Verso il ballottaggio, NewsTown incontra i candidati sindaco di centrodestra e centrosinistra che, domenica 25 giugno, si sfideranno per la successione a Massimo Cialente. In rigoroso ordine alfabetico, e di posizionamento sulla scheda elettorale, abbiamo iniziato con Pierluigi Biondi [qui]. Oggi, vi proponiamo invece l'intervista ad Americo Di Benedetto, candidato sindaco della coalizione civico progressista che ha sfiorato la vittoria al primo turno, attestandosi al 47% delle preferenze.
Al ballottaggio, Di Benedetto auspica una grande partecipazione: "Abbiamo avuto una straordinaria affluenza alle primarie, che hanno assunto una risonanza politica nazionale, e anche al primo turno hanno votato circa 40mila persone, nonostante si sia andati alle urne in giornata unica rispetto al 2012; per questo, mi auguro possa esserci un'affluenza importante pure il 25 giugno, così da responsabilizzare ancor di più coloro i quali saranno deputati al governo della città". L'ex sindaco di Acciano non teme l'effetto primo turno, il rischio, cioé, che gli elettori di centrosinistra possano dare per scontata la vittoria, preferendo una giornata al mare piuttosto che recarsi alle urne: "L'elettorato che ha partecipato al voto l'ha fatto in modo consapevole: la vittoria al primo turno c'è stata, in effetti, d'altra parte nessuno si aspettava un consenso così ampio; il 47% di preferenze con 7 candidati alla carica di sindaco, e col centrodestra unito, è un risultato straordinario. Tant'è vero che se ne parla in Italia, si discute dell'impostazione che il centrosinistra aquilano ha saputo dare alle elezioni amministrative, sin dalle primarie, trovando un momento di sintesi con una coalizione così larga. E il risultato ha valore doppio se si pensa che viene in continuità con un'amministrazione uscente che è stata al governo per 10 anni. Non bisogna dare niente per scontato, però: il ballottaggio è un'altra storia. Il nostro è stato un risultato chiaro, strutturato: chi ha voluto esprimere un voto differente l'ha già fatto; ora, l'obiettivo è riportare le persone a votare spiegando loro che è l'ultima spinta che necessitiamo così da avere la giusta forza per affrontare il futuro".
Un futuro che non preoccupa il candidato sindaco di centrosinistra che, dovesse vincere il ballottaggio, si ritroverebbe a gestire gli umori di una coalizione larga ed eterogena, sin dalla composizione della Giunta. "Non mi sono snaturato alle primarie, non l'ho fatto al primo turno e non lo farò ora - promette - non c'è nessuno garantito e, per questo, tutti sono garantiti. Non c'è stata un'interlocuzione di prospettiva del singolo, piuttosto per il bene della città e di questo posso dirmi orgoglioso. Il vero cambiamento sta nel metodo e nell'approccio all'acquisizione del consenso, che non è stato imperniato sulla risposta diretta che il singolo voleva avere: non lo è stato con i cittadini, con le persone che si sono candidate e non lo sarà in prospettiva. Siamo una squadra, non ci perderemo in funzione della presunta utilità del singolo: dobbiamo essere consapevoli che non è il ruolo che conta bensì la capacità di stare dentro un percorso condiviso".
In campagna elettorale, Di Benedetto ha insistito molto sulla necessità di collegare la città a Roma; ha discusso col governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, di un ambizioso progetto commissionato dalla Fondazione Carispaq per il collegamento veloce su ferro, guardando anche all'altro mare, all'Adriatico. Un discorso che attiene al ruolo delle aree interne in una ottica di sviluppo regionale, oggi indiscutibilmente squilibrato verso la costa. In questo senso, "credo che ci si legittimi con l'autorevolezza delle proposte; intendiamo aprire una fase nuova per la città: avanzeremo ipotesi di sviluppo concrete, sostenibili e d'ambizione prospettica che deriva anche da un pizzico d'immaginazione. L'apertura tra i due mari è fondamentale, taglierebbe il Paese con un collegamento che determinerebbe il rilancio radicale delle aree interne: se D'Alfonso sta davvero lavorando ad un collegamento tra Pescara e Roma, ci farebbe comodo potendo intercettare un discorso d'alta velocità che ci permetterebbe di raggiungere la Capitale in un batter d'occhio. Sarebbe ancor più importante guardando da Roma verso L'Aquila. Sia chiaro: il collegamento veloce per Pescara è importante; si parla di un'accelerazione della tratta ferroviaria attraverso un taglio che aggiri il passaggio per Sulmona: se con un'ora riuscissimo a collegarci a Pescara è chiaro che la città sarebbe messa in una condizione di maggior vivibilità. Il futuro, però, è Roma: nella Capitale abitano 3 milioni di persone e decongestionarla, da una parte, significherebbe renderla più vivibile e, dall'altra, darebbe a L'Aquila una possibilità di crescita rilevante che si sostanzia soltanto con l'aumento del numero degli abitanti".
