Domenica, 29 Dicembre 2013 17:42

Magani va via, Di Stefano: "Trasferimento pietra tombale per ricostruzione". De Santis: "Decisione incomprensibile"

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Continua a far discutere la decisione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Massimo Bray di trasferire Fabrizio Magani dalla direzione per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo alla vicedirezione del 'Progetto Pompei'. Il trasferimento di Magani - che ha assunto finora anche il ruolo di coordinatore per il piano di restauro del centro storico e delle cinta murarie dell'Aquila - è osteggiato in una nota dall'Assessore comunale alla ricostruzione Pietro Di Stefano, che non esita ad attaccare il titolare del dicastero. Il trasferimento del dirigente ministeriale è stato sancito dal 'Decreto cultura', emesso dal MIBAC il 7 dicembre scorso.

"Non credo di essere smentito - afferma Pietro Di Stefano - se dichiaro che la nomina a vice direttore del programma Pompei, voluta dall'ineffabile Ministro Bray, ponga una pietra tombale sulla rinascita storico artistica dell'Aquila". La notizia del trasferimento arriva in giorni convulsi per la ricostruzione dei beni architettonici all'Aquila, nel pieno della bufera sulla ricostruzione del patrimonio della Curia. E, in molti, hanno malignato come fossero arrivate pressioni particolari per allontanare Magani dall'Aquila. Voci, nulla di più, di cui vi abbiamo raccontato qualche giorno fa. Nei giorni scorsi anche la senatrice del Partito Democratico Stefania Pezzopane aveva fatto un appello a Bray affinché Magani non venisse trasferito.

La nota integrale di Pietro Di Stefano

Non posso né debbo tacere. Lo faccio per la mia città.
Sembrava sventato l'ennesimo sgambetto del Governo alla Ricostruzione dell'Aquila.
Ma adesso la certezza si materializza dietro il volto dell'ineffabile Ministro Bray: il Direttore Magani è costretto a lasciare l'incarico dopo soli tre anni di permanenza e così il virtuoso percorso intrapreso con il Comune dell'Aquila, grazie al quale tante pratiche di ricostruzione privata del centro storico, ignorate dalla Filiera, furono visionate dalla Soprintendenza,  grazie al quale sono partiti progetti di enorme rilevanza come il recupero dell'intera cinta muraria cittadina, il recupero del Teatro, del San Filippo o dell'ex Mattatoio (solo per citarne alcuni conferitigli dall'Amministrazione Comunale) subiranno una mortale battuta d'arresto. Persino il futuro dell'ingente patrimonio ecclesiastico, affidato alla certezza e all'equilibrio della mano pubblica, potrebbe avere un futuro fosco.
Senza contare l'esperienza in materia di stazione appaltante, programmazione, gestione delle risorse finanziarie che Fabrizio Magani ha maturato in questi anni e generosamente messo a disposizione della nostra ricostruzione.
Non credo di essere smentito se dichiaro che la nomina a vice direttore del programma Pompei, voluta dall'ineffabile Ministro Bray, ponga una pietra tombale sulla rinascita storico artistica dell'Aquila.
Il Ministro Bray non riuscirà a nettarsi la coscienza con l'assunto che Pompei sia una delle emergenze culturali più rilevanti nell'intera storia dell'umanità.
Per Pompei sono stati giustamente raccolti fondi imponenti e altrettanto giustamente adesso si deve cercare una squadra degna di poter salvare una meraviglia inestimabile, ma non si può farlo a discapito di una situazione ben peggiore, come quella del cratere abruzzese, togliendo una figura importante per nominarla vice di qualcun atro.
A L'Aquila è in gioco il futuro di una comunità, oltre che la faccia della Nazione.
A Pompei si gioca una partita meramente di prestigio. La stessa partita che, si dice, sia costata la poltrona al Ministro Bondi. Non vorrei che Bray avesse nelle orecchie la debacle bondiana a guidare le sue scelte perché a scuotere la sua poltrona ci sarà, ben più potente, la nostra voce.

Lelio De Santis: "Rifiuti se tiene all'Aquila"

Contro il trasferimento di Fabrizio Magani si è pronunciato anche un altro assessore comunale, Lelio De Santis, titolare delle deleghe al bilancio e al turismo. Scrive De Santis: "Nel trasferimento di Fabrizio Magani c’è la grossa responsabilità del Governo, ma forse anche la volontà di Magani. E’ vero che il Governo dimostra di non ritenere la ricostruzione dell’Aquila una priorità, nonostante la visione troppo ottimistica del direttore dell’Ufficio Speciale, ma ci sono tanti soggetti politici, dirigenti della Pubblica Amministrazione e professionisti, che stanno utilizzando il palcoscenico dell’Aquila per fare carriera, o come trampolino di lancio per incarichi più importanti".

"Lo stesso direttore regionale della Sovrintendenza ai beni culturali viene destinato alla vice direzione del progetto Pompei per decisione incomprensibile e grave del ministro Bray ma, probabilmente, anche con il suo consenso".

"Siccome nelle Pubbliche Amministrazioni non si impone mai nulla a nessuno, Fabrizio Magani potrebbe rifiutare il nuovo incarico e rimanere a L’Aquila, per completare il lavoro importante avviato nella gestione del recupero dei beni culturali della città".

Se così facesse non si bloccherebbero i progetti di ricostruzione in corso di monumenti ed opere pubbliche e, nello stesso tempo, si darebbe un segnale di sensibilità e attaccamento ad una città che ha bisogno delle migliori energie professionali per rinascere".

"D’altra parte, oggi, governare L’Aquila richiede, più di altre città, stabilità e certezza dei vertici amministrativi e gestionali, per assicurare continuità alla ricostruzione che, purtroppo, dispone per il 2014 poche risorse, visto anche che provvedimenti legislativi di fine anno hanno riservato agli aquilani solo cenere e carbone.”

Ultima modifica il Lunedì, 30 Dicembre 2013 17:02

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