Giovedì, 25 Maggio 2017 10:18

Articolo 1: "A Collemaggio un 'Colle della salute' fondato su sanità, sociale e cultura"

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Una delle scelte strategiche che la nuova giunta e il nuovo consiglio comunale saranno chiamati a fare è quella relativa al futuro dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio.

Sul tema si confronteranno, oggi pomeriggio alle 17:30 a CaseMatte, i sette candidati sindaco, in un dibattito pubblico organizzato dal comitato 3e32.

Una base di partenza da cui la nuova amministrazione potrà e dovrà muoversi esiste già ed è costituita dalle proposte e dai progetti formulati, in questi anni, da associazioni e comitati, come lo stesso 3e32 o la onlus 180 amici, che hanno avuto un ruolo centrale nel tenere alta l’attenzione sul destino dell’ex nosocomio.

Ci sono poi i paletti fissati dalla Regione Abruzzo (l’ente proprietario) che, per bocca dell’assessore Silvio Paolucci, si è impegnata a mantenere il carattere pubblico di tutta quanta l'area, per sottrarla a operazioni immobiliari di tipo speculativo.

Sul tema è intervenuto, ieri, anche il movimento Articolo 1 – Mdp in un incontro/conferenza stampa alla quale hanno partecipato i candidati consiglieri Guido Iapadre e Giorgio Spacca, l’assessore comunale uscente Betty Leone e il candidato sindaco del centrosinistra Americo Di Benedetto.

“Collemaggio” ha spiegato Iapadre “potrebbe diventare un “colle della salute” fondato su tre pilastri, che sono poi le tre grandi aree di intervento sulle quali bisognerà agire: sanità, sociale e cultura. Prima di tutto, però, andrà mantenuto il carattere pubblico e unitario dell’area, il che vuol dire che dovranno essere scartate tutte le possibili ipotesi di project financing, e bisognerà pensare anche a facilitarne l'accessibilità ai cittadini".

Come procedere per ridisegnare e riqualificare il complesso? "Un'idea" ha osservato Iapadre "potrebbe essere quella di indire un bando di concorso simile a quello che si è fatto per Piazza D’Armi. Ma dovrà essere il Comune a individuare i vincoli che i progetti che verranno presentati dovranno rispettare”.

Dei progetti in stato di avanzamento, in verità, ci sono già: c’è la nuova Casa delle donne, che sorgerà proprio qui; l’albergo Via dei Matti numero zero, storico progetto della 180 amici; la Cttadella solidale della creatività, una proposta di CaseMatte/3e32. Senza dimenticare i 10 milioni di euro previsti dal Masterplan, che ovviamente non sono sufficienti a recuperare tutti gli edifici del complesso ma che rappresentano un inizio.

“Tutte le proposte per il futuro di Collemaggio” ha dichiarato Iapadre “dovranno essere condivise, da tutti i soggetti coinvolti: comune, regione, associazioni culturali e sociali, sia quelle che c’erano prima del terremoto e sono rimaste sia quelle che si sono insediate dopo”.

Per quanto riguarda il primo dei tre pilastri individuati da Articolo 1, quello sanitario, “fermo restando che devono rimanere qui il dipartimento di prevenzione, la medicina legale e tutti gli altri servizi che già ci sono, si potrebbero riportare a Collemaggio il distretto sanitario di base per le cure primarie e intermedie e la sede centrale dei servizi di medicina territoriale e domiciliare, visto che la Asl dell’Aquila è l’unica Asl regionale a non averne una. Bisogna far tornare, poi, anche il centro di salute mentale e il consultorio, che non può stare all’ex Onpi, che invece dovrà mantenere la propria vocazione di centro per le cure residenziali”.

A proposito di sedi centrali: quella della direzione sanitaria, attualmente dislocata nel nucleo industriale di Pile in un edificio privato, per scelta del manager Tordera non riaprirà a Collemaggio ma in uno stabile di proprietà della Asl situato in centro storico. "Non essendo un ufficio con il quale i cittadini hanno a che fare quotidianamente, è una soluzione che va bene" ha affermato Iapadre.

Sulle altre due aree di intervento, invece, vale a dire il sociale e la cultura, “qui la regia dovrà essere del comune” ha spiegato Iapadre “Un’idea potrebbe essere di aprire a Collemaggio un segretariato sociale e una centrale dell’assistenza domiciliare sociale, nell’ottica di un’integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali. Sulla cultura, dobbiamo ripartire dalla storia che abbiamo, cioè da quelle associazioni che hanno avuto una parte importante nella storia della cultura cittadina e che qui hanno mosso i primi passi, e dalle attività venute dopo il terremoto, che sono stati i baluardi della difesa di questo posto”.

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