Domenica, 17 Settembre 2017 23:36

Abruzzo, un anno e mezzo alle Regionali: le forze politiche iniziano a muoversi. L'ipotesi Legnini, il 'rinato' centrodestra, l'incognita M5S

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Poco più di un anno e mezzo, e l'Abruzzo tornerà al voto per rinnovare il Consiglio regionale; un tempo lungo, eppure brevissimo, almeno in politica. Così, sono iniziate - sottotraccia - le manovre che ci accompagneranno alle urne.

Una decina di giorni fa, il 6 settembre scorso, il governatore Luciano D'Alfonso ha raccolto quasi 200 invitati all'Osteria La Corte di Spoltore; politici, imprenditori, commercianti, artigiani, esponenti dell'economia abruzzese sono stati convocati alla conviviale, "essenziale per avere modo di confrontarmi con te, per ascoltarti e riflettere con te su come aiutare meglio la Regione Abruzzo" era scritto sul biglietto d'invito firmato da D'Alfonso. "C’è da ricostruire un telaio di espressione sociale, ho bisogno di confronto con te per capire cosa serva ancora all’Abruzzo, quali sono le energie che l’Abruzzo ha dentro di sé". E il confronto c'è stato; difficile dire, tuttavia, se il Presidente della Giunta regionale stia preparando la 'squadra' per tentare di conquistare un secondo mandato, 'impresa' mai riuscita ad alcuno dei suoi predecessori in 47 anni di storia politica regionale, o se - al contrario - stia scaldando i motori in vista delle elezioni politiche.

Con l'attuale legge elettorale, il governatore potrebbe puntare ad un posto da capolista nelle liste PD alla Camera dei Deputati, scommettendo sulla candidatura di Matteo Renzi; d'altra parte, non è un mistero che stia lavorando da tempo a costruirsi un profilo da Ministro. D'Alfonso, inoltre, è consapevole che al momento sarebbe più semplice ottenere una poltrona a Montecitorio piuttosto che la rielezione a Palazzo Silone; dunque, la cena di Spoltore potrebbe aver rappresentato il primo passo verso Roma, con la costruzione, contestuale, della successione del 'delfino' Camillo D'Alessandro che, oramai, per attitudine ed eloquio, ricorda ogni giorno di più il giovane D'Alfonso.

Tuttavia, il Pd abruzzese - e le forze di centrosinistra, più in generale - sono consapevoli che, soprattutto nelle aree interne, i rapporti di forza si sono ribaltati e, per questo, voci ben informate raccontano di un corteggiamento sempre più insistente al vice presidente del Csm Giovanni Legnini che, per molti, sarebbe l'uomo giusto per battere il centrodestra e il Movimento 5 Stelle; D'Alessandro infatti, e così Giovanni Lolli che, in caso d'elezione di D'Alfonso in Parlamento diverrebbe Presidente fino alle regionali, sono considerati troppo vicini al governatore.

Ed a proposito di Movimento 5 Stelle, i pentastellati - in particolare sulla costa adriatica - godono di straordinario seguito e, dunque, riuscissero a trovare una candidatura capace di ottenere consensi anche in provincia dell'Aquila e di Teramo, laddove non hanno saputo ancora costruire una base elettorale solida, potrebbero davvero aspirare ad ottenere un risultato importante. Molto diranno, in questo senso, le politiche che si celebreranno tra qualche mese: se il Movimento 5 Stelle dovesse andare al Governo o, comunque, essere determinante per gli equilibri politici nazionali, è chiaro che le ripercussioni sui territori potrebbero essere imprevedibili. E viceversa, ovviamente.

Il centrodestra, infine; rispetto alle regionali del 2014, con le forze d'area a sostegno dell'uscente Gianni Chiodi che giostrarono una campagna elettorale con la convinzione d'aver già perso, stavolta i rapporti di forza sembrano invertiti, col centrosinistra appannato dalle difficoltà dell'esecutivo D'Alfonso. Come detto, in particolare le aree interne potrebbero rappresentare un bacino di voti importante per il centrodestra, a patto che - come accaduto a L'Aquila - si riesca a trovare una sintesi tra le anime della possibile coalizione unitaria.

Diversi i nomi sul tavolo: in particolare, tra i forzisti sarebbero in molti a puntare alla candidatura a governatore, dal vice presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti, già assessore della giunta Chiodi, al deputato Fabrizio Di Stefano fino al sindaco di Chieti Umberto Di Primio. A meno che non si decida di puntare con forza ad un esponente della società civile, come si è lasciato intendere in più di una occasione: anche così si spiega la cena organizzata a Spoltore da D'Alfonso che, proprio alla società civile, è tornato a parlare con tono adulante.

C'è poi l'incognita Andrea Gerosolimo, difficile da inquadrare compiutamente; l'assessore regionale - sebbene offuscato dalla recente crisi del Morrone - è reduce da una serie impressionante di successi elettorali, dalle elezioni provinciali alle amministrative di Sulmona e Avezzano, ha 'messo le mani' su Saca, la società che gestisce il ciclo integrato delle acque da Secinaro a Pescasseroli e fino ad Ateleta, e Cogesa, la partecipata da sessanta soci-Comuni che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti da Sulmona e fino alle porte dell'Aquila, e sta costruendo sui territori il movimento civico - e trasversale - Abruzzo Insieme. "Un contenitore che - ha tenuto a chiarire in recenti interviste - genererà una scelta alle politiche e una alle regionali". Sarà un 'attore' da tenere necessariamente in considerazione, per centrosinistra e centrodestra.

Ultima modifica il Lunedì, 18 Settembre 2017 13:24

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