Sabato, 24 Marzo 2018 18:00

L'Altro Abruzzo, liste civiche "né di destra né di sinistra" per "far parlare i territori"

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Dodici liste civiche a dare voce all'"altro Abruzzo", per far parlare il territorio e metterlo di nuovo nelle condizioni di riaprire un dialogo con la politica; dodici liste civiche, "né di destra né di sinistra", che saranno parte attiva di un progetto politico che "avrà un ruolo già alle prossime elezioni regionali" ha assicurato Daniele Toto, leader di Pescara Liberale, già deputato, nipote di Carlo, concessionario di A24 e A25 con la sua holding, ed editore di 'Impaginato'; "l'elettorato - ha chiarito - ha punito i partiti perché il messaggio non si è rivelato esaustivo delle necessità dal territorio".

Frattura colmata dalle forze populiste, ha sottolineato Toto. Che ha preso le distanze dal Movimento 5 Stelle: "Noi siamo in grado di declinare una piattaforma che è complessa e politica per dare una soluzione fuori dai populismi facili. La differenza strutturale è proprio questa: ipotizziamo una piattaforma politica che vada ben oltre uno slogan d'effetto".

Pescara Liberale, L'Aquila Futura, IdeAbruzzo, Per Ortona, Azione Politica, Io Resto, Civiche d'Abruzzo, Io sto con Avezzano, Movimento Abruzzo Futuro, Investiamo, Cuore nazionale e Abruzzo al Centro si sono ritrovate stamane all'Aurum di Pescara. "Il nome del candidato presidente della Regione dovrà venire dal territorio, dagli abruzzesi, e non da Roma", la sfida. Una frase che racchiude tutto il senso del nuovo movimento, "né a destra né a sinistra - ha ribadito l'ex sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio - ma al centro, in posizione di sintesi", stante il "fallimento delle contrapposizoni; Oggi - ha affermato l'esponente di Abruzzo al Centro, fratello di Giuseppe, presidente del Consiglio regionale e, fino a prova contraria, esponente del PD - bisogna dire basta alla degenerazione. L'unione delle liste civiche serve per creare i partiti del futuro. Non dobbiamo seguire il populismo, i partiti che hanno voluto seguirlo hanno sempre avuto vita breve", ha aggiunto, incitando "a ripartire dai territori" e puntando il dito contro "i nomi decisi da Roma senza che siano espressione del territorio".

Sul riconoscimento della territorialità ha puntato anche Roberto Santangelo della lista civica 'L'Aquila Futura', lanciandosi in una provocazione: "Perché anche l'Abruzzo non può diventare una Regione a Statuto Speciale?"; in questo modo, "potremmo attrarre ingenti risorse e investimenti" ha aggiunto, sottolineando la vena provocatoria del moto federalista. Dunque, Santangelo - consigliere comunale a L'Aquila - ha toccato argomenti 'caldi' come la sanità ("in nome della spending review sono stati tagliati gli ospedali di prossimità"), l'incapacità di utilizzare i fondi Europei e, infine, le divisioni interne ai territori. In tal senso, ha ribadito il ruolo delle 12 liste civiche confluite sotto il cappello de 'L'altro Abruzzo', "unite per creare comunità di regione", per dire "basta alle divisioni tra L'Aquila e Pescara, tra le aree interne e la costa e tra la stessa costa nord e sud che fanno solo male all'Abruzzo".

"La capacità delle liste civiche deve essere quella di trovare la sintesi su politiche che segnino una svolta", le parole di Gianluca Zelli di 'Azione politica'; poi, "se i partiti vogliono venirci dietro va bene, altrimenti procederemo da soli. Le candidature alle scorse politiche non sono state frutto né di condivisione né di dibattito: per le regionali non andrà fatto lo stesso errore. Stavolta non si potrà fare a meno dei territori: ripartiamo dal civismo". 

Fonte: Ansa

Ultima modifica il Sabato, 24 Marzo 2018 18:39

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