Il consiglio comunale dell'Aquila ha respinto, con 17 voti contrari e 12 favorevoli, una mozione proposta dalla consigliera di opposizione Elisabetta Vicini (Democratici e socialisti) sull’istituzione di un registro per la registrazione delle disposizioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari (Dat) previste dalla legge, recentemente approvata dalparlamento, sul testamento biologico.
A votare contro è stata tutta la maggioranza, anche se con diverse posizioni e motivazioni.
C’è chi, come Elisabetta De Blasis e Roberto Jr Silveri (Forza Italia), Ersilia Lancia e Giorgio de Matteis (Fratelli d’Italia), ha suggerito, “vista la complessità e la delicatezza della materia”, di rinviare la discussione in commissione prima di approvare la mozione in consiglio; e chi invece, come Francesco De Santis (Noi con Salvini) e lo stesso presidente Roberto Tinari (Forza Italia), ha manifestato un’aperta contrarietà non condividendo i contenuti della legge (Tinari ha persino letto un passaggio di un discorso di Giovanni Paolo II sulla sacralità e santità della vita).
La legge sul testamento biologico non obbliga le amministrazioni locali a dotarsi di appositi registri per le Dat. Prevede, però, l’obbligo per i cittadini di depositare agli uffici comunali le loro disposizioni in merito ai trattamenti sanitari da ricevere.
La proposta della Vicini non era quella di istituire, dal nulla, un registro ma di avviare un percorso per facilitare e rendere il più possibile semplice e agevole la procedura.
“Sono profondamente delusa” ha detto la consigliera a NewsTown “perché la maggioranza ha celato dietro presupposti insignificanti quella che invece è una posizione politica: osteggiare e ostacolare in tutti i modi i cittadini al rilascio delle disposizioni anticipate di trattamento. Apprezzo di più l’onestà intellettuale del consigliere De Santis e del presidente Tinari che se non altro non si sono nascosti dietro delle scuse e hanno espresso una posizione chiaramente politica”.
“L’approvazione della mozione” ha affermato la Vicini “avrebbe semplicemente impegnato l’amministrazione ad avviare una procedura che poi avrebbe necessitato chiaramente di un approfondimento sulle modalità di istituzione del registro. Mi aspettavo, da parte di questo consiglio, un impegno unanime alla creazione di questo strumento, che è un modo per ottemperare a una legge dello Stato. E’ vero che quest’ultima non prevede l’obbligo di istituzione dei registri. Prevede, però, che la disposizione venga depositata presso i comuni, quindi questi ultimi sono obbligati a ricevere le dichiarazioni. Il che molto probabilmente vorrà dire che i cittadini dovranno fare tutta una serie di cose come rivolgersi a un notaio, pagare le spese, dopo aver fatto ciò andare in comune, senza sapere probabilmente a chi lasciare le disposizioni eccetera eccetera. Il mio era soltanto un modo per agevolare un percorso che comunque dovrà essere avviato visto che una legge ormai c’è”.
“Mi dispiace soprattutto per i cittadini” ha concluso la Vicini “per coloro che soffrono, perché chi ricorre alle Dat lo fa perché sa che probabilmente dovrà affrontare un percorso terapeutico difficile e doloroso. Dare a queste persone la possibilità di farlo in maniera agevole e semplice, permettendo loro di ridurre, nel loro percorso di dolore, almeno la fase burocratica, mi sembrava un dovere di questa amministrazione”.
L'opposizione: "Bocciatura fatto grave"
"Consideriamo un fatto grave la bocciatura da parte del Consiglio comunale, per il voto contrario della maggioranza, della mozione presentata dall'opposizione – prima firmataria Elisabetta Vicini – sul recepimento della legge nazionale sul biotestamento. L'approvazione della mozione avrebbe aperto l'iter per l'accoglimento del provvedimento e la predisposizione del necessario regolamento".
A scriverlo, in una nota congiunta, sono i consiglieri di opposizione Stefano Albano, Stefano Palumbo, Angelo Mancini, Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio, Giustino Masciocco, Lelio De Santis, Elia Serpetti, Paolo Romani e la prima firmataria della mozione Elisabetta Vicini.
Sono risibili le motivazioni addotte dalla maggioranza in Aula, che sarebbero necessarie valutazioni e approfondimenti: "l'approvazione della mozione non li avrebbe esclusi, anzi, semplicemente avrebbe aperto un procedimento necessario e stabilito dalla legge nazionale. Se è vero come taluni membri della maggioranza hanno sostenuto, cioè che la legge nazionale non impone un regolamento, è altrettanto vero che senza di esso i cittadini che intendono avvalersi dei diritti affermati dalla legge nazionale sul biotestamento dovranno avvalersi di un notaio, e farsi quindi carico dei costi. La maggioranza di governo dell'Aquila quindi nei fatti smentisce quanto ha sempre dichiarato pubblicamente, ovvero di andare incontro alle esigenze dei più deboli".
