.
“Quello che è successo è stato per me un travaglio interiore oltre che politico” spiega Pelini “Ho scelto di candidarmi nel Pd da indipendente e a condizione che avrei mantenuto, in caso di elezione, la mia autonomia. Il che vuol dire che se entrerò in consiglio comunale non farò parte del gruppo dei democratici. Ringrazio il partito per essere stato molto sensibile alle mie richieste e per avermi accolto riconoscendo il lavoro fatto in questi anni. Rifondazione? La scelta di andare con chi, negli ultimi anni, è stato all’opposizione mi sembra folle”.
“La presenza di Pelini nel Pd è la certificazione del lavoro che abbiamo fatto cercando di tenere dentro tutte le sensibilità in una maniera complementare” afferma di Benedetto “La sua coerenza è pari all’incoerenza non tanto di chi esce da un’amministrazione attiva ma di chi quell’incoerenza la riceve”.
Il candidato sindaco spende poi parole al miele per Cialente: “A lui voglio rivolgere un profondo ringraziamento. Cialente esce con grande responsabilità da una fase di amministrazione della città molto difficile e oggi è brutto vedere sulla stampa alcune notizie poco opportune anche perché non più attuali. Cialente al di là delle appartenenze politiche è il sindaco della città dell’Aquila e dovrebbe ricevere riconoscenza e riconoscimento perché è stato il sindaco del terremoto. Non c’è parte politica che possa togliergli questa etichetta di difesa della città, di assunzione di responsabilità e di grande dedizione. Da qui voglio ripartire. Da noi da oggi partirà una grande campagna di ascolto sia interna che esterna, attraverso incontri con il territorio. Cristallizzeremo il lavoro fatto e lo rilanceremo in un’ottica di miglioramento. Non abbiamo giocato sull’utilità del consenso, se l’avessimo fatto avremmo candidato Cialente, Pezzopane, Lolli e Pietrucci, che pure sarebbero stati disponibili a farlo. Ma insieme abbiamo deciso che non era opportuno. Abbiamo fatto una scelta che va in discontinuità. Ci proponiamo al governo della città con persone che si dedicheranno per 5 anni a guidarla. Gli altri ruoli, fondamentali e importantissimi, saranno a complemento di questa azione”.
Alla difesa di Cialente è seguita anche la difesa dell’operato del governo Renzi, che è stato il primo, a detta del Pd, a stanziare fondi certi per la ricostruzione. “Il centrodestra” afferma Albano “non ha saputo fare di meglio che riesumare il governo Berlusconi, l’unico che avrebbe dato i soldi all’Aquila. Vorrei ricordare che nel 2009 fu l’allora maggioranza di centrodestra a bocciare la nostra proposta di istituire, come si era fatto per altre calamità naturali, una tassa di scopo, che ci avrebbe consentito di avere un flusso costante di trasferimenti. Fino al 2014, ovvero fino a quando il governo Renzi non stanziò 6 miliardi di euro, dovevamo andare a elemosinare le risorse di sei mesi in sei mesi. Stupisce poi che certi attacchi vengano da chi in questi anni, pur stando in consiglio comunale, non ha fatto opposizione. E come può chi non sa nemmeno essere forza di opposizione proporsi come forza di governo?”.
“Il centrodestra” attacca Albano “vuole fare una campagna elettorale incentrata sulla paura. Noi invece vogliamo far leva sulle speranze e guardare al futuro, perché si sono ancora tante opportunità che dobbiamo cogliere”.
"Non riusciranno a farci fare una campagna elettorale rivolta al passato" rincara la dose la senatrice Stefania Pezzopane, unico membro della cosiddetta "triade" presente alla conferenza stampa di presentazione della lista (Lolli e Cialente erano assenti per impegni istituzionali; assenti anche Carlo Benedetti e Pierpaolo Pietrucci). "Noi guardiamo al futuro perché siamo classe dirigente. Il Pd ha sempre fornito un sostegno importante a Massimo Cialente e lo sarà anche per Americo Di Benedetto. Le risorse? Per anni il centrodestra ci ha ripetuto che i fondi della ricostruzione non potevano essere usati per le attività economiche e invece poi lo abbiamo fatto. E ci siamo riusciti non solo perché era possibile farlo ma perché volevamo farlo. Se non ci fosse stato il centrodestra quei fondi avremmo potuto ottenerli e spenderli molto prima".