Domenica, 05 Agosto 2018 18:15

Regione, Pd tenta blitz per cambiare legge elettorale: sbarramento all'8%?

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L'accelerazione impressa dalla giunta per le elezioni del Senato alla vicenda dell'incompatibilità di Luciano D'Alfonso non ha ancora diradato i dubbi su quando gli abruzzesi torneranno a votare. Lo stesso D'Alfonso, in un'intervista al quotidiano La Repubblica, si è detto convinto che le nuove elezioni ci saranno tra novembre e dicembre. Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, invece, parla di novembre.

In attesa che si chiarisca il quando, resta da capire anche il come, ossia con quale legge elettorale si andrà alle urne. Oggi, infatti, all'Aquila, a Palazzo dell'Emiciclo, si riunirà la commissione speciale per le modifiche alla legge elettorale per discutere di alcuni emendamenti presentati dal Pd attraverso il suo capogruppo Sandro Mariani e dal consigliere Giorgio D'Ignazio.

Una mossa che suona come una sorta di "adesso o mai più": dopo la chiusura estiva, infatti, non sono previste altre sedute, visto che, come detto, l'assemblea verrà sciolta.

Tra gli emendamenti proposti ce ne sono tre, tutti a firma Pd, che stanno facendo molto discutere e che hanno generato parecchi mal di pancia anche all'interno della maggioranza, con Art. 1-Mdp che è già sul piede di guerra.

Un emendamento propone l'innalzamento all'8% della soglia di sbarramento per le liste che si presentano da sole e al 4% per quelle che invece corrono in coalizione. E poi c'è l'introduzione della figura del consigliere supplente, una sorta di surroga a tempo. Oggi, com'è noto, tutti i membri della giunta regionale, tranne uno, sono anche consiglieri. L'emendamento del Pd permetterebbe ai consiglieri che vanno a fare gli assessori di essere sostituiti temporaneamente da consiglieri supplenti, fermo restando che qualora i primi cessassero, per proprio volontà o perché rimossi dal presidente, il loro mandato, i secondi tornerebbero a casa.

Alcuni hanno visto e vedono negli emendamenti sulle soglie di sbarramento un tentativo del Pd, in evidente crisi di consensi e identità, di limitare il potere sia dei piccoli partiti alla sua sinistra - come, ad esempio, proprio Mdp - sia delle liste civiche. Entrambi, per non correre il rischio di rimanere fuori dal consiglio, sarebbero costrette, con le nuove norme, a coalizzarsi con i partiti maggiori.

Certo è che una soglia di sbarramento all'8%, oltre a essere difficilmente raggiungibile per chi corre da solo, minerebbe molto il principio di rappresentanza democratica: come si potrebbe tenere fuori dal consiglio, infatti, una lista che magari ha preso il 7,5%, percentuale che, in termini assoluti, equivale a circa centomila voti?.

Ma anche la soglia di sbarramento al 4% per chi aderisce alle coalizioni (ora il limite è al 2%) appare piuttosto punitiva per i partiti e le liste minori, in un quadro in cui già adesso, essendo la ripartizione dei seggi fatta su base provinciale, i principi di legittimazione e rappresentanza, come è stato ossservato, non solo del tutto garantiti.

Il Partito democratico, dicono i rumors, proverà a fare un blitz puntando sull'appoggio di Forza Italia, favorevole alle modifiche, anche se Giuseppe Bellachioma (Lega) ha già annunciato che in caso di accordi FI-PD il Carroccio è pronto, vista anche la recente rottura consumatasi sull'Agir, a mettere in discussione l'alleanza di centrodestra.

Dal canto loro, i democratici, con queste modifiche e con la candidatura di Giovanni Legnini, ormai quasi certa, sperano, nel migliore dei casi, di giocarsela, malgrado il clima politico nettamente sfavorevole, e di contendere di nuovo al centrodestra la vittoria finale; o, nel peggiore dei casi, di limitare i danni. Sempre che, naturalmente, non vada in porto un'alleanza Lega-Cinque Stelle, per ora eslusa dai pentastellati ma non dai leghisti.  

Un altro emendamento a firma Giorgio D'Ignazio, invece, prevede la rimozione dell'incandidabilità per i sindaci (la cosiddetta legge anti D'Alfonso, approvata nel 2004 per impedire all'alora sindaco di Pescara di candidarsi a governatore) e di altre forme di incompatibilità.

La legge elettorale era già stata emendata a giugno mediante l'introduzione della doppia preferenza di genere (che comunque rimarrà facoltativa).

