Sabato, 04 Agosto 2018 18:04

'L'Aquila che non ha paura', il manifesto delle forze di sinistra

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Da Rifondazione Comunista al PD, dalla Coalizione sociale al Partito Socialista Italiano, passando per Leu - Articolo 1 e Sinistra Italiana - e i Socialisti e democratici, Potere al Popolo, L'Aquila sicurezza e lavoro, fino ai Globuli rossi.

'L’Aquila che non ha paura' è una presa di posizione e una manifestazione di intenti delle forze di sinistra in città, "una dichiarazione di lotta e di ricostruzione di un fronte fondato su elementi di coesione che sono i valori della Resistenza, della Repubblica, della Costituzione".

'L’Aquila che non ha paura' nasce dalla consapevolezza che "la battaglia che si deve ingaggiare su scala nazionale può e deve coinvolgere i territori, e L’Aquila, in quanto città che deve rinascere non solo a livello edilizio e urbano ma anche nella comunità, è il posto giusto per combatterla. All’Aquila inoltre, come a livello nazionale, governano le destre; e se a Palazzo Chigi la destra esercita un controllo che si sta affermando sul piano politico, a livello cittadino la forza della nuova destra sta anche nei numeri della rappresentanza. La nuova destra aquilana come quella che si afferma a Roma e negli altri paesi europei rifugge il modello liberale e conservatore, e guarda invece alla nuova ideologia sovranista, tutta fondata sulla creazione di un nemico esterno a cui contrapporre la difesa dell’identità, sia essa cittadina o nazionale. E’ la Lega salviniana, a tutti i livelli, a farsene portavoce nel nostro Paese e a guidare il fronte della destra".

All’Aquila - scrivono le forze di sinistra nel manifesto - l’identità in questione è quella riassunta dallo slogan 'Prima gli aquilani', "uno slogan utile anche a nascondere la pochezza amministrativa della maggioranza, tanto più grave in una città che si trova nella fase decisiva per il rilancio e la scelta delle proprie vocazioni dopo la fase di emergenza legata al sisma e alla ricostruzione. La totale mancanza di visione strategica della Giunta e dell’amministrazione è visibile nell’abbandono totale del dibattito, pubblico e istituzionale, attorno al Piano regolatore generale, strumento cardine per la programmazione del governo del territorio. A questo si aggiungono altri impellenti problemi, legati alla quotidianità, come l’evidente degrado urbano, e la miopia nella gestione del patrimonio immobiliare costituito dal Progetto Case: invece di renderlo una leva per l’apertura e la crescita della città e uno strumento di equità e sostegno ai deboli, si fa in modo di recintarlo impedendone attraverso limiti stringenti di reddito la fruizione, negli ultimi bandi, alle fasce più vulnerabili della popolazione".

Attraverso la dichiarazione 'L’Aquila che non ha paura' "si chiamano a raccolta le forze che contestano e combatteranno unite una visione che utilizza l’apparente buon senso di alcune dichiarazioni e il timore e il disorientamento indotti dai fenomeni migratori e dagli effetti di una lunga crisi economica, per costruire consenso attorno a una proposta tanto semplice quanto pericolosa, una proposta che riporta al periodo più buio del secolo scorso quando il totalitarismo, di cui l’Italia in Europa detiene il poco invidiabile primato di creazione, fece leva su una presunta offerta di protezione per costruire il sistema del pensiero unico, anticamera delle guerre e delle persecuzioni. La dilagante ondata di razzismo che sta attraversando il Paese, di cui sono testimonianza i recenti gravissimi episodi di cronaca, rappresenta a questo proposito un segnale chiaro, che non può essere sottovalutato, così come la dichiarazione pubblica di un ministro che propone l’abrogazione della legge Mancino e di un esponente locale aquilano della maggioranza che mette in discussione verità storiche e giudiziarie per uso e consumo neofascista, come nel caso della strage della stazione di Bologna nel giorno del triste anniversario".

Una battaglia culturale, dunque, prima ancora che politica, che vede insieme le forze di sinistra: e se spiccano alcune 'firme' apposte al documento, quelle di Rifondazione comunista, Potere al Popolo e, a livello cittadino, della Coalizione sociale tra le altre, che pure non sono mai state tenere con il Pd e con le altre forze che, a L'Aquila, si erano ritrovate insieme alle recenti amministrative, spiccano anche, e di più, le firme che non ci sono, in particolare quella de Il Passo Possibile, il contenitore civico voluto dal candidato sindaco alle elezioni dell'anno passato, Americo Di Benedetto, e che oggi rappresenta il più numeroso gruppo d'opposizione in Consiglio comunale.

Attraverso la dichiarazione 'L’Aquila che non ha paura', le forze politiche che hanno sottoscritto il manifesto si impegnano in città a combattere la proposta sovranista e contrastare gli esponenti, politici e non, che la propugnano. "Una opposizione e un contrasto che si eserciterà attraverso tutti i luoghi e le forme offerte dal sistema democratico: i luoghi della rappresentanza istituzionale ove denunciare e ostacolare tale proposta e la nuova destra ogni qual volta si presenti, in tutte le forme più o meno credibili o efficaci (a volte i cosiddetti provvedimenti spot hanno una presa e costituiscono un’insidia per le coscienze tanto più grande quanto sono inefficaci e addirittura dannosi dal punto di vista amministrativo), e lo spazio pubblico, le piazze reali e virtuali, i nuovi mezzi di comunicazione, quelli tradizionali". Le forze che sottoscrivono la dichiarazione si impegnano infine, a partire da settembre, a organizzare iniziative congiunte pubbliche di proposta e sensibilizzazione. "Una battaglia che è politica e culturale, ma che le forze che sottoscrivono la dichiarazione 'L’Aquila che non ha paura' considerano direttamente collegata e innescata dalle vecchie e nuove marginalità. La proposta sovranista si combatte quindi anche intervenendo dal basso, nelle periferie del Paese e della nostra città, per riconquistare diritti per tutte e tutti, combattere le diseguaglianze economiche e sociali, e i privilegi ovunque questi si trovino. Contribuire a trovare la via per lavorare, vivere, abitare dignitosamente. Scontrarsi coi problemi veri creati dalla povertà, combattendo chi fa della sopraffazione e chi fa profitto a scapito della maggioranza".

Ultima modifica il Martedì, 07 Agosto 2018 16:44

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