Mercoledì, 15 Gennaio 2014 15:23

Chiodi attacca Cialente: "Ero un baluardo rispetto a certe situazioni"

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"Si voleva far credere che le magnifiche sorti e progressive, come diceva Leopardi, sarebbero state registrate all'Aquila con la fine del commissariamento. Io credo che adesso tutti sappiano perché io dovevo essere tolto. Perché ero un baluardo rispetto a certe situazioni".

Parole del Presidente della Regione, Gianni Chiodi, che a margine di una conferenza stampa non ha esitato a scagliarsi duramente contro l'amministrazione Cialente a seguito dell'inchiesta 'Do ut des'. "Si attaccano fantomatiche strategie di una certa 'Spectre' che vedrebbe coinvolto il governo che vuole fare cadere un sindaco", ha sottolineato Chiodi, ma questo è solo un "modo tipico della squadra delle Frattocchie di distogliere l'attenzione verso i reali problemi. L'Aquila merita molto di più di quello che ha".

"Ho l'impressione - ha incalzato - che quello che sta succedendo gli aquilani lo sapessero prima della magistratura. È necessario che i cittadini dell'Aquila abbiano la garanzia che la propria classe dirigente sia assolutamente al di sopra di ogni sospetto".

Poi, il governatore ha aggiunto che "ci sono responsabilità politiche molto forti". Serve, ha concluso, "un profondo rinnovamento di quello che è un sistema di casta ormai inveterato da anni, che ha cloroformizzato la città per certi versi, che è trasversale, che usa tutti gli strumenti finalizzati alla conservazione del potere e sposta l'attenzione ogni volta".

Un sistema di casta trasversale. Che, evidentemente, coinvolge anche il centrodestra cittadino. E le indagini che hanno portato all'arresto di Placidi e Tancredi lo dimostrano senza possibilità di equivoci. Forse, a questo è dovuto l'assordante silenzio delle ultime ore. Dunque, il Presidente della Regione sembra scaricare - almeno a parole - anche gli esponenti cittadini della coalizione che dovrebbe sostenerlo nel tentativo di essere rieletto governatore.

Fingendo di dimenticare che le vicende giudiziarie emerse in queste ore abbracciano anche i mesi in cui era 'Commissario alla ricostruzione'. Anche Chiodi, in altre parole, dovrebbe interrogarsi su quanto accaduto sotto la sua gestione. E dovrebbe chiarire come mai non sono stati assunti atti tesi a regolare i processi di ricostruzione.

E poi, come dimenticare gli arresti degli assessori della sua Giunta? In questi casi, non ci sono responsabilità politiche molto forti?

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