La verità è che il No ha ragioni politiche precise, "che risiedono nella contrarietà del gruppo di Noi con Salvini. Ma recepire una legge nazionale è un preciso dovere di un Consiglio comunale, esistono cioè ragioni istituzionali che superano la consuetudine di utilizzo che questa maggioranza sta facendo dell'assemblea cittadina: un social network ostaggio delle ragioni ideologiche, dove gli unici ed esclusivi spazi sono riservati alle iniziative di bassa propaganda, che non hanno utilità rispetto ai problemi e alle priorità della città".
Prova evidente è la produzione di atti odierna, "rappresentata dall'approvazione di una mozione che impegna l'amministrazione comunale a predisporre presepi nelle proprie sedi e una su azioni contro l'accattonaggio, proprio nel giorno della denuncia della Cgil sulla crisi economica e dell'incontro dei rappresentanti istituzionali del territorio a Roma per la questione del gasdotto Snam. Sempre oggi, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale al momento del voto di una mozione del consigliere Nardantonio sulla scuola elementare di Preturo, cioè ha evitato di discutere nel merito di una questione concreta che riguarda e interessa le famiglie e la città. Ci chiediamo per l'ennesima volta quando questa maggioranza inizierà a occuparsi della città, e smetterà di dedicarsi all'allestimento del Consiglio come una vetrina per soddisfare gli interessi di propaganda".
Biondi: "Polemica a basso costo fatta sulle spalle delle sofferenze della gente"
"Troppo spesso propaganda, ignoranza e malafede vanno a braccetto, quindi dico la mia sulla 'bocciatura' da parte del Consiglio comunale dell’Aquila della mozione sull’introduzione del registro del cosiddetto testamento biologico. Molti comuni lo avevano istituito in assenza di una legge, che ora c’è e prevede cose molto precise alle quali, naturalmente, anche L’Aquila si adeguerà. Un po’ come succedeva con i registri delle coppie di fatto, superati e archiviati da quelli veri regolamentati a seguito della Cirinnà sulle unioni civili. Perché creare un doppione quando ci sarà - semmai, perché la legge dovrà essere declinata a livello regolamentare - quello ufficiale è riconosciuto? Perché generare, magari, confusione, malintesi o equivoci su un tema così delicato come il fine vita? Per appagare l’ego di qualcuno che fa del corpo altrui strumento di polemica politica?".
Così il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che interviene al culmine delle polemiche per la bocciatura della mozione presentata dalla consigliera Vicini.
"Sorvolo sui commenti (“bigotti”, “reazionari”, “medievali”, “clerico-fascisti” e via apostrofando): quelli classici dei sedicenti laicisti libertari che usano una violenza verbale da scimmie urlatrici contro chi non la pensa come loro. Alcuni tirano in ballo la questione economica: “vergogna! invece di far fare gratis una cosa andrà pagata dal notaio”. Bufala: la legge, all’art. 4, stabilisce che le Dat (le disposizioni anticipate di trattamento) possano essere redatte come “scrittura privata autenticata” e che le stesse sono esenti dall’imposta di bollo e di qualsiasi altro tributo. In pratica scrivi le tue Dat, vai in comune o alla delegazione, firmi davanti al funzionario incaricato che autentica. Tutto qui. Quando la legge verrà pubblicata e regolamentata si farà quanto previsto dalle specifiche disposizioni, come accade nelle amministrazioni normali. Il resto è polemica a basso costo fatta sulle spalle delle sofferenze della gente. Ma questo importa poco, tanto il comunicato è fatto".
Tinari cita Giovanni Paolo II
"Nella seduta odierna del Consiglio comunale dell'Aquila ho votato contro la mozione finalizzata a istituire un registro comunale sul testamento biologico, con le dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari. L'ho fatto con piena convinzione, richiamandomi alle parole di Papa Giovanni Paolo II, che ha affermato che 'il valore intrinseco e la personale dignità di ogni essere umano non mutano, qualunque siano le circostanze concrete della sua vita... un uomo, anche se gravemente malato o impedito nelle funzioni più alte, è e sarà sempre un uomo, mai diventerà un vegetale ... la società deve imparare ad abbracciare una volta ancora il grande dono della vita, a desiderarlo, a difenderlo contro la cultura della morte'".
Così il presidente del Consiglio comunale dell'Aquila, Roberto Tinari. "Concetto straordinario - ha aggiunto - ribadito da Papa Benedetto XVI, che ha sostenuto come 'l'eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell'uomo. La vera risposta non può essere la morte, per quanto 'dolce', ma testimoniare l'amore che aiuta ad affrontare il dolore in modo umano'. Prestiamo ascolto a queste profondissime parole. Io intendo farlo e per questo non sarò mai d'accordo su un registro riguardante il testamento biologico e le dichiarazioni di volontà sui trattamenti sanitari".