Articolo 1: "Le eventuali modifiche alla legge elettorale andavano fatte prima e con un confronto aperto con tutti"

"Le proposte articolate con gli emendamenti alla legge elettorale regionale che andranno in commissione lunedì, non rappresentano il modo migliore per chiudere questa legislatura. Le regole democratiche si scrivono insieme e in tempi non sospetti!".

A scriverlo, in una nota, sono i coordinatori regionali di Articolo 1 Mdp Tommaso Di Febo e Fabio Ranieri.

"Le modifiche alla legge elettorale andavano programmate per tempo e con un confronto prima dentro la maggioranza e poi con tutte le altre forze politiche alfine di garantire sia la governabilità che la rappresentanza. Ancora una volta il Pd si è mosso invece in totale solitudine, senza alcun rispetto per le altre forze politiche. Appare evidente che quanto è successo a livello nazionale con le forzature del rosatellum non abbia insegnato nulla al Pd abruzzese".

"Pensare oggi solo a piccoli ma  fondamentali  ritocchi, tra cui soprattutto l'aumento delle soglie di sbarramento, sia dentro che fuori dalle coalizioni, così come pure l'introduzione del consigliere supplente, non ci trova d'accordo e rappresenta il modo peggiore per pensare di ricostruire un nuovo ed ampio campo progressista e civico in grado di contrastare la destra ed i 5 stelle alle prossime elezioni".

"Le coalizioni si costruiscono con la Politica e con un nuovo e credibile progetto da presentare ai cittadini abruzzesi, non certo con forzature sulla legge elettorale che in questa fase rischiano di avere esattamente l'effetto contrario rispetto a quello che evidentemente auspicano i promotori dell'iniziativa. Chiediamo al Pd un atto di responsabilità e saggezza per evitare che la ricostruzione di un nuovo progetto di centrosinistra per l'Abruzzo rischi di naufragare ancor prima di cominciare a parlarne".   

Bellachioma (Lega): "No inciuci"

"Se dovesse consumarsi, dopo il caso Agir, un ulteriore inciucio sulla legge elettorale regionale tra Pd e FI, sarebbe l'ennesimo segnale di una scelta di campo di Pagano e company, tendente ad allontanare la prospettiva dell'alleanza classica del centrodestra in Abruzzo, che pure Forza Italia 'a chiacchiere' auspica".

Così il coordinatore regionale della Lega Abruzzo l'on. Giuseppe Bellachioma sulle proposte di modifiche alla legge elettorale regionale.  

"I costi falsamente invariati dell'operazione 'surroga' – prosegue Bellachioma - ricadrebbero sui cittadini abruzzesi e l'innalzamento delle soglie escluderebbe invece presenze storiche in Consiglio creando un obbligo all'alleanza, favorevole al Partito Democratico. La Lega Salvini Abruzzo – conclude l'onorevole Bellachioma - chiede a Forza Italia un'azione ferma di opposizione contro questo ennesimo colpo di mano, tentato a ridosso delle elezioni, che tende a cambiare le regole del gioco democratico a vantaggio di chi si sente in liquidazione".

Acerbo (Rifondazione comunista): "D'Alfonso come Erdogan"

"Mercoledì prossimo il Presidente della Giunta Regionale Luciano D'Alfonso dovrà dimettersi per incompatibilità con la carica di senatore. Il Pd abruzzese consegnerà la Regione con le elezioni anticipate alla destra o ai M5S assecondando la fuga a Roma di un presidente ormai inviso ai cittadini e screditato. L'ultimo colpo di coda dem è la presentazione in fretta e furia di una proposta di modifica della legge elettorale vigente. È stata presentata dal capogruppo Pd Mariani questa settimana ed è stata convocata la commissione competente alla velocità della luce per lunedì 6 agosto la competente commissione per parere. Il tutto per arrivare all'approvazione martedì in consiglio regionale, il giorno prima delle dimissioni del presidente incompatibile".

A denunciarlo è Maurizio Acerbo, segretario nazionale del partito della Rifondazione comunista.

Cosa prevede questa sveltina del Pd? "Innanzitutto l'innalzamento della soglia di sbarramento all'8% per le liste/coalizioni e un nuovo metodo di calcolo per l'assegnazione dei seggi che li favorisce. Un presidente che già avrebbe dovuto dimettersi e una maggioranza che dovrebbero occuparsi solo di ordinaria amministrazione si preparano a stravolgere legge elettorale introducendo una soglia di sbarramento antidemocratica per che c'è solo in Molise e nella Turchia di Erdogan".

