Giovedì, 26 Luglio 2018 00:05

L'Aquila, niente 'Anatra zoppa': respinto il ricorso del centrosinistra per "carenza d'interesse". Biondi: "Ho sempre nutrito un moderato ottimismo"

di 

Non ci sarà alcun 'ribaltone' in seno al Consiglio comunale.

Il Tar dell'Aquila, infatti, ha respinto il ricorso presentato da alcuni esponenti della coalizione civico progressista che avevano chiesto il riconteggio dei voti in 11 seggi puntanto, così, a dimostrare come il centrosinistra avesse superato il 50% + 1 dei voti validi al primo turno delle elezioni amministrative del giugno scorso. 

Il ricorso è stato giudicato inammissibile per "carenza d'interesse". [SENTENZA DEL TAR SCARICABILE QUI]

In sintesi, significa che i giudici del Tar hanno assunto i verbali del contestato seggio 41, correggendo l'errore di trascrizione materiale che aveva fatto 'sparire' 400 voti ai candidati sindaci che, riassegnati, innalzano la soglia dei voti validi: dunque, i ricorrenti non hanno interesse ad ottenere l'assegnazione dei voti nelle 11 sezioni oggetto di ricorso poiché non supererebbero comunque la metà più uno dei voti validi. 

Ora, non resta che capire se verrà istruito ricorso in Consiglio di Stato. 

"Rispetto all'esito del ricorso presentato da alcuni esponenti del centrosinistra ho sempre nutrito un moderato ottimismo, sia perché nutro profonda fiducia e grande rispetto del sistema giudiziario italiano sia perché, per quello che può capirne un ragazzo di campagna come me di diritto, dopo aver letto le carte non mi sembrava potessero ricorrere gli estremi per la cosiddetta anatra zoppa", il commento a caldo del sindaco Pierluigi Biondi. "Ringrazio l'intero collegio difensivo, per primo l'avvocato Raffaele Daniele che, con la collaborazione di Roberto Colagrande e Livio Proietti, hanno svolto un ottimo lavoro in questi mesi, durante i quali hanno dato dimostrazione di grande professionalità e infaticabile determinazione". 

Il ricorso

Il ricorso – formalmente presentato contro il Comune dell’Aquila e contro i consiglieri eletti che, nel caso d’accoglimento, avrebbero perso il seggio – chiedeva il riconteggio delle schede in 11 seggi elettorali per valutare eventuali “incongruenze e imprecisioni” che sarebbero potute emergere dai verbali elettorali; la richiesta era stata accolta dal Tribunale amministrativo che, alla fine di novembre, aveva affidato la verifica alla Prefettura dell’Aquila.

A questa vicenda, però, si è aggiunta quella della querela di falso presentata dagli avvocati del centrodestra Roberto Colagrande e Livio Proietti su incarico degli assessori Carla Mannetti e Luigi D’Eramo in relazione all’errore materiale di trascrizione nel verbale delle operazioni elettorali del seggio 41, non oggetto di ricorso.

Nel verbale vennero trascritti 10 voti ai candidati a sindaco e 386 alle diverse liste, e così nel prospetto riassuntivo allegato al verbale dell’Ufficio centrale elettorale. Un fatto impossibile, perché la legge elettorale in vigore stabilisce che a ogni voto dato ad una lista, laddove non sia indicata anche la preferenza ad uno dei candidati a sindaco, va conteggiato come preferenza al candidato collegato alla lista stessa.

I dati provvisori della sezione - e così i risultati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno - erano diversi, e riportavano 411 voti ai candidati a sindaco e 386 alle liste. Per un errore, nel passaggio dai dati provvisori a quelli definitivi della sezione 41 sono sparite 401 preferenze ai candidati stante, invece, i voti alle liste.

Dunque, è risultato falsato il dato relativo ai voti dei singoli candidati a sindaco e, di conseguenza, il dato globale dei voti validi che non sono 39.039, come riportato, bensì 39.457; questione nient’affatto irrilevante, considerato che la soglia del 50% + 1 dei voti si calcola proprio sul dato globale delle preferenze riportate dai candidati.

