Memoria, libertà, coraggio, oltre alla conoscenza: questi valori per occuparsi della questione sanità all’Aquila secondo Nicola Trifuoggi, candidato sindaco della coalizione L’Aquila polis, e i candidati consigliere Antonello Bernardi, Maria Pia Mazzocco e Americo Scarsella, che hanno diffuso un intervento sul tema.
“Sanità e ospedale” si legge in una nota “assumono sempre di più le vesti di parole astratte da utilizzare per duri confronti elettorali, perdendo sempre di più il loro significato di cura e luoghi dove donne e uomini normali hanno diritto di accedere per diritto sancito dalla Costituzione con liste di attesa umane, ticket accessibili e cure appropriate. Pertanto i valori indispensabili che diventano prerequisiti per poter parlare di sanità, oltre alla conoscenza, sono memoria, libertà e coraggio”.
“Memoria. Senza la memoria dei due “terremoti” che hanno colpito la Regione Abruzzo, vale a dire “sanità” e “sisma 2009” non si possono ricostruire città, ospedali e territori idonei a fornire la dovuta assistenza, accessibile e di qualità, alla popolazione. Ricordare che la devastazione economica del sistema sanitario abruzzese non è dipesa dai singoli cittadini, ma da un agire politico “discutibile”, è fin troppo ovvio”.
“Inoltre, ricordare che l’ospedale dell’Aquila, inaugurato alla fine degli anni ’90, non è stato in grado di reggere strategicamente l’urto del sisma del 2009, è come confermare quanto scritto nel dossier di Abruzzo Enginering rispetto alle prescrizioni delle strutture pubbliche sicure e strategiche nella Regione Abruzzo. Ancora oggi, dovremmo domandarci quale dei due terremoti, sanità e sisma, ha mietuto più vittime in nome dell’ingordigia delle politiche regionali”.
“Libertà. È quella che ci vorrebbe per ricostruire un buon sistema sanitario, lontano dalle indicazioni dei partiti nazionali che guardano da tempo all’assistenza e alla cura più come “luoghi nascosti di business” che di diritto. Non ci saranno rappresentanti di partiti politici che potranno, anche nonostante la buona volontà, svincolarsi da questi doveri piovuti dall’alto”.
“Coraggio. Per essere liberi bisogna essere coraggiosi; è nell’etimologia della parola coraggio che è scritto l’agire generoso che servirebbe per restituire il diritto alla cura a tutti i cittadini e le cittadine al di là dello status economico”.
“In un contesto politico serio, in grado di comprendere fino in fondo la centralità di cittadini e cittadine è facile, e dentro le regole, determinare che c’è necessità, nella Regione Abruzzo, di due ospedali di secondo livello, di cui il primo all’Aquila, ad alta intensità di cura, facenti capo a due territori diversi per orografia ed organizzati secondo le diverse necessità”.
“Ospedali da migliorare o ricostruire in conformità alle disposizioni del Codice degli Appalti, onde evitare ciò che è avvenuto finora dentro gli accordi pubblico/privato, che troppe volte ha portato a sostanziali perdite per la pubblica amministrazione e quindi per i cittadini”.
“Due centrali regionali del 118 sono necessarie per rispondere a emergenze diverse su territori diversi tenendo conto che quella dell’Aquila, abbondantemente e per tempo finanziata dal 2009 con fondi di donazioni, avrebbe dovuto veder la luce ad otto anni dal sisma”.
“Alla stessa maniera, a otto anni dal sisma, gli operatori sanitari, nonostante la disponibilità di fondi, sono costretti a una mensa nel container, come i precari sono costretti ancora a inseguire un posto di lavoro certo e invece subiscono un turn-over al 20% non in grado di garantire i livelli minimi di assistenza”.
“Ospedale e Asl, luoghi di cura e di lavoro per costruire il futuro, dove il futuro è anche presente e deve rappresentare la base di certezza dalla quale partire senza ulteriori tagli. Solo con donne e uomini liberi, coraggiosi e capaci di esercitare in maniera attenta la memoria si può iniziare a parlare di sanità concreta”.