"Compagne e compagni, iniziamo così"; un lungo applauso ha accolto Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, giunto a L’Aquila per un appuntamento elettorale in sala Ance, gremita da simpatizzanti del movimento nato dalla convergenza di Articolo 1, Possibile e Sinistra Italiana. "Torniamo alle parole fondanti della nostra comunità" il saluto del Presidente del Senato che, nel pomeriggio, aveva visitato la Basilica di Collemaggio, "un luogo importante per la mia famiglia: lì, si è sposato mio figlio [Maurilio Grasso, per 4 anni vice questore a L'Aquila ndr] con una ragazza aquilana".
Per 43 anni magistrato, negli ultimi 5 sullo scranno più alto di Palazzo Madama, "avrei potuto tirare i remi in barca" ha sottolineato Grasso; "mi sono guardato intorno però, e ho visto un paese stanco, deluso, sfiduciato. Ho avuto un moto di rivolta morale. Dunque, allorquando ho visto passare in Senato il progetto di legge elettorale, senza poter intervenire, considerato il mio ruolo, e senza che i senatori avessero la possibilità di discuterlo, avendo il Governo posto ben cinque questioni di fiducia, non ho potuto far altro che lasciare il gruppo Pd e accogliere la sfida di guidare il progetto politico di Liberi e Uguali tornando ai valori della mia gioventù".
Lavoro, diritto allo studio e alla salute, ambiente, le parole chiave del programma di LeU: "lavoro che sia stabile e sicuro" ha chiarito, contestando la riforma del Jobs Act che "ha fallito, creando occupazione precaria"; diritto allo studio che sia universale, "dalla culla all’università" ha aggiunto, spiegando che dietro la proposta d’abolizione delle tasse universitarie vi è la profonda convinzione che un diritto non si debba pagare. Vale per la formazione e, così, per la salute: "in Italia, 12 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le cure, non riescono più a pagare ticket e superticket; si va verso una privatizzazione della sanità che non possiamo accettare". E poi, l’ambiente: "la cura del territorio e l’economia circolare possono creare posti di lavoro sicuri", ne è convinto Grasso.
Con riferimento agli ultimi accadimenti di cronaca che stanno segnando la campagna elettorale, l’ultimo a Salerno, con le dimissioni di Roberto De Luca – figlio del governatore campano Vincenzo - da assessore del Comune di Salerno, a seguito dell’apertura di un fascicolo a suo carico per corruzione, Pietro Grasso ha voluto ribadire che "il tema della legalità" è il tema della sua vita: "legalità, sicurezza personale e sociale, giustizia, sono i temi che porteremo avanti a testa alta e con la faccia limpida e trasparente".
Dunque, uno sguardo all’Abruzzo: "Torno in questa Regione e riconosco come sia terra di diseguaglianze: il nostro primo impegno è eliminarle, riconoscendo i diritti negati; l’Abruzzo è una terra che ha ancora ferite non rimarginate, dobbiamo curarle". E sulla ricostruzione, ha aggiunto che "una unificazione normativa è essenziale, considerato che ci sono due crateri normati da leggi diverse; altresì, è essenziale che i piani per la ricostruzione vengano attuati, e vengano assicurate le risorse per farlo. Noto che il restauro dell’edilizia pubblica è in difficoltà: ebbene, bisogna intervenire".
Grasso ha lanciato poi una stoccata a Matteo Renzi: "Il segretario del Pd ha invitato gli elettori a ‘turarsi il naso’ e votare i dem, rivendicando il Patto del Nazareno; ebbene, vi dico: respirate a pieni polmoni aria pulita e scegliete Liberi e Uguali. Noi non faremo mai patti con Berlusconi". Di possibili alleanze, invece, "si parlerà dopo il 4 marzo" ha tagliato corto.
Accanto a Grasso, i candidati di Liberi e Uguali sui collegi regionali. "E’ una campagna elettorale che i cittadini percepiscono come ‘brutta’ – ha sottolineato Fabio Ranieri, capolista sul collegio unico per il Senato – lo è la legge elettorale, scritta insieme da Pd e Forza Italia con l’obiettivo di fare un governo di larghe intese, lo è il dibattito politico, si fatica a trovare proposte reali in un clima di continua mistificazione. Il Pd rivendica l’abolizione dell’articolo 18, il Jobs Act e la Buona Scuola, proponendo la cancellazione del canone Rai; la destra spinge per la flat tax, che significa premiare i ricchi tagliando servizi alle fasce più deboli della popolazione, parlando di ordine e legalità pur avendo un leader pregiudicato che non si può candidare".
Stando al livello locale, "il Pd candida mezzo Consiglio regionale, dal Presidente in giù, con gli altri schieramenti non pervenuti" l’affondo di Ranieri; ‘Abruzzo al governo’ è il motivo della campagna elettorale di Luciano D’Alfonso "che non spiega, però, con quale maggioranza e con quale progetto politico. Un modo di fare padronale, di concepire le istituzioni come ‘cosa propria’, quasi avessimo bisogno di un padrino che si occupi del territorio. Al centro delle nostre preoccupazioni, invece, ci sono le reali esigenze dell’Abruzzo: occorrono politiche industriali e di messa in sicurezza del territorio; bisogna rendersi conto che un’Italia a due o tre velocità non può uscire dalla crisi e, in questo senso, l’Appennino deve diventare una grande questione nazionale, a partire proprio dalle aree interne d’Abruzzo".
E non si parli di voto utile, di Pd come unico argine possibile all’avanzare delle destre, come ha ribadito nel pomeriggio Renzi a Roma; "fanno da argine alle destre con Pier Ferdinando Casini candidato a Bologna, gli uomini di Roberto Formigoni in Lombardia e Federica Chiavaroli in Abruzzo che, a giugno, festeggiava la vittoria di Pierluigi Biondi alle amministrative dell’Aquila"; l’unico voto utile è a LeU, "per dare forza ad una sinistra di governo, riformista, capace di declinare al futuro valori come la libertà e l’uguaglianza".
"La politica è una scelta di campo, sono i valori e i principi, significa avere un’idea di Paese in testa", ha aggiunto Danilo Leva, capolista alla Camera sul collegio proporzionale L’Aquila/Teramo; “se sei di sinistra, non puoi avere la stessa idea delle destre”. Il voto utile "serve a Renzi per governare con Berlusconi – ha ribadito Leva – e non è un caso che oggi il leader dem rivendichi il patto del Nazareno. Basta approfondire la legge elettorale per capire ciò che sta accadendo: siamo in uno schema proporzionale puro e, dunque, non vince nessuno le elezioni. In questo quadro, un voto a LeU è un voto per rafforzare le ragioni del lavoro, della sanità e della scuola pubblica, dell’uguaglianza sociale".