Lunedì, 19 Marzo 2018 12:06

Camera e Senato, venerdì le prime sedute: presidenti entro domenica

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La XVIII legislatura prenderà ufficialmente il via venerdì 23 marzo, con la prima seduta dell'Aula di Camera e Senato e l'avvio delle votazioni per l'elezione dei nuovi presidenti. Da quel giorno in poi sono previste una serie di scadenze e tappe obbligate che porteranno - o dovrebbero portare - verso la formazione del nuovo governo.

Da oggi i nuovi senatori varcheranno per la prima volta le porte di palazzo Madama: appuntamento alle 14:30. Gli eletti saranno accolti all'ingresso di piazza Madama dagli assistenti parlamentari, che verificheranno l'identità con telegramma di convocazione e documento di riconoscimento. Successivamente i senatori saranno accompagnati nella Sala Caduti di Nassiriya dove sarà allestita la struttura di accoglienza. Qui dovranno compilare un apposito foglio notizie con indirizzi, recapiti mail, dati anagrafici e professionali, fotografia per la scheda da mettere sul sito: tutti gli elementi di primo contatto, insomma, con l'istituzione. Inoltre riceveranno tutte le informazioni necessarie per gli adempimenti. L'accoglienza andrà avanti tutti i giorni dalle 9 alle 20:30, fino alle 14:30 di sabato 24 marzo. Per i nuovi deputati, invece, l'appuntamento è fissato per domani a partire dalle 12 e si proseguirà tutti i giorni dalle 9 alle 20:30 fino a martedì 27. I deputati dovranno presentarsi nella Sala del Mappamondo, dove sarà allestito un 'Centro unico' per la registrazione della firma autografa, dei dati anagrafici, compreso il codice fiscale. Una volta proclamati parlamentari, infatti, gli eletti dovranno presentarsi nella propria Camera di appartenenza per il disbrigo di alcune procedure e incombenze burocratiche.

Come detto, il giorno clou è venerdì prossimo: le prime sedute di Camera e Senato sono fissate, rispettivamente alle 11 e alle 10:30; è la prima tappa di un percorso segnato da una serie di adempimenti, al termine dei quali, probabilmente subito dopo Pasqua, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà in grado di avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo. La seduta inaugurale a Montecitorio sarà presieduta da Roberto Giachetti, il più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente; la seduta verrà subito sospesa per convocare la Giunta provvisoria delle Elezioni, che dovrà compiere una serie di accertamenti, ad esempio dimissioni per incompatibilità, per assicurare il plenum dell’Assemblea. La legge elettorale infatti stabilisce i criteri automatici per determinare il collegio di elezione per deputati eletti in più collegi. Faranno parte di questo organismo i deputati presenti membri della Giunta della precedente legislatura.

Una volta ripresa la seduta si passerà all’elezione del presidente. In prima battuta è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Nel secondo e terzo scrutinio occorre la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Se non si raggiungesse un ampio accordo tra le forze politiche, è prevedibile che l’elezione del presidente avvenga tra la mattina e il pomeriggio di sabato 24, a patto che comunque sia possibile coagulare una maggioranza assoluta in grado esprimere un numero sufficiente di consensi.

Differenti le procedure al Senato. La prima seduta sarà presieduta dall’ex Capo dello Stato e senatore a vita Giorgio Napolitano, il membro dell’assemblea più anziano di età. I sei senatori più giovani eserciteranno le funzioni di segretario. Stesso iter della Camera per la nomina della Giunta provvisoria delle Elezioni, composta da sette membri. La principale diversità riguarda l’elezione del presidente, che si conclude comunque entro il quarto scrutinio, anche per il ruolo di supplente del Capo dello Stato che è chiamato a svolgere. Quindi è richiesta dapprima la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato: qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. Quindi al massimo domenica 25 o più probabilmente entro sabato pomeriggio si conoscerà il nome del nuovo presidente del Senato.

A scorrere l'elenco dei circa 1000 parlamentari eletti il 4 marzo, si può scattare una prima fotografia della Legislatura che sta per iniziare. E si scopre che sarà molto giovane: scende infatti l'età media e si avvicina intorno ai 40 anni alla Camera, dove i deputati non possono averne meno di 25, e supera di poco i 50 al Senato, dove per entrare bisogna invece avere spento 40 candeline. Nella Legislatura che si sta chiudendo l'età media dei senatori è stata intorno ai 54 anni, mentre a Montecitorio si è aggirata intorno ai 45.

Inoltre, ci sarà un maggior numero di donne che dovrebbero superare la quota del 30% della scorsa Legislatura ma senza avvicinarsi alla soglia del 40% prevista dalla legge elettorale. I partiti infatti hanno aggirato la regola attraverso il meccanismo delle pluricandidature al femminile, grazie alle quali i colleghi maschi in seconda posizione hanno facilmente scalato la classifica.

Tanti i volti nuovi: i deputati e i senatori 5S sono triplicati rispetto alla scorsa Legislatura, passando alla Camera da 88 a circa 221 e al Senato da 35 a 112, mentre la Lega vede aumentare le proprie truppe alla Camera da 22 a 119 e al Senato da 11 a 58. Crescono anche gli azzurri mentre i deputati Pd calano di due terzi (da 281 a 108) e i senatori quasi si dimezzano (da 97 a 52). Il più longevo, senza considerare l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è Pier Ferdinando Casini. Entrato per la prima volta in Parlamento con la Dc nel 1983 torna in Parlamento per la decima volta, ma sotto le insegne del Pd. Altra carriera longeva quella di Emma Bonino, alla nona Legislatura.

Stando alle professioni, gli avvocati sono la truppa più numerosa con circa un ottantina di rappresentanti tra Camera e Senato mentre scendono a tre i magistrati (Pietro Grasso, Cosimo Ferri, Giusi Bartolozzi) contro i 18 di sei anni fa. Circa 30 i giornalisti, subito dopo si piazzano i medici seguiti da insegnanti e commercialisti.

 

Ultima modifica il Venerdì, 23 Marzo 2018 10:25

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