"Che Roberto Tinari, presidente del Consiglio comunale dell'Aquila, figura di rappresentanza dei cittadini, terza per definizione, di garanzia delle istituzioni, entri a gamba tesa nella delicata vicenda del processo per l'omicidio di Stefano Cucchi è francamente grottesco. Non c'era decisamente il bisogno del Tinari pensiero in una vicenda così dolorosa, carica di implicazioni e sofferenza. Vista tuttavia la presa di posizione del Presidente del Consiglio comunale è indispensabile chiarire che le sue parole non ci rappresentano".
A scriverlo sono i consiglieri d'opposizione Stefano Albano, Stefano Palumbo, Elisabetta Vicini, Carla Cimoroni, Paolo Romano, Elia Serpetti, Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio e Giustino Masciocco che replicano, così, al comunicato diffuso nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio comunale che aveva voluto testimoniare la sua "solidarietà, umana e politica, al generale Giovanni Nistri, accusato dalla signora Ilaria Cucchi di aver espresso pregiudizi negativi contro i tre pubblici ufficiali che hanno testimoniato a favore di Stefano Cucchi".
Le opposizioni in Consiglio comunale hanno voluto esprimere vicinanza sia ad Ilaria Cucchi - "splendido esempio di cittadina che lotta per la verità e per un'immagine pulita ed onestà delle istituzioni, nel pieno rispetto di esse" - che al Corpo dei Carabinieri, "quello fatto di uomini coraggiosi ed onesti, troppo spesso vittime, come in questo caso, di squallide strumentalizzazioni che, distorcendo la realtà, vorrebbero far passare le accuse rivolte ad un singolo, come mosse a tutti loro. Riteniamo gravissimo che si infanghi la memoria di una persona morta per gli abusi subìti e che il presidente del consiglio se la prenda con la sorella, 'colpevole' unicamente di aver chiesto le scuse del generale dell'Arma dei carabinieri".
L'uscita di Tinari, tra l'altro, è ulteriormente gravata dal fatto che sia Ilaria Cucchi che l'Arma dei carabinieri sono stati insigniti della cittadinanza onoraria aquilana. "Che il presidente del Consiglio comunale li metta di proposito l'una contro l'altra, lucrando e posizionandosi su uno scontro che dovrebbe almeno ispirargli rispetto e cautela, è indice di superficialità, scarso senso istituzionale, mancanza della più elementare educazione civica".
Durissimo anche il commento della segreteria cittadina del partito della Rifondazione comunista. "Ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà ad Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto per i maltrattamenti subiti in carcere ad opera di servitori dello Stato. Ricordiamo a Roberto Tinari, Presidente del Consiglio Comunale della nostra città, che la vicenda Cucchi è contrassegnata da false testimonianze, omissioni e depistaggi e come quella di Federico Aldrovandi rappresenta uno dei punti più bassi in cui potesse trovarsi uno Stato europeo nel terzo millennio. Ricordiamo ancora a Tinari che Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi sono stati massacrati di botte non in un paese sudamericano in piena dittatura militare ma in Italia, da servitori dello Stato che avrebbero dovuto proteggerli e tutelarli. Tinari si è mosso sulla scia di altri 'illustri pensatori' (vedi Giovanardi) che lo hanno preceduto, ma alla luce di quanto emerge anche nelle sedi processuali sarebbe stato doveroso, da parte sua, tacere".