Mercoledì, 04 Ottobre 2017 18:59

Arischia: scontro politico su delibera per 'accelerare' ricostruzione

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"Per una situazione straordinaria occorre un provvedimento straordinario".

Con queste parole il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha annunciato l’approvazione in giunta della delibera 441 del 2 ottobre scorso finalizzata ad accelerare i processi di ricostruzione nella frazione di Arischia dove, ai danni del terremoto del 2009, si sono aggiunte problematiche e criticità legate al sisma del Centro Italia. Il provvedimento è stato portato stamane all'attenzione della Commissione territorio, soltanto per illustrarne il contenuto, considerato che la deliberazione è di competenza dell'esecutivo e non arriverà, dunque, a discussione del Consiglio comunale.

In sostanza, la disposizione sollecita tecnici, presidenti di consorzio, amministratori e committenti all'attuazione di quanto già previsto con Deliberazione di Giunta comunale del 10 gennaio scorso, e cioé ad anticipare, dove possibile, l’esecuzione delle opere di demolizione degli edifici lesionati e rimozione delle macerie, con l’obiettivo di eliminare o ridurre la zona rossa e consentire il rientro a casa di chi ha l’abitazione agibile ma ha l’accesso interdetto a causa del pericolo legato ad abitazioni pericolanti o materiali derivanti dai crolli. La novità è che la delibera dà disposizione all’Usra di esaminare con priorità ed urgenza, in deroga al cronoprogramma, le pratiche presentate secondo la vecchia procedura (della cosiddetta “filiera”) e le schede parametriche parte I e parte II, almeno quelle richiamate nell'elenco allegato al delibera. Si danno, inoltre, disposizioni ai presidenti di consorzio circa il superamento di criticità legate a problemi catastali e/o di proprietà che impediscono la presentazione di istanza per la concessione del contributo; in particolare, potranno - laddove non sia possibile rintracciare i proprietari - sostitursi ad essi, congiuntamente ai tecnici, asseverando la legittimità e conformità urbanistica dei beni, in modo da garantire comunque la ricostruzione della parte comune. "Si tratta di un provvedimento atteso e condiviso con la popolazione di Arischia, dove il 22 settembre scorso si è tenuto un affollato e partecipato incontro – ha spiegato il sindaco Pierluigi Biondi, che detiene anche le deleghe alla ricostruzione pubblica e privata – La delibera risponde alle esigenze delle persone, che hanno urgenza di tornare nelle proprie abitazioni, e di questa Amministrazione, che non intende più tollerare ritardi ed omissioni nella rinascita dei centri storici delle frazioni".

"L'atto deliberativo, che ho fortemente sostenuto e caldeggiato, corona un lavoro svolto in stretta collaborazione con il sindaco Pierluigi Biondi e il settore Ricostruzione privata - ha aggiunto il consigliere comunale di Arischia Fabrizio Taranta (NcS) - condiviso con l'intera popolazione della frazione nell'incontro del 22 settembre scorso, e finalizzato a consentire a quanti che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, benché agibili, di farvi ritorno in tutta sicurezza e nel più breve tempo possibile. La deroga alle previsioni del cronoprogramma e la conseguente priorità e urgenza, da parte dell'Usra, per le pratiche in giacenza e le schede parametriche parte prima e seconda per tutti quegli aggregati che, a causa dei danni riportati dai diversi eventi sismici che la frazione, più di altre, ha subito, con gravi conseguenze per la sicurezza del centro storico, costituisce una grande accelerazione non solo per la riapertura dello stesso ed il ritorno alla normalità per decine di famiglie, ma anche nell'intero processo di ricostruzione del borgo".

Dunque, l'affondo: "Finalmente, dopo anni di completo abbandono, un provvedimento che inverte drasticamente la rotta". In realtà, la delibera 441 - come detto - richiama il provvedimento assunto dall'uscente esecutivo di centrosinistra il 10 gennaio 2017 che dettava, e chiariva, la disciplina degli interventi di demolizione e cantierizzazione, indipendentemente dallo stato del procedimento istruttorio, con l'anticipazione pari al 10% del contributo riconosciuto con la Scheda parametrica parte 1 o con il massimo concedibile con la vecchia procedura per le demolizioni e del 2% per le cantierizzazioni. Per questo, i consiglieri dell'opposizione di centrosinistra non hanno mancato di rimarcare come il provvedimento, in realtà, si configuri come una mossa squisitamente politica che non garantisce affatto, anzi rischia di ritardare ancora, il rientro a casa degli sfollati di Arischia. "Il problema era già emerso a gennaio, in corrispondenza con gli ultimi eventi sismici e, ancora prima, con le scosse di agosto e ottobre; tant'è vero che la Giunta Cialente aveva adottato la delibera 5 che forniva strumenti in attuazione della legge 125 sulle anticipazioni, estendendole anche agli interventi di demolizione e cantierizzazione", ha sottolineato a NewsTown il capogruppo del Pd, Stefano Palumbo. "Obiettivo del provvedimento era proprio quello di dare la possibilità agli interessati di anticipare gli interventi di messa in sicurezza per superare, così, le ordinanze di sgombero istruite per le abitazioni che, seppure agibili, insistevano in zone di pericolo per la presenza di edifici non in sicurezza. Ora, la delibera della Giunta Biondi non fa altro che ribadire la necessità d'attuare gli strumenti previsti dall'amministrazione Cialente, dando disposizione, in più, d'istruire in via prioritaria le pratiche indicate. Un provvedimento che non si comprende come possa accellerare il percorso: paradossalmente, potrebbe rallentarlo".

