Domenica, 17 Giugno 2018 21:08

Riqualificazione ex San Salvatore, Palumbo (Pd) ripresenta mozione

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Ad ottobre scorso, la maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale bocciò la mozione sul masterplan per la riqualificazione dell'area dell'ex ospedale San Salvatore presentata dal capogruppo del Partito Democratico Stefano Palumbo: furono 16 i voti contrari 2 gli astenuti (le consigliere di maggioranza Maria Luisa Ianni e Elisabetta De Blasis).

La mozione impegnava il sindaco Pierluigi Biondi e la giunta comunale ad "assumere la delibera d'avvio delle procedure finalizzate alla sottoscrizione dell'accordo di programma" ed a "portare all'approvazione del Consiglio comunale la delibera di ratifica preferibilmente entro il mese di ottobre 2017". Si chiedeva, inoltre, di "sottoscrivere preliminarmente, e nell'auspicato spazio di 30 giorni, un protocollo d'intesa tra il Comune, la Regione, l'Università, l'Arta e l'Asl, finalizzato a rendere chiari tutti gli impegni reciproci, i tempi e la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una adeguata soluzione per la sede dell'Arta attraverso la ricostruzione in via prioritaria di quest'ultima in altro sedime da individuarsi per motivi d'urgenza in una delle aree già oggetto di valutazione (nell'ex clinica medica di viale Duca degli Abruzzi oppure nell'area dell'ex Psichiatrico di Collemaggio)".

D'altra parte, il sindaco dell'Aquila - partecipando alla presentazione dello studio di fattibilità redatto dall'Università degli Studi dell'Aquila, a luglio di un anno fa - aveva sottolineato come il progetto toccasse "argomenti importanti, e nell'agenda dell'amministrazione; innanzitutto, il tema della riqualificazione urbana di una porzione di città importante, che non ha avuto, fino ad ora, collegamenti strategici con un disegno più ampio. Inoltre, la disponibilità di spazi secondo esigenze effettive: rischiamo di ritrovarci con tante strutture inutili, e invece manca una sala ampia per ospitare, ad esempio, convegni e congressi di rilievo. E ancora, il tema della fruibilità e della sostenibilità degli spazi stessi, oltre alla mobilità che non va affatto sottovalutata e su cui stiamo già iniziando a ragionare in termini complessivi".

Quello proposto da Univaq - aveva aggiunto Biondi - "è un percorso avviato, che mi auguro possa essere proficuo e che potrà dare risposte alla città: l'approccio è giusto, la collaborazione interisistuzionale sono convinto potrà dare un senso compiuto alla ricostruzione pubblica".

E dunque, per quale motivo era stata bocciata la mozione? "Appaiono superate le problematiche poste alla base del documento", spiegarono i capigruppo di maggioranza. Sin dai primi giorni dopo l’insediamento, aggiunsero Roberto Jr Silveri, Giorgio De Matteis, Daniele Ferella, Daniele D'Angelo, Roberto Santangelo e Raffaele Daniele, "si sono svolti incontri e trattative che hanno coinvolto Comune, Asl, Arta e Università per formalizzare una proposta di riqualificazione dell’area di San Basilio".

Ebbene, sono passati 8 mesi e non ci sono stati passi avanti significativi; per questo, il capogruppo dei democratici in Consiglio comunale ha deciso di ripresentare la mozione. In sostanza, si vorrebbero impegnare il Sindaco e la Giunta ad "assumere la delibera d'avvio delle procedure finalizzate alla sottoscrizione dell'accordo di programma; a sottoscrivere l'accordo stesso portando all'attenzione del Consiglio la delibera di ratifica, auspicabilmente entro il mese di agosto 2018; a sottoscrivere preliminarmente, e nell'auspicato spazio di 30 giorni, un protocollo d'intesa tra Comune, Regione, Università, Arta e Asl finalizzato a rendere chiari tutti gli impegni reciproci, i tempi e la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una adeguata soluzione per la sede dell'Arta attraverso la ricostruzione in via prioritaria in altro sedime da individuarsi, per motivi d'urgenza, in una delle aree già oggetto di valutazione (l'ex clinica medica su viale Duca degli Abruzzi oppure all'ex Ospedale psichiatrico di Collemaggio".

