“Sono contentissimo che l’assessora Emanuela Di Giovambattista abbia deciso di tenere questa conferenza stampa: ci tengo a ringraziarla per la sua autonomia, per avermi sgravato dalla responsabilità di un settore complicatissimo. Credo che in questi anni si sia fatto molto”.
Così il sindaco uscente Massimo Cialente che, stamane, ha partecipato all’appuntamento con la stampa fissato dall’assessora comunale per illustrare la nuova programmazione sociale e sociosanitaria del Comune dell’Aquila; intorno al tavolo anche il candidato sindaco di centrosinistra, Americo Di Benedetto. “A seguito del terremoto, la giunta regionale di centrodestra assicurò a L’Aquila le stesse risorse per il sociale garantite alle altre città, come se non avessimo ‘pagato’ gli effetti del terremoto; ebbene, abbiamo lavorato duramente, trovando le risorse e garantendo i servizi dovuti ai cittadini mostrandoci moderni – siamo un riferimento, in Italia – e collaborando fattivamente con le associazioni del terzo settore”, ha rivendicato Cialente. “Ora, passiamo il testimone al Consiglio comunale che verrà, lasciando un Piano per il Sociale all’avanguardia”.
Un piano che vale 6 milioni di euro, “con un impegno economico raddoppiato rispetto al passato”, ha inteso sottolineare il sindaco uscente: “una precisa scelta politica, che attiene ai valori di centrosinistra che ha espresso la maggioranza ulivista al governo negli ultimi dieci anni. Nonostante le difficoltà, nessuno è rimasto indietro: non ci sono cittadini senza tetto né famiglie che non siano riuscite a pagare le bollette”.
La nuova programmazione sociale e sociosanitaria avrà un passaggio in Giunta e verrà poi lasciata all’amministrazione che verrà, per l’approvazione in Consiglio comunale. “Si tratta di correttezza istituzionale”, ha spiegato Di Giovambattista; “sarà uno dei primi atti che l’assise dovrà assumere, a seguito dell’insediamento: la scadenza per la messa in carico dei servizi, infatti, è fissata al 30 settembre”. La costruzione del piano – ha proseguito l’assessora comunale – “non è passata soltanto dall’amministrazione attiva, ma da una lunga fase di concertazione con gli attori del sociale: alla plenaria, hanno partecipato 75 associazioni, oltre 80 operatori, che hanno formalizzato circa 100 proposte”; Un piano condiviso, insomma, e “diverso rispetto al passato: innanzitutto, la Regione – su nostra sollecitazione – ha finalmente riconosciuto che una parte sostanziosa del Fondo nazionale per le Politiche sociali fosse riconosciuta a L’Aquila e ai comuni del cratere, per le criticità che stiamo affrontando nel post terremoto. Assicurate le risorse, abbiamo individuato alcune direttrici strategiche d’intervento, fermo restando il Piano sociale regionale pone paletti rigidi che ci hanno obbligato a mettere in campo determinate azioni. Stante le disposizioni regionali, però, siamo riusciti a mettere in campo un Piano che, siamo sicuri, garantirà un salto di qualità nell’offerta dei servizi, nella direzione della promozione del benessere e della qualità della vita dei cittadini”.
L’asse più importante è dedicato all’integrazione socio-sanitaria: “ce lo ha chiesto la Regione – ha sottolineato Di Giovambattista - ma sentivamo anche noi l'esigenza di farlo: fino ad oggi, Asl e Comune non si erano mai seduti intorno al tavolo per discuterne, si procedeva, piuttosto, con protocolli d’intesa tra Comune e singoli dipartimenti. Stavolta, siamo riusciti a mettere in campo una serie di servizi e interventi normati da una convenzione che riguarderà la riorganizzazione generale dei servizi socio sanitari”. Il primo passo – ha spiegato l’assessora – “è l’ampliamento dell’accesso dei cittadini ai servizi: in questo senso, il Piano prevede il rilancio del punto unico d’accesso, la ‘porta’ attraverso cui i cittadini potranno confrontarsi con i sistemi socio sanitari: il Comune metterà a disposizione del personale e lavorerà al miglioramento della comunicazione istituzionale, con una carta dei servizi integrata semplice e fruibile”. Poi, “consolideremo le attività dell’unità di valutazione multidimensionale, che predispone interventi su malattie croniche invalidanti e autosufficienze, con un ampliamento dei servizi a disposizione dei cittadini, e penso all’assistenza domiciliare, attualmente riservata ai non autosufficienti cronici: crediamo, inoltre, che sarà possibile dedicare alcuni servizi anche ai cittadini che dovessero trovarsi temporaneamente in una condizione invalidante”.
Dunque, c’è l’area riferita alla disabilità: “abbiamo fatto un lavoro importante, condiviso con le associazioni oltre che con la Asl – ha rivendicato Di Giovambattista – con lo scopo di ampliare i servizi semiresidenziali e residenziali. Andremo a lavorare su due linee di intervento: la strutturazione di centri diurni di tipo socio assistenziale, aperti a disabili con maggiori capacità residuali, finanziati col Piano Sociale d’ambito oltre che con risorse destinate dall’amministrazione, così da garantire una programmazione pluriennale, e programmeremo l’apertura di un centro diurno socio sanitario, per disabili gravi ed anziani”. Il piano prevede anche misure per la residenzialità, “con case famiglie socio assistenziali (per un massimo di 5 persone ad appartamento) e case famiglie socio sanitarie. Di qui, il nucleo sperimentale del ‘Dopo di Noi’ nella ex palestra di via Antinori, “per disabilità sensitive e motorie: sono previste 6 residenze, per 1 o 2 persone ciascuna, con una elevatissima tecnologia sfruttando le opportunità fornite dai sottoservizi. Inoltre, ci saranno anche strutture destinate all’accompagnamento del percorso di ‘sganciamento’ del disabile dalla famiglia”.
