Mercoledì, 13 Dicembre 2017 18:58

Crollo via Paganica, Cimoroni: "Centro storico in abbandono per colpa di anni di non-gestione"

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"Il crollo di via Paganica, avvenuto due notti fa, è solo l'ennesimo in un luogo che, a otto anni e mezzo dal terremoto del 2009, è per lo più lasciato all'abbandono. Un altro episodio che dimostra quanto il problema "sicurezza" nel centro storico non riguardi i migranti, i bar o le scritte sui muri, ma l'incolumità quotidiana delle persone in relazione agli edifici pericolanti, generata dalla confusione incredibile perpetrata negli anni di non-gestione post-terremoto".

A scriverlo, in una nota, è la consigliera comunale di Coalizione sociale Carla Cimoroni.

"Da anni" afferma la Cimoroni "denunciamo (qui) l'assoluta inadeguatezza nella gestione del centro storico dell'Aquila. Il crollo di via Paganica, avvenuto due notti fa, è solo l'ennesimo in un luogo che, a otto anni e mezzo dal terremoto del 2009, è per lo più lasciato all'abbandono. Un altro episodio che dimostra quanto il problema "sicurezza" nel centro storico non riguardi i migranti, i bar o le scritte sui muri, ma l'incolumità quotidiana delle persone in relazione agli edifici pericolanti, generata dalla confusione incredibile perpetrata negli anni di non-gestione post-terremoto".

"Oggi" continua la nota "ancora quasi metà del centro risulta ancora in zona rossa, anche se molte sono le vie percorse quotidianamente a piedi o in auto, da migliaia di aquilani e aquilane, stufi ormai di vivere la città come eterni terremotati. Centinaia sono i cittadini che abitano o lavorano in edifici rientranti in zona rossa: una situazione inaccettabile, ancora di più se si pensa che abitanti, operatori e professionisti sono costretti a sottoscrivere una liberatoria che solleva l'amministrazione comunale da ogni responsabilità civile e penale "derivante da danni a persone o cose occorsi durante la permanenza nelle aree". Una linea, quest'ultima, che anche il Sindaco Biondi ha ritenuto di dover seguire, in totale e perfetta continuità con la (non)gestione del centro storico della passata amministrazione".

"La condizione attuale" si legge ancora "è il frutto di una pianificazione della ricostruzione a macchia di leopardo, dove non si è scelto di chiudere, ricostruire e riaprire intere zone progressivamente, ma tutto è stato lasciato, nella migliore delle ipotesi, al caso. Una situazione che non sembra saper raddrizzare la nuova amministrazione, del resto un controllo capillare degli accessi è evidentemente inattuabile".

"Ma sarà giunto finalmente il momento" osserva la consigliera "di programmare verifiche costanti, chiudere le strade a rischio ancora disabitate, e nel contempo mettere in sicurezza quelle ormai popolate, come chiediamo da tempo? Giusto un anno fa il Consiglio comunale approvò all'unanimità un ordine del giorno per impegnare l'Amministrazione in questo senso (qui)".

"Continuiamo, anche con l'amministrazione di destra" prosegue la nota "a ribadire le nostre proposte: messa in sicurezza delle aree a rischio per garantire massima fruibilità e vivibilità possibili; fondi per verifiche e operazioni di manutenzione nei centri storici dell'Aquila e delle sue frazioni; informazioni continue e aggiornate a cittadini, operatori della ricostruzione e visitatori".

"Affinché tutto ciò possa finalmente avvenire" continua la Cimoroni "ribadiamo come sia necessario porsi il problema di come governare, nel presente, la transitorietà complessa in cui vive il centro storico della città. Per farlo non resta che dar vita ad un'amministrazione diretta e diffusa che coinvolga, mettendoli su uno stesso tavolo, residenti, imprese, commercianti, associazioni e polizia municipale, in modo da poter dare una risposta immediata, dinamica e flessibile alla situazione in continuo mutamento, tra pericoli di nuovi crolli e altri mille problemi che sorgono ogni giorno, tra cantieri che aprono e chiudono, e interdizioni temporanee che iniziano o cessano".  

"Un (auto) governo del centro storico" conclude la nota "possibile solo attraverso un ritrovato protagonismo delle cittadine e dei cittadini. L'Aquila deve riprendere in mano le sorti del suo centro e cioè della sua anima, in caso contrario rimarremo in pericolo costante, dispersi e terremotati a vita. E non ci sarà "sicurezza" che tenga".

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