Mercoledì, 08 Gennaio 2014 00:04

Vendita puntellamenti. A 2 mesi da chiusura bando, mistero sul vincitore

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Il 30 novembre scorso vi abbiamo raccontato dell'avviso esplorativo indetto dal Comune dell'Aquila, istituito con l'obiettivo di vendere le opere di messa in sicurezza installate durante il periodo emergenziale, volte a sorreggere edifici e aggregati soprattutto nei centri storici colpiti dal sisma. Intervistato telefonicamente da NewsTown, l'assessore alle Opere pubbliche Alfredo Moroni – cui fa riferimento il settore ricostruzione pubblica (diretto da Mario Di Gregorio) che ha indetto il bando – confermò l'arrivo di sei offerte per l'acquisto dei puntellamenti, prevedendo tempi brevi per l'affidamento dei lavori: "La prossima settimana – dichiarava l'Assessore – si riunirà la commissione, ma non ci vorrà molto per giudicare il vincitore, visto il numero esiguo delle proposte".

Rispondono in sei, il vincitore è ancora un mistero. E' passato un mese e mezzo e ancora non è stato reso pubblico il vincitore di quello che, in termini economici, può essere considerato uno dei più grandi appalti degli ultimi anni all'Aquila. Per saperne di più, abbiamo provato a ricontattare Moroni, ma senza successo. Nel frattempo, le imprese che stanno lavorando alla ricostruzione all'interno dei pochi cantieri aperti nei centri storici si trovano in difficoltà nella gestione delle opere di messa in sicurezza. Le ditte, infatti, durante l'esecuzione dei lavori di ristrutturazione devono smontare i puntellamenti a proprie spese, per poi depositarli in terreni di loro proprietà, in quanto l'Autoparco Comunale - che inizialmente era stato designato come deposito - è saturo ormai da mesi.

Puntellamenti, l'affare più grande del post-sisma. Quello dei puntellamenti è un affaire la cui entità economica non è mai stata valutata con precisione. Si sa, attraverso gli elenchi pubblicati dal Comune, che la cifra complessiva per l'installazione dei puntellamenti è di circa 240milioni di euro. Per le opere di messa in sicurezza, infatti, si è proceduto – per motivi di urgenza – alla formula della chiamata diretta. Gli appalti, infatti, non venivano assegnati tramite gara ma su chiamata nominale delle ditte (un centinaio) presenti in una white list stilata dalle associazioni di imprese locali (Ance, Api, Confartigianato) e vagliato dal prefetto per il controllo moralità e antimafia. La scelta e la distribuzione dei lavori era a cura dell'Assessorato alle opere pubbliche dell'Aquila (allora presieduto da Ermanno Lisi) e del suo settore emergenza sisma, guidato dall'ing. Mario Di Gregorio, lo stesso dirigente dell'ufficio che ha indetto l'avviso esplorativo per la vendita e lo stoccaggio del materiale di puntellamento.

Le indagini e i lati oscuri. In questi anni sono state diverse le indagini, quasi sempre concluse con un nulla di fatto, che hanno riguardato i puntellamenti: dall'inchiesta sull'ex assessore comunale Vladimiro Placidi per i puntellamenti di Palazzo Carli, sede del rettorato universitario; a quella riguardante il Consorzio Federico II, di cui vi abbiamo parlato anche lo scorso novembre. Senza dimenticare, ovviamente, l'indagine archiviata riguardante tra gli altri lo stesso Lisi, di cui vi abbiamo narrato ampiamente nella nostra inchiesta "L'Aquila Città Aperta". E' normale che la magistratura indaghi su un aspetto che ha investito risorse pubbliche per 240milioni di euro. Come è normale che la stessa magistratura archivi se non trova tracce di malaffare in quegli investimenti. Il dato certo, però, è che riguardo quel periodo, sono molti i lati oscuri e poco trasparenti, anche e soprattutto a causa dell'urgenza dovuta all'emergenza. Il che non vuol dire che siano stati necessariamente irregolari gli affidamenti.

I dubbi sull'avviso esplorativo del Comune. Se l'emergenza può aver giustificato la 'fretta' nell'affidamento dei puntellamenti, la trasparenza deve caratterizzare ancora di più l'affidamento dei lavori di stoccaggio e la vendita degli stessi. Leggendo attentamente l'avviso esplorativo, emergono alcuni dubbi. Dal punto di vista tecnico, non è chiaro se la ditta vincitrice rimuoverà i puntellamenti con personale proprio, o 'appoggiandosi' all'impresa che deve eseguire i lavori di ristrutturazione. Sul bando, inoltre, non è riportata la fase durante la quale i materiali saranno smontati: durante l'esecuzione dei lavori, in coordinamento con l'impresa esecutrice e seguendo il suo programma di rimozione? Dal punto di vista amministrativo, i requisiti di ammissione alle lettere E ("Avere sede legale ed operativa situata a non oltre 130 km dal perimetro operativo") e I ("Avere disponibilità diretta, ovvero disponibilità di acquisire un piazzale con pavimentazione in asfalto di almeno 3.000 mq, oltre ad almeno 1.500 mq coperti, nelle immediate vicinanze dell’area di intervento") dell'art. 3 dell'avviso sembrano indicare una precisa linea: il Comune vuole un'impresa locale. Ragionamento più che legittimo, per carità. Anche se sorge qualche dubbio di natura procedurale: con gli importi di cui si parla – qualcuno stima che il materiale che sarà venduto dall'ente si aggirerà intorno ai 100milioni di euro – non si prefigura l'obbligo di un bando europeo? Infine, dal punto di vista meramente economico, i lavori di installazione sono stati pagati a consuntivo (cioé una volta valutato il danno e installato effettivamente il puntellamento) e non secondo i preventivi. Era possibile cioè che l'ammontare dei lavori di puntellamento potesse essere minore (o maggiore) al preventivo ipotizzato dalla azienda realizzatrice. E' proprio questo l'aspetto più politicamente rilevante della faccenda: sarà interessante verificare le corrispondenze tra i materiali dichiarati dalle imprese al momento della riscossione dei pagamenti e quelli che saranno ritirati e stoccati nel momento dello smontaggio, durante la fase di ricostruzione dell'edificio. Al di là di fisiologiche incongruenze numeriche (o di qualche marginalissimo furto) le cifre riguardanti il peso del materiale o il numero di giunti dovranno corrispondere.

Insomma, le opere di messa in sicurezza continuano a far discutere, e tanto. In ogni caso, speriamo che i nostri siano solo dubbi e che presto l'amministrazione renda pubblico il nome dell'impresa vincitrice, in modo che sia finalmente possibile verificare finalmente quanto materiale è arrivato a L'Aquila e quanto ne andrà via, senza passare necessariamente per le procure. In modo che, con ritrovata e rassicurante trasparenza, si provveda a vendere i puntellamenti, ricavandone giovamento per le casse del Comune e quindi per tutta la collettività.

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Gennaio 2014 08:02

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