Altro asse importante è l’area che attiene alla salute mentale, “attraverso percorsi di inclusione sociale e vita in autonomia”. Di Giovambattista ha spiegato che si sta lavorando anche a “gruppi di appartamento psichiatrico, con compartecipazione pubblica alle spese di convivenza e percorsi a sostegno dell’inclusione, anche occupazionale, con servizi innovativi quali le visite di conforto e linee telefoniche d’ascolto”. C’è poi l’area delle dipendenze: “il piano prevede l’istituzione di una unità operativa inter-professionale, di concerto con Sert e Dipartimento di Salute mentale, per la promozione di stili di vita sani, in grado di prevenire dipendenze e devianze minorili e adolescenziali. Non solo. Verranno implementati percorsi di sostegno alle persone che usciranno dai circuiti riabilitativi comunitari”.
Attenzione rinnovata anche ai minori: “siamo l’unica città, al momento, che ha un protocollo d’intesa con Asl e Tribunale dei Minori; dobbiamo provare a mettere in campo una operazione di de-istituzionalizzazione dei servizi”, ha chiarito Di Giovambattista. Al momento, al manifestarsi dell’esigenza di allontanamento del minore dal nucleo familiare, e molti casi riguardano famiglie italiane, non c’è altra scelta che l’ospitalità in casa famiglia; “ogni minore, però, dovrebbe avere la possibilità di vivere una vita il più possibile normale: per questo, vogliamo sperimentare l’istituto delle famiglie professionali, famiglie che decidono di intraprendere un percorso d’affidamento per un periodo stabilito, facendo anche da tramite con la famiglia d’origine. E’ un percorso di grande civiltà, e generosità. Proveremo a garantirlo anche ai minori stranieri”, la promessa di Di Giovambattista, “affidandoci alle famiglie monoculturali, e cioè affidando i minori a nuclei che provengano dalla stessa comunità”.
Interventi molto corposi, ed è solo la parte di piano che attiene all’integrazione socio sanitaria. “Altre questioni attengono a servizi di prossimità pubblico-privati, a sportelli territoriali per la povertà già in campo, ad interventi sul dopo scuola, a piani straordinari e ordinari per la domiciliarità. Inoltre, col terzo settore potremmo proporre azioni di promozione sociale nelle aree più periferiche utilizzando anche unità di strada, sentinelle che avranno la possibilità di monitorare il territorio”.
Ultimo capitolo è destinato ai percorsi di collaborazione con le istituzioni scolastiche “per promuovere azioni a sostegno dei minori con disabilità e dei piccoli di origine straniera che, troppo spesso, vivono difficoltà d’inserimento”. Senza dimenticare gli anziani, “con l’aumento dello stanziamento per l’assistenza domiciliare e, per quanto possibile, il coordinamento di azioni volte all’invecchiamento attivo”.
“Consegno questo lavoro all’amministrazione che verrà”, ha concluso Di Giovambattista, che “spero sarà guidata da Americo Di Benedetto”; il candidato di centrosinistra ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro svolto dall’assessorato alle politiche sociali, “stilare il Piano Sociale è una delle attività più complesse in assoluto, dal punto di vista amministrativo” ha riconosciuto; un lavoro “che non può essere considerato di parte, tracciando le linee guida che dovranno essere dell’amministrazione che verrà, a prescindere dal risultato elettorale, per i prossimi tre anni”.
La polemica politica
A dieci giorni dalle amministrative, non sono mancate le polemiche per la presenza in conferenza stampa del candidato sindaco. “Stiamo assistendo, specialmente in questi ultimi giorni, ad una indecente serie di operazioni ad opera del centrosinistra, che sta approfittando di avere un’Amministrazione uscente dalla sua per fare propaganda elettorale con mezzi al confine della liceità. Invitiamo, pertanto, tutti gli organismi preposti a vigilare su tutto quanto sta accadendo nel capoluogo”, si legge in una nota del comitato aquilano di Possibile.
“C’è sempre stata una particolare operosità, nell’immediato ridosso delle elezioni, ma in questa occasione si sta rasentando il ridicolo, come se cittadine e cittadini aquilani fossero così sciocchi da non accorgersene”, l’affondo di Piergiorgio Leocata, portavoce del comitato e candidato con Progetto Trifuoggi per L’Aquila. “Annunci e conferenze sui programmi dell’Amministrazione uscente che, in quanto tale, dovrebbe limitarsi allo stretto necessario ed alla ordinaria amministrazione. Oggi, per esempio, non si capisce quale sia il senso della conferenza indetta ed annunciata in pompa magna per la programmazione del settore sociale, convocata dall’assessore Di Giovambattista, insieme con il sindaco uscente Cialente ed il candidato sindaco del centrosinistra Di Benedetto. Intanto, a 10 giorni dal voto non si sa, appunto, cosa debbano programmare, che non potevano fare prima – prosegue Leocata – con lo spazio istituzionale concesso per una candidata e per un candidato sindaco. Candidato, appunto. E per legge le Istituzioni non possono fare, per ovvi motivi, propaganda elettorale”.