"All'epoca, la mozione era stata bocciata con la motivazione che i problemi erano stati risolti; al contrario, è passato tanto tempo ma siamo ancora al punto di partenza", ha dichiarato Stefano Palumbo; "ritenendo valga la pena di ritornare e mettere a fuoco una vicenda che ha risvolti importanti per la città, ho deciso di ripresentarla all'attenzione del Consiglio comunale". D'altra parte, si rischia di perdere una importante opportunità per riqualificare un’area del centro storico che potrebbe costituirsi come polo culturale strategico per L’Aquila che verrà, nell'ambito di un intervento su un'area più ampia che comprende il parco di viale della croce rossa (con parcheggio di 400 posti e collegamento meccanizzato fino a San Basilio) e il recupero delle mura urbiche.

 

Lo studio di fattibilità redatto dall'Univaq

L'accordo di programma che il consigliere Stefano Palumbo chiedeva fosse sottoscritto e portato in tempi brevi all'approvazione del Consiglio comunale, attiene allo Studio di fattibilità per il progetto di un Polo Universitario a San Basilio, presentato dall'Università nel luglio scorso; una risposta significativa per un'ulteriore qualificazione del sistema universitario cittadino, con la creazione di un importante polo culturale a servizio dell'intera collettività cittadina e connatata, d'altra parte, da un importante significato simbolico. Se si considera l'ubicazione del complesso edilizio ex San Salvatore infatti, a ridosso del centro storico, è chiaro come l'intervento di riqualificazione possa rappresentare un volano in grado di innescare auspicate processualità virtuose.

Evidentemente, la proposta messa sul tavolo dall'Univaq dovrà trovare le naturali convergenze con il Comune dell'Aquila, con Regione Abruzzo, ed in particolare con Arta e Asl, oltre che con la Soprintendenza: si tratta di un'occasione importante, tuttavia, per immaginare la riqualificazione di un 'pezzo' importante di città. Il voto contrario del Consiglio comunale dell'Aquila ha il sapore di un mezzo passo indietro.

La proposta dello studio di fattibilità si inserisce in un'ipotesi d'intervento più ampio, che viene da lontano, frutto dell'approvazione da parte del Comune dell'Aquila, nel 2003, di un programma di riqualificazione urbana in variante al piano regolatore generale. In sostanza, con tale strumento urbanistico il Comune sanciva la variazione di destinazione d'uso degli edifici in esso ricompresi, da sanitaria a direzionale, universitaria e culturale. In questa cornice, si inquadra l'acquisizione dell'Università dell'ala vecchia dell'ex Ospedale San Salvatore: "l'accordo prevedeva che, terminato il recupero dell'ala che oggi ospita il dipartimento di Scienze Umane, il Cipe avrebbe finanziato l'acquisto dell'ala vecchia", ha spiegato Inverardi presentando il lavoro; dunque, "nel 2012, terminati i lavori, si è proceduto come da accordi; appena nominata Rettrice, abbiamo iniziato ad immaginare come riqualificare l'area: così, si è pensato di realizzare qui un polo bibliotecario che riunisse la Biblioteca Universitaria con la Salvatore Tommasi, delocalizzando anche l'Archivio di Stato per dare vita ad un polo documentale moderno, aperto 24 ore al giorno, una sorta di biblioteca 2.0, un luogo di fruizione pubblica gestito da più Istituzioni".

Inoltre, c'è già l'accordo con l'ADSU per localizzare a San Basilio la Casa dello Studente, realizzando, altresì, una mensa con annesso bar, ed un'aula ipogea sotto la piazza da 700-800 posti: "In centro storico, non abbiamo una sala ampia, capace di ospitare grandi eventi: sarebbe utile ai nostri scopi, e come struttura a servizio della città; considerato che già prima del terremoto, all'interno del Monastero di San Basilio, era stato realizzato un centro congressi importante, è chiaro come l'area potrebbe collegare insieme un numero di posti a sedere importante, ed in uno scenario unico per bellezza e pregio storico architettonico".

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Ad entrare nel dettaglio dello studio di fattibilità è stato il responsabile scientifico Pierluigi De Berardinis, ingegnere e docente dell'Univaq, coadiuvato nel lavoro dall'architetta Carla Bartolomucci del Cnr, dal professore e ingegnere Francesco Giancola, e da quattro dottorande in ingegneria, Luisa Capannolo, Mariangela De Vita, Eleonora Laurini e Chiara Marchionni.

