Domenica, 20 Ottobre 2013 18:13

Barca fa tappa all'Aquila: "Pd muro di gomma ma unica ancora di salvezza "

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20mila km percorsi, oltre 10mila persone incontrate in più di 160 circoli. Sono alcuni numeri del tour intrapreso dall'ex ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca nei circoli Pd di tutta Italia, alla scoperta degli umori che agitano la base del partito.

Come ultima tappa di questo lungo viaggio Barca ha scelto Pizzoli, dunque di nuovo il territorio aquilano, il luogo in cui, in un certo senso, si era messo in moto tutto quanto. L'ex ministro, infatti, non ha mai nascosto come il desiderio di girare in lungo e in largo per il Paese gli sia venuto in seguito all'esperienza avuta nel governo Monti come ministro, mesi durante i quali aveva potuto toccare con mano zone di crisi come quella del Sulcis e, appunto, quella del post-terremoto aquilano.

Quello che Barca ha incontrato nella sua traversata è un partito in cui gli iscritti calano inesorabilmente (oggi sono meno di un terzo rispetto agli 800 mila del 2009) ma dove è ancora molto alta la voglia di partecipazione.

Un fenomeno solo apparentemente contraddittorio, spiega l'ex ministro: “C'è la sensazione che il Pd sia una ciambella di salvataggio del Paese anche perché tutti i tentativi compiuti finora di fare a meno dei partiti hanno condotto alla costituzione di rappresentanze della società civile che a un certo punto si sono sciolte come neve al sole”. Si tratta di soggetti politici che “non funzionano perché non consentono alla società di dialogare con le istituzioni. Tutto questo non vuol dire, naturalmente, che il Pd stia bene. Però può ancora farcela, a patto che riprenda un confronto interno sui contenuti, il che che vuol dire, da Pizzoli all'Aquila alla punta estrema dell'Italia, parlare delle questioni che sono rilevanti. Se il Pd capisce questo e sente la domanda di cambiamento che viene anche da chi non sta dentro di esso, forse le cose possono cambiare. Ma senza farsi illusioni, perché tutto questo richiederà del tempo”. Oggi, con un partito arroccato attorno a una classe dirigente autoreferenziale e disconnessa dalla società ("Un muro di gomma" lo definisce Barca), non ci sono le condizioni per sperare in un mutamento immediato.

incontro BarcaL'approdo della tappa aquilana è stata la sala riunioni di un piccolo albergo. La sede del circolo locale del partito è inagibile e, in attesa di costruirne una nuova, i militanti non hanno trovato di meglio. Pizzoli è una storica roccaforte rossa non solo nella provincia dell'Aquila ma in tutto l'Abruzzo: dal Secondo Dopoguerra a oggi il Comune è stato sempre governato da giunte e amministrazioni di sinistra o centro-sinistra.

Un'appartenenza rivendicata con orgoglio da molte delle persone accorse ad ascoltare Barca, per lo più militanti di lungo corso rimasti, malgrado tutto, fedeli alla causa attraverso tutta la via crucis Pci – Pds – Ds – Pd.

Uno degli obiettivi che il partito deve porsi, dice Barca, è proprio quello di far dialogare queste persone – i veterani, gli attivisti con tessera - con quanti vorrebbero semplicemente mettere a disposizione il proprio impegno, il proprio tempo e le proprie competenze. “Più della metà delle persone che sono venute ai nostri incontri non hanno la tessera del Pd ma vorrebbero comunque dare il loro contributo. L'unico modo per coinvolgere queste persone è offrire loro delle forti motivazioni, degli incentivi collettivi, simbolici. Bisogna aprirsi all'esterno” ha detto Barca “ e questo può avvenire solo se si costruisce un partito in cui ci sia una genuina discussione sul territorio, in cui chi decide di dedicare anche un'ora di tempo al partito sa che le sue idee e le sue proposte verranno ascoltate e discusse”.

Barca è tornato a parlare anche della ricostruzione aquilana: “Il trasferimento di responsabilità ai sindaci che facemmo durante il governo Monti e la costituzione di due uffici speciali ha consentito che il problema diventasse quello dei fondi e cessasse di essere quello dei ritardi nell'approvazione dei progetti e delle procedure o quello del blocco dei piani strategici. Questo lo dico non perché dobbiamo confortarci ma perché in questa fase italiana non siamo mai sufficientemente soddisfatti delle cose fatte e credo invece che i sindaci di questo territorio debbano essere soddisfatti del lavoro svolto. I fondi? Le leggi di stabilità sono modificabili in parlamento e questa è sicuramente una battaglia da fare. Mi pare che i parlamentari abruzzesi del Pd la stiano già facendo ma deve essere una questione che interessa tutto il partito. Qualità della ricostruzione, ad ogni modo, vuol dire anche capacità di attrazione e di sviluppo. Significa fare in modo che i profitti che derivano dai cantieri vengano reinvestiti nel territorio. Ma questo può avvenire solo se si ha in mente un progetto”.


incontro Fabrizio BarcaParlando della sua battaglia interna al Pd, Barca non si nasconde dietro le parole
. Quello che ha in mente non è il vecchio partito di massa socialdemocratico. E' un partito gerarchico ma non oligarchico, capace di accogliere e mettere a sistema, grazie alla Rete, l'enorme mole di conoscenze e saperi diffusi tra le persone. Soprattutto, è un partito di sinistra: “Nascondersi dietro la parola centro è un atto di errata e impropria ipocrisia. Il partito è di sinistra, quello che ho trovato in giro è di sinistra. Cosa vuol dire essere di sinistra? Credere ad esempio che vada rimessa al centro la questione del lavoro, dell'eguaglianza e della concorrenza. Credo il Pd abbia questi valori, deve solo riscoprirli”.

Allora se la base è più a sinistra dei vertici come ha preso le larghe intese? “Ne ha digerito l'esistenza ma vorrebbe che la segreteria nazionale e i vertici del partito fossero più robusti e decisi nei confronti di questo governo. Ad esempio, un'istanza che è uscita fuori in modo netto nel mio giro di incontri è la richiesta di provvedimento che il Pd finora non ha ancora avanzato, una legge che rafforzi i servizi per la cura dell'infanzia e degli anziani non autosufficienti e dell'assistenza domiciliare integrata. In questo momento abbiamo bisogno di provvedimenti che diano immediatamente lavoro, che aiutino le famiglie e che siano fonte di consumo. Rischiamo di prendere provvedimenti che finiscono per non avere impatti per il ciclo economico”.

In vista della competizione congressuale, Barca continua a definirsi un battitore libero (“un rompiscatole”), anche se la sua idea di partito si avvicina probabilmente più a quella di Cuperlo e Civati che non a quella di Renzi: “L'analisi di sinistra che fanno Cuperlo e Civati è sicuramente più vicina alla mia. L'idea di partito, però, dobbiamo ancora vederla. Ma anche Renzi, qualche giorno fa, in un incontro che abbiamo fatto insieme, ha detto delle cose sulla separazione tra partito e stato che non aveva detto fino ad oggi e che corrispondono alle mie convinzioni”.

Ultima modifica il Lunedì, 21 Ottobre 2013 22:29

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