Sguardo al futuro, dunque, con "l'ambizione dell'immaginazione" e una forte attenzione all'amministrazione quotidiana della città; la candidatura di Di Benedetto ha assunto la vocazione alla "normalizzazione" dell'attività del Comune: dunque, la proposta che Casa Italia trovi a L'Aquila la sua attuazione operativa, col lavoro dei funzionari impegnati nella ricostruzione, l'ipotesi della dismissione gestionale del progetto Case, attraverso accordi con l'Ater e con l'Adus e per mezzo di fondazioni di rappresentanza territoriale. "Se l'amministrazione non è capace di stare al servizio dei cittadini, la città non potrà essere accogliente, per chi la vive prima di tutto, e per chi vorrà visitarla", se ne dice convinto l'ex sindaco di Acciano. "Gli anni passati sono stati impegnati su battaglie importanti, ora non possiamo più ignorare la gestione dell'ordinario: dobbiamo far sì che la città torni ad essere vivibile, a partire dalle cose più semplici, come l'attenzione alla segnaletica e alle aiuole. Parlo di servizi indispensabili che restituiscano dignità ai cittadini".
Tema centrale dell'agenda politica di Americo Di Benedetto è il lavoro, sebbene il Comune non abbia competenze dirette. Lavoro che "non dovrebbe passare per la precarietà" sottolinea; "la nostra città avrebbe bisogno di una deroga sulla precarietà: sono consapevole che la proposta sarebbe costituzionalmente impercorribile, ma a livello provocatorio e politico potrebbe avere una risonanza importante". Stando a questioni più concrete, "va difeso con forza l'esistente", sottolinea il candidato sindaco di centrosinistra; "penso alla battaglia sulla produzione dei servizi, come i call center, alla necessità di garantire le piccole e medie imprese coi fondi del 4% che potrebbero rappresentare un volano di movimentazione importante, alla salvaguardia del commercio e del piccolo artigianato, alla rivitalizzazione del centro storico; è necessario, però, lavorare ad un progetto capace di guardare al futuro attraverso le esigenze e le prospettive che passano per l'innovazione tecnologica, l'alta formazione, la ricerca, aspetti che dovrebbero concorrere ad una sorta di operazione di marketing territoriale che promuova le possibilità e gli elementi di competività del nostro territorio: la compatibilità ambientale, siti disponibili per gli insediamenti e una contribuzione incentivante". Di Benedetto ha lanciato l'idea di un data center: "dobbiamo fare qualcosa affinché la nostra realtà possa essere davvero appetibile, garantendo occupazione reale".
Senza dimenticare il sociale, l'attenzione "ai più deboli, alle persone in difficoltà: dobbiamo essere capaci di crescere e di dare una mano a chi cade affinché possa rialzarsi e continuare la sua corsa. Immagino una città inclusiva, tutelante delle persone in difficoltà, dedita all'ascolto e alla solidarietà sociale, proiettata al futuro con le peculiarità che storicamente le appartengono: cultura, formazione, ricerca".
Dovesse vincere il ballottaggio, per Di Benedetto il primo atto da sindaco sarebbe l'incontro coi dipendenti del Comune dell'Aquila: "gli direi che ho massima fiducia nei loro confronti, e che dovrò guadagnarmi la loro, che ho bisogno del massimo impegno considerato il percorso da fare insieme". Poi, priorità alla sicurezza degli edifici scolastici: "per settembre, dovremo puntare ad avere il più alto livello possibile di sicurezza nelle strutture scolastiche affinché si possa lavorare con una tranquillità relativa alla prospettiva, indispensabile, della ricostruzione degli edifici scolastici con indice di vulnerabilità pari ad 1. In questo senso, andrà aperto immediatamente un tavolo con la provincia - presidente è Fabrizio D'Alessandro, neo eletto Consigliere comunale - per capire come meglio organizzarci con gli istituti superiori: non si può procedere per compartimenti stagni, dovremo lavorare insieme. Avvieremo poi una ricognizione immediata dell'esistente come possibilità alternativa agli edifici che non dovessero mostrare indici di sicurezza accettabili, così da avviare la manutenzione necessaria a renderli funzionali in breve tempo. Tra l'altro, dovrebbero liberarsi presto anche dei musp che si potranno utilizzare per ricollocare le scuole che ne avessero necessità. Le decisioni, però, non dovranno essere assunte nelle stanze dell'amministrazione ma di concerto con i presidi, che hanno la responsabilità degli istituti, con i ragazzi e con il corpo docente. Credo che, insieme, si potrà raggiungere un obiettivo fondamentale per la città".