Contro chi è rivolta questa modifica? "É evidente: contro l'esordio di un quarto polo di sinistra, ambientalista, dei movimenti. Ricordo che tre anni fa in qualità di candidato della sola Rifondazione Comunista superai il 3 ma non fui eletto perché per iniziativa del Pd fu innalzato lo sbarramento al 4. Ora questi patetici personaggi addirittura raddoppiano sbarramento. Faccio presente che Sinistra Italiana è passata all'opposizione e ha già annunciato che non sarà alleata del Pd. Dunque i miserabili avranno pensato che il 4 non sia più sufficiente a tenerci fuori se ci mettiamo insieme e soprattutto che un seggio alla sinistra lo toglierebbe a loro che perderanno sicuramente le elezioni. Segnaliamo che questo supersbarramento non ha nulla a che fare con la governabilità perché penalizza opposizione non chi vince e usufruisce del premio di maggioranza. Non ci è ancora chiaro se le formazioni dell'opposizione di centrodestra e M5S siano o meno complici di questa operazione antidemocratica. Ci rivolgiamo a tutti i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione affinché non siano complici di questa porcata indegna".

Di Salvatore: "Una nefandezza giuridica"

"A giorni, rassegnate le dimissioni del Presidente della Regione Abruzzo, anche il consiglio regionale si scioglierà. E cosa è venuto in mente ai consiglieri di maggioranza? Di modificare alla svelta la legge elettorale regionale, innalzando le soglie di sbarramento per l’accesso al Consiglio dal 4% all’8%. Oltre che riprovevole politicamente, ciò costituisce anche una nefandezza giuridica: una offesa alla legalità e alla democrazia".

Così il costituzionalista Enzo Di Salvatore.

"Lo Statuto della Regione" afferma il giurista "stabilisce che «nei sei mesi antecedenti la scadenza della legislatura, il Consiglio non può adottare né modificare leggi in materia elettorale». Qualcuno penserà: «ma lo Statuto parla di scadenza della legislatura e, dunque, sembra riferirsi alla scadenza naturale del Consiglio». No, non è così. Solo un pessimo giurista ragionerebbe in questo modo. Il diritto non è mai mera forma: è sostanza. Non nascondiamoci dietro un dito e non pieghiamo la legalità a ciò che più conviene. Sappiamo tutti che il Consiglio si sta sciogliendo e che si voterà a breve. La domanda che occorre porsi è a cosa serva quel divieto e, cioè, quale sia la sua ratio, l’obiettivo. E la risposta è la seguente: ad evitare che la maggioranza uscente possa riscrivere le regole del gioco in prossimità del voto, adattandole alla situazione politica del momento, in modo da ottenere un certo vantaggio elettorale".

Licheri, SI: "D'Alfonso ammazza la rappresentanza"

La nota del segretario regionale di Sinistra italiana Daniele Licheri: "Il 4 Marzo insegna ma non ha scolari. Dinanzi alle recentissime novità in materia di legge elettorale è proprio il caso di parafrasare il maestro Antonio Gramsci per analizzare la situazione politica abruzzese. Dopo il disastro elettorale delle elezioni politiche il Partito democratico regionale ed in particolar modo D'Alfonso non solo non hanno minimamente invertito la rotta sul profilo delle politiche concrete in termini di sanità, lavoro, territorio e sociale ma anzi sono andati avanti come un treno rispetto al teatrino tutto politicista rappresentato dal balletto dimissioni si-dimissioni no del presidente-senatore. Una gestione disastrosa che ci porta in maniera confusa ad elezioni anticipate entro fine anno. Già questo sarebbe bastato per imputare al PD responsabilità massime per un'eventuale svolta a destra della nostra Regione. Ma hanno deciso di fare di più minando alle fondamenta i concetti base di democrazia e condivisione delle regole del gioco. Le modifiche alla legge elettorale che vanno in discussione oggi rappresentano uno schiaffo al potere decisionale dei cittadini abruzzesi sia per il metodo utilizzato che per il merito delle proposte su sbarramenti e calcolo dei seggi. Negare l'elezione di un consigliere regionale sotto la soglia dell'8% e confezionare il tutto nelle ultime 72 ore prima delle dimissioni di D'Alfonso segnano per quanto ci riguarda la pietra tombale rispetto a dialoghi sul piano regionale con il Partito Democratico. Le coalizioni si costruiscono con la capacità di sintesi programmatica e la pari dignità dei soggetti in campo non tramite prove di forza e sveltine tecnico-elettorali. Il nostro consigliere regionale Leandro Bracco è in opposizione a questa giunta fin dall'inizio della legislatura e proprio in questi minuti sta dando battaglia in Commissione per impedire questo colpo di coda. Come Sinistra Italiana ribadiamo la totale disponibilità alla costruzione di una lista unitaria e di alternativa in grado di sfidare gli altri poli sulle principali priorità e bisogni della popolazione abruzzese".

Ultima modifica il Lunedì, 06 Agosto 2018 13:49

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