"In sintesi, lo studio si fonda sulla conoscenza del complesso edilizio esistente e sulla identificazione dei suoi valori, in parte scomparsi e in parte nascosti e obliterati da interventi successivi", ha speigato De Berardinis. "In questo modo, il complesso edilizio, recuperato tramite un progetto contemporaneo che non intende in alcun modo imitare l'antico, né sopprimerlo, potrà essere un luogo emblematico per la città e non soltanto un contenitore di nuove funzioni".
Così, sono stati individuati i valori da salvaguardare ed evidenziare e gli elementi incongrui che, nel tempo, hanno alterato le caratteristiche architettoniche del complesso.

Sfogliando lo studio di fattibilità, si evince che "a tutte le destinazioni previste all'interno dell'ex Ospedale sarà possibile accedere dal fronte principale dell'edificio che affaccia su Piazza Natali; il vuoto che ricalca la presenza dell'antica Chiesa del Guasto assolverà il ruolo di percorso centrale e di snodo dei vari servizi. Nell'ottica di preservare l'esistente senza stravolgerne la spazialità, si inserisce la scelta progettuale di adattare gli ambienti dell'antico nosocomio a funzioni che non richiedono spazi di grandi dimensioni, come le residenze studentesche e il centro di alta formazione destinato alla didattica. Per le funzioni che necessitano, invece, di spazi più ampi (biblioteca e Archivio di Stato) sono state previste nuove volumetrie aggiuntive, sia ipogee che in elevazione. Le prime consentono di mantenere la totale fruibilità degli spazi aperti e delle visuali attualmente ostruite; i volumi in elevazione, invece, sono stati studiati in forma, dimensione e posizione al fine di divenire elementi complementari, fisicamente e funzionalmente, alle strutture esistenti, che rimangono così inalterate nella loro identità e nelle caratteristiche tipologiche".

All'esterno dell'ex San Salvatore, la scelta è stata quella di restituire alla città "la fruibilità di Piazza San Basilio e l'affaccio sulle mura antiche, ripristinandone la presenza, seppure soltanto accennata da una gradonata. Un auditorium - sala conferenze, come detto, sorgerà al posto dell'edificio ex Arta che, da studio di fattibilità, verrebbe abbattuto e ricostruito altrove. La fruizione di questo ampio spazio pedonale all'aperto renderà il nuovo polo universitario completo e vivibile, con una piazza verde affacciata sulle mura che riconnetterà gli spazi delle attuali piazza Natali e piazza San Basilio".

Il progetto, inoltre, ha l'ambizione di riprendere ed evidenziare la traccia della viabilità storica, "introducendo un ingresso pedonale al nuovo polo da viale Duca degli Abruzzi, in corrispondenza dell'interruzione dell'antica via del Guasto; "da qui, viene ritrovata la percezione della piazza San Basilio con una visione diagonale, come avveniva in origine, e, in particolare, viene riproposto ed evidenziato il vuoto tra i due complessi storici, l'ex monastero di Sant'Agnese da un lato, e quello di San Basilio dall'altro", ha aggiunto De Bernardinis.

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Facendo di conto, lo Studio prevede un polo bibliotecario di oltre 7mila metri quadri, per la Biblioteca universitaria riunita, la Biblioteca ex provinciale Salvatore Tommasi e l'Archivio di Stato; una Casa dello Studente da 100 posti letto, oltre alle strutture connesse, come la palestra; una mensa/bar da 250 posti a sedere e un auditorium di 700-800 posti.

Un progetto assolutamente ambizioso ma, come ha ribadito Inverardi, "è adesso il tempo per immaginare la riqualificazione dell'area, non ci saranno altre occasioni, in futuro". Il direttore generale dell'Università, Pietro Di Benedetto, ha aggiunto che, si dovesse trovare oppure no l'accordo con le altre Istituzioni coinvolte, comunque è già stata avanzata richiesta alla Struttura Tecnica di Missione del finanziamento prioritario del restauro dell'ex Ospedale, per un fabbisogno stimato di 40 milioni di euro, più 10, che rappresentano circa la metà dei fondi necessari all'Università per restaurare gli edifici di proprietà non ancora cantierizzati.

E' necessario, insomma, un concorso di volontà tra Istituzioni per rendere progetto lo Studio di fattibilità presentato stamane, ed una volontà politica chiara di Regione Abruzzo e del Comune dell'Aquila. "Abbiamo parlato con tutti - ha chiarito Inverardi - ora, con lo Studio realizzato, è il tempo di sederci intorno ad un tavolo con gli attori coinvolti e di ricucire l'area con la città in ricostruzione".

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Ultima modifica il Lunedì, 18 Giugno 2018 16:24

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