Dare indirizzo all'Usra di esaminare in via prioritaria le pratiche indicate nella delibera, relative agli edifici e aggregati di Arischia posti sulle viabilità principali oggetto d'ordinanza di chiusura - "in deroga a quanto stabilito con le determinazioni dirigenziali n. 114 del 15 luglio 2017 e n. 20 del 29 aprile 2015 (determinava la priorità dei comparti di ricostruzione)", ha tenuto a specificare il dirigente Vittorio Fabrizi - "non accellererà il rientro a casa dei cittadini sfollati con abitazione agibile, considerato che l'istruttoria delle pratiche, comunque, segue tempi stabiliti e, purtroppo, piuttosto lunghi", il senso del ragionamento di Palumbo. Anzi, "se la possibilità di procedere con l'anticipazione fosse vincolata al riconoscimento dell'istruttoria significherebbe rinviare il problema da qui ai prossimi due, tre anni. Insomma, rischiamo di compromettere il rientro a casa dei cittadini", ha ribadito il capogruppo dem. Che ha inteso far presente come "ci siano stati diversi casi di demolizione e cantierizzazione in anticipazione, e non solo ad Arischia ma in tutto il territorio comunale, secondo i dettami della delibera 5 del gennaio scorso, ed in tempi piuttosto rapidi. Non capisco proprio come la recente delibera di Giunta possa determinare una accelerazione dei processi".

Tra l'altro, da cronoprogramma la data ultima per la richiesta dei progetti risulta essere il 30 giugno scorso: ebbene, su 92 schede parametriche parte prima ne risultano istruite 19 - con conseguente richiesta del progetto parte seconda - stando alla delibera di Giunta e 34 secondo i dati forniti dall'Ufficio speciale; risultano 12 schede parte seconda su 19 secondo il Comune, 16 su 34 stando all'Usra, presentate dai richiedenti in seguito alla chiamata del progetto parte seconda. Di queste, ne sono state istruite 3 col rilascio del contributo definitivo (e sul punto, i dati combaciano).

Ribadendo la specificità del caso di Arischia, colpita da un doppio terremoto, è chiaro che una delibera del genere potrebbe scatenare le richieste di altri consiglieri frazionisti interessati a far sì che anche le pratiche di Paganica, piuttosto che di Tempera o Camarda, possano avere una via d'istruzione prioritaria. D'altra parte, anche in centro storico a L'Aquila - come ha ricordato la consigliera Carla Cimoroni - ci sono dei cittadini che vivono in zona rossa, per la presenza di edifici non ancora ricostruiti e pericolanti: ad Arischia la situazione è più grave, avendo l'amministrazione Cialente proceduto, a gennaio scorso, a sfollare - di nuovo - una cinquantina di famiglie che erano tornate a casa, ma il principio è lo stesso. E poi, stante il personale dell'Usra, avviare la procedura prioritaria per le pratiche indicate significherà ritardare l'istruttoria di altre.

"A mio parere, non verrà sbrigata alcuna pratica in anticipo: i tempi restano gli stessi", l'affondo di Elia Serpetti (Il Passo Possibile), altro consigliere comunale di Arischia. "Non serviva alcuna delibera: bastava modificare il provvedimento della giunta Cialente in alcuni punti critici che avevamo già evidenziato". In particolare, "la delibera 5 non dà tempi certi per le demolizioni: al presidente, inoltre, vanno forniti strumenti certi per velocizzare l'iter burocratico. Ci sono cittadini ad Arischia che sono riusciti a procedere con l'anticipazione delle demolizioni, sebbene i tempi tecnici siano stati lunghi e, per questo, andrebbero velocizzati con procedure speciali. La delibera della giunta Biondi, però, non risolve i problemi; non c'è niente di nuovo se non la possibilità data ai presidenti e ai tecnici di sostituirsi ai proprietari qualora non fosse possibile rintracciarli. Ma non mi convince: a mio parere, l'amministrazione avrebbe dovuto individuare una soluzione diversa perché un presidente, nel giro di un anno, un mese o dieci giorni, potrebbe anche essere denunciato venisse fuori un proprietario non informato delle scelte assunte. Come farebbe a difendersi?".

Insomma, stando al centrosinistra la delibera non risolverà le criticità che, fino ad ora, hanno impedito ai cittadini interessati di approfittare delle possibilità offerte dalla delibera della giunta Cialente: si pensi alla necessità di individuare le 5 ditte tra cui scegliere per procedere con gli eventuali abbattimenti, con l'obbligo, poi, di procedere di nuovo con la selezione per buste al momento di avviare le opere di restauro, incombenza che ha frenato molti presidenti di aggregati. Potrebbe anticipare di qualche mese l'istruttoria delle pratiche indicate, l'avvio dei lavori di ricostruzione degli aggregati pericolanti che impediscono alle famiglie sfollate di tornare a casa, ma non risolve il qui ed ora, l'esigenza, appunto, che le famiglie possano rientrare in sicurezza, ed in tempi brevi. 

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