Domenica, 21 Gennaio 2018 22:45

M5S, tra i candidati abruzzesi al proporzionale nessun aquilano

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A chiusura del Villaggio Rousseau a Pescara, il Movimento 5 Stelle ha reso noti i candidati sul proporzionale alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo, i più votati alle Parlamentarie.

Alla Camera dei Deputati, sul collegio 'Chieti - Pescara' i candidati sono l'uscente Gianluca Vacca come capolista, Daniela Torto, Andrea Colletti e Sara Stenta; supplenti l'uscente Daniele Del Grosso, Valentina Matilde Di Michele, Gianni Smarrelli e Manuela Capitanio. Sul collegio 'L'Aquila - Teramo', invece, i candidati sono la capolista Valentina Corneli (Roseto degli Abruzzi), Fabio Berardini (Teramo), Carmela Tomassetti (Celano), Giorgio Fedele (Avezzano); supplenti Virginia Maloni (Sant'Egidio alla Vibrata), Angelo Bisegna (Capistrello), Daniela Proietti (Avezzano) e Mauro Di Crescenzo  (Giulianova).

Al Senato, sul collegio unico regionale, i candidati titolari sono l'uscente Gianluca Castaldi, Gabriella Di Girolamo, Stefano Murgo e Cinzia D'Eramo; candidati supplenti Massimo Di Renzo, Barbara Benucci, Raffaello La Cioppa e Fiorella Speranza.

Non ci sono candidati della città dell'Aquila. 

Per i candidati nei collegi uninominali bisognerà attendere ancora qualche giorno. "Testa e cuore, saranno questi i requisiti della nostra squadra di governo", le parole del capo politico dei pentastellati Luigi Di Maio a Pescara. "Quattrocento leggi da abolire al primo anno di governo" e una smart nation che promuova "nuovi lavori e nuove tecnologie" sono i primi due punti del programma presentato agli attivisti; tra gli altri obiettivi di governo, il reddito di cittadinanza, la cancellazione dell'Irap per il ceto medio, la no tax area fino a 10 mila euro, una manovra choc per le Pmi con la riduzione del cuneo fiscale. Ma niente uscita dell'Italia dall'Euro, con il referendum come "extrema ratio".

"Siamo la prima forza politica del Paese e il primo movimento d’Europa, cambieremo tutto", ha promesso il candidato premier. "Gli altri partiti hanno paura di noi e fanno bene ad avere paura; ci siamo noi e ci sono tutti gli altri che ci attaccano tutti i giorni, saranno mesi impegnativi ed ognuno di voi è chiamato a dare il massimo", il saluto alla folta platea, lanciando lo slogan della campagna elettorale pentastellata ‘partecipa, scegli, cambia‘.

 

La contestata visita a L'Aquila

Più di un'ora d'attesa, all'alba di una domenica mattina di pioggia. 

Striscioni in mostra, attivisti entusiasti, giornalisti pronti a strappare una dichiarazione; da giorni, era stata annunciata la visita in città di Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle e candidato pentastellato alla Presidenza del Consiglio: a seguito di una breve visita con pochi 'invitati' alla Basilica di Collemaggio appena riaperta al pubblico, incontro con i cittadini alla villa Comunale e, quindi, passeggiata tra le strade del centro storico dell'Aquila, così recitava il programma. 

E invece Di Maio, giunto in ritardo e scortato dalla consigliera regionale Sara Marcozzi, si è limitato a prendere un caffé al bar del Grand Hotel, rincorso dai simpatizzanti, per salire poi sul van che lo sta accompagnando in giro per l'Italia e ripartire velocemente direzione Chieti. Dieci minuti, poco meno: delle difficoltà della ricostruzione, del centro storico che prova a ripartire, delle angosce dei commercianti hanno provato a raccontargli mentre, di corsa, lasciava la città. 

Meglio dedicare tempo e attenzione a territori che, in questi anni, hanno visto il Movimento radicarsi e acquisire maggiore forza: meglio visitare la provincia di Chieti e, da lì, tornare a Pescara che, in questi giorni, è l'ombelico del mondo a 5 Stelle: dal Villaggio Rousseau, in serata, verranno annunciati i risultati delle parlamentarie. D'altra parte, a L'Aquila i pentastellati non hanno mai 'sfondato', né alle amministrative - con risultati risibili alle elezioni del 2012 e del 2017 - né alle politiche e alle europee. E forse, Di Maio si aspettava un comitato d'accoglienza più imponente: erano un centinaio, e ci teniamo 'larghi' con le stime, gli attivisti giunti alla Villa Comunale per salutarlo.

Sta di fatto che la fugace apparizione non è parsa affatto rispettosa di chi, nonostante la pioggia, ha atteso paziente per più di un'ora al freddo e, soprattuto, di una città capoluogo di Regione che merita, ancora, particolare attenzione da chi si presenta alle elezioni per andare al governo del Paese. 

Ai giornalisti non ha voluto rilasciare dichiarazioni; con i colleghi, siamo riusciti a strappargli soltanto qualche parola che, tra l'altro, denotano scarsa consapevolezza dei difficili processi che stanno interessando L'Aquila. "Cosa cambierebbe del modello messo in campo per la ricostruzione della città?", la domanda. "Il problema di questo Paese è che ci sono troppe leggi che si accavallano, si contraddicono e creano occasioni per i corrotti, togliendo opportunità a chi si comporta onestamente", la risposta di Di Maio, a riproporre lo slogan che sta segnando la sua campagna elettorale. "Il nostro piano di abolizione di 400 leggi dello Stato inutili contribuirà a semplificare le procedure di ricostruzione: il nostro, è un Paese schivo di una burocrazia che non è il burocrate bensì l'atteggiamento culturale della politica che scrive un codice degli appalti e lo modifica centinaia di volte dopo averlo approvato da qualche anno". 

E poi, "basta così": basta domande. Non è stato possibile chiedere altro a Di Maio: avremmo voluto conoscere la strategia dei pentastellati per il rilancio economico e sociale delle aree interne d'Abruzzo e, più in generale, dell'appennino italiano; avremmo voluto sapere dal leader politico 5S che strategia metterebbe in campo per far uscire dall'impasse la ricostruzione dei territori del centro Italia, in caso di governo a Cinque Stelle. E ancora, parlare delle epurazioni di storici attivisti che pure avevano presentato la candidatura alle Parlamentarie.

Non è stato possibile.

Ultima modifica il Martedì, 23 Gennaio 2018 01:48

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