Trentamila persone hanno invaso pacificamente Macerata, per dire no a fascismo e razzismo.
Non ci sono stati scontri o incidenti: il lungo serpentone - una fila umana di oltre 2 km - ha sfilato per le strade di una città blindata, spaventata dal clima di tensione artificiosamente creato dal Ministro dell'Interno Marco Minniti e dalla prefettura che, almeno inizialmente, aveva dato parere negativo allo svolgersi del corteo. "L'intento era di fare una manifestazione pacifica per ribadire i valori dell'antifascismo e dell'antirazzismo e così è stato", hanno detto i promotori dell’iniziativa.
Il corteo è partito dai giardini di piazza Diaz. In testa, lo striscione "I movimenti contro ogni fascismo e razzismo".
Diverse le realtà sociali provenienti da ogni parte d'Italia, ma anche tanti maceratesi, che alla fine sono scesi in piazza. In corteo le bandiere di Legambiente, Libera, Arci, Fiom, No Tav, Potere al popolo, Prc, Emergency ("Essere qui è la risposta giusta", ha detto Gino Strada). Presenti anche centri sociali e associazioni studentesche. C'era l'Anpi Roma ma non l'Anpi Nazionale, c'erano tanti circoli Arci. Diversi manifestanti avevano un fazzoletto o una bandiera tricolore. "Rimettiamo le cose a posto - ha detto una manifestante con la bandiera sulle spalle - Questo è il posto giusto per la bandiera italiana. Non lasciamola ai Traini d'Italia, questa bandiera è nostra".
Nutrita la presenza di attivisti abruzzesi che hanno sfilato dietro lo striscione "Come la Brigata Majella: non ci arrendiamo alla vostra malignità".
Tra i partecipanti l'europarlamentare Cecile Kyenge, l'ex direttore dell'Unità Sergio Staino, il giornalista Adriano Sofri, il deputato Pippo Civati, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo e il conduttore Diego Bianchi. "Ancora una volta - ha detto Paolo Cognini dei centri sociali delle Marche - i fascismi e i razzismi saranno battuti dalla gente che si è riappropriata della strada". Non era in strada, invece, il sindaco di Macerata Romano Carancini. "Col cuore - aveva spiegato in mattinata - sarò in piazza, ma, per coerenza, riconfermo che la città ha bisogno di respirare". E ha difeso la sua posizione: "La politica oggi parla a se stessa, mentre una amministrazione locale poi deve fare i conti con la quotidianità. Sono stato accusato di indegnità per aver sostenuto che Macerata non doveva ospitare sfilate e manifestazioni di piazza. La mia posizione non cambia. Dopo il clamore mediatico, a noi spetta il compito e il ruolo di ricucire uno strappo anche psicologico che c'è stato. Avevo chiesto solo il tempo per respirare".
Al fianco dei manifestanti anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera: "Noi ci siamo. La prima attenzione è verso Pamela, che dobbiamo portare nel cuore, e verso i feriti. Questa deve essere la nostra prima attenzione, per essere vicini alle persone. Il resto diventano momenti per manifestare che però non devono essere parole ma devono essere impegni concreti". In merito al fatto che si possano ripetere casi come quello di Traini, don Ciotti ha detto che "ci sono dei segnali un po' inquietanti ma l'Italia non è razzista. Non dimentichiamo, però, che sono 80 anni dalle leggi razziali e allora impegniamoci perché non avvenga più tutto questo". Non la pensa così Marco Minniti che, ad un appuntamento elettorale, ha dichiarato che "il fascismo in Italia è morto per sempre e non ha lasciato un ricordo buono al nostro popolo. C'è un limite oltre il quale non si può andare in una democrazia e non consentiremo a nessuno di superare questo limite".
Il leader di LeU, Piero Grasso, ha ribadito la posizione della sinistra che "sull'antifascismo non è divisa, è pienamente unita sui valori della democrazia e della tenuta del Paese. Su invito del sindaco di Macerata - ha detto Grasso - alcune associazioni hanno deciso di soprassedere sulla manifestazione, è stata così programmata una grande iniziativa il 24 febbraio". Ma dalla piazza è stato molto critico Nicola Fratoianni, che con Pippo Civati ha guidato una delegazione di LeU: "Oggi è la sconfitta del Pd. Dovevano essere in piazza e non ci sono. La loro è una scelta incomprensibile. Oggi non serve il silenzio - ha aggiunto - ci vuole la schiena dritta di chi dice che contro fascismo e razzismo si va in piazza". Il vicesegretario del Pd Maurizio Martina si è detto sorpreso per le polemiche contro i dem: "Il Pd ha raccolto l'invito del sindaco a non caricare di ulteriori tensioni in queste ore quella comunità sconvolta", ha sottolineato. "Ci siamo messi al fianco dell’Anpi e parteciperemo, come annunciato, alla manifestazione unitaria antifascista indetta per sabato 24 febbraio a Roma”.