In sintesi: i dati pubblicati sul sito del Comune dell’Aquila, nella sezione relativa ai dati ufficiali, messi a disposizione dall'Ufficio centrale, riportavano 19mila 479 voti alle liste di centrosinistra sui 39mila 039 riportati nei verbali: per questo, la coalizione civico progressista si attestava al 49.9% e i voti mancanti al quorum erano 41. Tuttavia, i risultati pubblicati sul sito del Ministero, nonché nella sezione del sito del Comune dell'Aquila riguardante i risultati ufficiosi, riportano 39mila 457 voti validi per i sindaci e 19mila 498 per le liste di centrosinistra (418 voti in meno ai candidati, e 401 mancanti alla sezione 41, solo 19 alle liste a sostegno di Americo Di Benedetto): assunto questo dato, le liste della coalizione civico progressista sono al 49.41%, 231 voti sotto il quorum. Per questo, l’anatra zoppa non è scattata.

FdI: "Le pecore, come le anatre, si contano alla fine"

“La sentenza del Tar afferma un principio che qualcuno, maldestramente, intendeva mettere in discussione: il popolo è sovrano ed elegge democraticamente i suoi rappresentanti. Spiace constatare come, invece, alcuni avventurieri della politica con la p minuscola abbiano intrapreso un percorso finalizzato a ribaltare questo concetto attraverso un ricorso pretestuoso, che gli stessi giudici hanno dichiarato inammissibile. Non mi stupirei se chi fino ad oggi si è ostinato a portare avanti una battaglia giudiziaria assurda, che in preda alla disperazione ha coinvolto un importante avvocato di fama nazionale senza riuscire ad ottenere l’effetto sperato, decidesse di fare appello. È nelle loro facoltà, ci mancherebbe. Ma sarebbe l’ennesimo segnale di mancanza di rispetto della volontà dei cittadini, espressa in maniera cristallina nelle elezioni di un anno fa, di cui qualcuno ancora oggi non sembra volersi fare una ragione. Chi, nei mesi scorsi, sui social network già esultava senza capire cosa stesse accadendo può stare tranquillo: le pecore, a volte anche le anatre, si contano alla fine”.

Lo dichiara il portavoce di Fratelli d’Italia, Michele Malafoglia.

Quagliariello (Idea): "Tar conferma volontà dei cittadini, avanti su ricostruzione"

“La sentenza del Tar afferma un principio che qualcuno, maldestramente, intendeva mettere in discussione: il popolo è sovrano ed elegge democraticamente i suoi rappresentanti. Spiace constatare come, invece, alcuni avventurieri della politica con la p minuscola abbiano intrapreso un percorso finalizzato a ribaltare questo concetto attraverso un ricorso pretestuoso, che gli stessi giudici hanno dichiarato inammissibile. Non mi stupirei se chi fino ad oggi si è ostinato a portare avanti una battaglia giudiziaria assurda, che in preda alla disperazione ha coinvolto un importante avvocato di fama nazionale senza riuscire ad ottenere l’effetto sperato, decidesse di fare appello. È nelle loro facoltà, ci mancherebbe. Ma sarebbe l’ennesimo segnale di mancanza di rispetto della volontà dei cittadini, espressa in maniera cristallina nelle elezioni di un anno fa, di cui qualcuno ancora oggi non sembra volersi fare una ragione. Chi, nei mesi scorsi, sui social network già esultava senza capire cosa stesse accadendo può stare tranquillo: le pecore, a volte anche le anatre, si contano alla fine”. Lo dichiara il portavoce di Fratelli d’Italia, Michele Malafoglia.

"La magistratura amministrativa ha confermato la volontà dei cittadini che alle elezioni comunali dell'Aquila si era manifestata con assoluta chiarezza. La scelta degli aquilani è stata inequivocabile, e il fatto che il tentativo di metterla in discussione sia stato respinto al mittente è una buona notizia per la città e per la democrazia".

Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di 'Idea'. "L'amministrazione di Pierluigi Biondi – prosegue - ha di fronte a sé la grande sfida di completare la ricostruzione edilizia, urbanistica, economica, ma anche sociale e demografica dell'Aquila. Con l'ulteriore punto di certezza per il futuro fissato oggi dal Tar – conclude Quagliariello - si potrà andare avanti con ancor più forza e determinazione".

Ultima modifica il Giovedì, 26 Luglio 2018 18:09

Articoli correlati (da tag)

Chiudi